- scritto da Mariangela Martellotta
- categoria Recensioni
Diagnosi energetica strumentale degli edifici
“Diagnosi energetica strumentale degli edifici” tratta una disciplina che al momento potrebbe definirsi quasi “di nicchia”, quella della diagnostica del costruito, che ad oggi comprende una serie di attività tecnico–scientifiche a cavallo tra la fisica e la valutazione ingegneristica dei materiali e delle componenti strutturali dell’edificio. Tutte le informazioni da raccogliere per una corretta diagnosi sono legate alle caratteristiche termofisichedell’involucro: un involucro ben progettato farà funzionare assai meglio tutto il complesso edilizio piuttosto che successivi inevitabili interventi di miglioramento impiantistico che in realtà – oltre a risultare costosi – rischiano di provocare un effetto boomerang per via di emissioni dannose e sprechi energetici prodotte dagli impianti stessi per creare un comfort bioclimatico al quale molti esseri umani oggi non sanno rinunciare!
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Il rilievo ambientale nella diagnosi energetica
Il rilievo ambientale è molto utile per conoscere l’andamento delle grandezze fisiche che incidono sui consumi energetici dell’edificio. Il monitoraggio microclimatico, in particolare, definisce l’andamento delle variabili ambientali interne ed esterne, lo scostamento dei parametri dalle condizioni di comfort per l’utente, i periodi di funzionamento degli impianti di climatizzazione e illuminazione, la presenza di surriscaldamenti di zone particolarmente fredde o di discontinuità termiche. Dall’analisi di queste variabili si evincono azioni correttive mirate a migliorare la gestione energetica e la vivibilità dell’edificio.
Come si effettua una diagnosi energetica approfondita?
Le analisi strumentali sono evidentemente le più rapide e attendibili che ci possano essere in ambito diagnostico–energetico, tuttavia tre sono i vincoli che esse contemplano: occorre possedere la strumentazione adeguata e completa per ogni tipo di analisi, occorre saper usare la strumentazione e manipolarne i dati acquisisti in campo, occorre considerare che gli strumenti meccanici ed i software vanno aggiornati e calibrati alle normative in continua evoluzione, per cui anche una corretta analisi, in apparenza potrebbe dare dei risultati non attendibili.
Nel capitolo dedicato agli strumenti ed alle tecniche di diagnosi è interessante notare il copioso elenco delle metodologie di diagnostica strumentale di tipo “non invasivo”: questo genere di analisi permette di analizzare a fondo materiali e componenti senza arrecare danni alla struttura dei materiali diagnosticati.
Le analisi strumentali consentono di evidenziare le discontinuità dovute alle differenze di conduttanza termica delle diverse parti dell’involucro che a loro volta possono essere legate ad altre caratteristiche come lo spessore del materiale, la presenza di discontinuità strutturale, la formazione di fenomeni di degrado superficiale o interno di un componente. Ogni minimo dettaglio influisce sulla valutazione globale effettuata con rilievi di tipo strumentale (come anche con analisi di tipo analitico d’altronde).
Nel testo sono illustrati i diversi tipi di involucro, opaco e trasparente, evidenziando le caratteristiche materiche che influenzano il bilancio energetico.
Va da sé che l’illuminazione naturale, la presenza di infissi mobili che contribuiscono alla ventilazione naturale e la configurazione architettonica (dettaglio forse meno importante dal punto di vista energetico ma assai rilevante per chi un edificio lo deve vivere), sono aspetti che assolutamente vanno analizzati nel bilancio energetico per comprendere se sia possibile in fase successiva per migliorare le condizioni del costruito.
Non è però solo l’involucro a dover essere diagnosticato: infatti esso costituisce la cosiddetta parte passiva del costruito; ci sono anche gli impianti (trattati nel sesto ed ultimo capitolo) che si impongono come variabile fondamentale nella gestione del bilancio energetico globale.
Nella sezione dedicata agli impianti si affronta il funzionamento dell’impianto di climatizzazione composto dal relativo sistema di gestione, da quello di distribuzione, di emissione e di regolazione; segue poi un breve paragrafo sul sistema della ventilazione meccanica controllata, e la trattazione del sistema elettrico e di quelli alimentati da fonti energetiche rinnovabili.
Sono esplicative le immagini dei dettagli degli impianti soggetti a perdite in cui è evidente il comportamento disperdente del sistema quando è soggetto ad eventuali danni, manomissioni o carenze di ogni genere e natura.
L’autore riporta numerosi riferimenti normativi e rimandi ad approfondimenti bibliografici. Il testo infatti non esaurisce possibilità riscontrabili nelle situazioni reali, ma i casi studio sono sufficienti per avere una panoramica generale delle modalità di diagnosi energetica.
Scheda tecnica del libro
Titolo: Diagnosi energetica strumentale degli edifici
Formato: 170x245 mm
Editore: Dario Flaccovio Editore (Collana Energia)
Pagine: 271 (illustrato a colori)
Data pubblicazione: Marzo 2012
Autore:Elena Lucchi
ISBN: 9788857901220
Lingua: Italiano
Autore
Elena Lucchi è Architetto, dottore di ricerca e docente incaricato presso la Facoltà di Architettura (Politecnico) di Milano, la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Milano e diversi Master e corsi post–lauream dedicati alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica degli edifici. Presso il Politecnico di Milano si occupa di tecniche diagnostiche strumentali e di riqualificazione energetica e ambientale del patrimonio immobiliare esistente. Su queste tematiche ha svolto ricerche sperimentali presso l’Universidad Politécnica de Catalunya (Barcellona) e l’Universidad Politécnica di Valencia. È CTP e CTU specializzato in problematiche energetiche presso il tribunale di Monza. Nell’attività di ricerca, di didattica e professionale è specializzata nell’uso di termografia a raggi infrarossi, Bower Door Test, termoflussimetria, analisi sonica ed endoscopica.
Estratto
Lo studio della propagazione dell’onda elastica nella muratura permette di individuare la presenza di discontinuità interne poiché la velocità sonica è maggiore nei mezzi omogenei e minima nell’aria. Nei vuoti la propagazione è più lenta e si producono rifrazioni multiple del segnale che fanno allungare il percorso tra sorgente e ricevitore. Pertanto, la velocità diminuisce in presenza di fessure, vuoti, lesioni, cavità, zone con diverso grado di aggregazione, fenomeni di degrado che compromettono la densità e l’isolamento interstiziale. La temperatura superficiale apparente rilevata con l’analisi termografica è più elevata. […]