• scritto da Andrea Rotondaro
  • categoria Progetti

Upcycle house: una casa interamente riciclata

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Upcycle House è un progetto sperimentale che dimostra come un riutilizzo creativo sia possibile anche in edilizia. È un’unità abitativa realizzata solo ed esclusivamente con materiali da costruzione riciclati. I lavori di messa in opera si sono conclusi nel mese di dicembre e, secondo i primi monitoraggi effettuati, si è evidenziato un risparmio di quasi il 90% delle emissioni nocive dovute alla fase costruttiva. Del resto, l’idea progettuale di fondo è stata proprio quella di dimostrare che è possibile costruire una casa interamente con materiale di riciclo e di riuso minimizzando la sua “impronta emissiva” in termini di emissione di CO2.

Upcycling: l’arte del rifiuto nel design e nell’architettura

RIUSO CREATIVO

Il nome della casa descrive in maniera sintetica l’idea generale del progetto. Viene, infatti definito “upcycling” il processo di trasformazione dei rifiuti, materiali e prodotti di scarto in una nuova risorsa di qualità superiore reimpiegabile. Tale processo si differenzia in modo netto dal “recycling” in quanto quest’ultimo implica un processo ed una lavorazione industriale per il riciclo dei rifiuti e dei materiali non più utilizzati.

Questa netta distinzione si esprime anche graficamente. Mentre, infatti, il recycle è rappresentato dal simbolo delle tre frecce che si rincorrono formando una figura chiusa, l’upcycle è indicato con una freccia con la punta verso l’alto.

In Italia, nonostante ci sia una buona diffusione dei processi di upcycling, come ad esempio nel caso delle produzioni artigianali di oggetti quali borse, portadocumenti, ecc. realizzati con materiali di scarto riciclati, questa netta distinzione tra ri–ciclo ed up–ciclo è ancora poco conosciuta e raramente presa in considerazione, quasi sempre ignorata.

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IL PROGETTO

L’idea progettuale nasce dalla collaborazione tra lo studio Lendager Architect e la fondazione Realdania Byg, che da tempo è impegnata nella promozione dell’innovazione e delle buone pratiche nel settore dell’edilizia sostenibile. La costruzione, che sorge nella città di Nyborg in Danimarca, è una casa unifamiliare per quattro persone ed è composta da quattro camere da letto, un bagno, una spaziosa area giorno, un porticato, una serra ed un terrazzo rivolto a sud. Il tutto per un totale di circa 130 mq.

Oltre all’utilizzo di materiali ecosostenibili, in fase di progettazione grande attenzione è stata rivolta agli standard passivi, quali ad esempio l’orientamento, l’ombreggiamento, le disposizione delle superfici vetrate e la ventilazione naturale per garantire un elevato comfort abitativo ed uno standard elevato di efficienza energetica globale.

Prossimamente la costruzione sarà anche dotata di un impianto solare per la produzione di energia da fonte rinnovabile e di un sistema di raccolta, accumulo e filtraggio delle acque meteoriche.

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MATERIALI

La struttura portante è stata realizzata utilizzando due container dismessi precedentemente utilizzati durante le spedizioni marittime, il tetto è composto da fogli trapezoidali ottenuti da lattine in alluminio. Il pavimento è stato realizzato recuperando il sughero ed i granulati plastici, quello della cucina con tappi di champagne mentre le piastrelle ed il rivestimento del bagno sono state ottenute dal vetro riciclato, ottenendo in tal modo un buon isolamento dal terreno. Le pareti perimetrali verticali, invece, sono state rivestite ed isolate con carta di giornali riciclati appositamente trattata e trasformata in lana di carta unita, in fase di realizzazione, a scarti di blue jeans.

Ogni componente è stato ideato e realizzato per essere poi a sua volta, in futuro, al termine del suo ciclo di vita, parte integrante del processo di upcycling.

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RISULTATI

I risultati raggiunti dal prototipo danese sono notevoli. Sono state considerevolmente abbassate le emissione di CO2: dai tradizionali 5 kg/mq annui si è riusciti ad ottenere solo 0,7 kg/mq annui. Il tutto riuscendo a vincere anche la difficile sfida del contenimento delle spese di realizzazione, con un costo complessivo di progettazione e realizzazione inferiore a 140 mila euro.

Una bella idea, un esperimento perfettamente riuscito, ma soprattutto una forte dimostrazione di come uno studio approfondito del Life Cycle Assesment (LCA) dei materiali da costruzione possa essere di grande aiuto nella difficile sfida del contenimento dei consumi energetici e della riduzione delle emissioni nocive in atmosfera di CO2.
Una casa a carbon footprint quasi zero è possibile!! 

Andrea Rotondaro

Andrea Rotondaro