12 container per una residenza: abitare l’eccezionale

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Distesi comodamente ai piedi delle Ande di Calle Manquecura, Santiago del Cile, 12 container per il trasporto merci spuntano dalle colline costituendo l’ultima residenza progettata dall’architetto cileno Sebastian Irarrazaval, la Caterpillar House. Idea compositiva che peraltro è stata sperimentata più volte dallo stesso progettista, avendo orientato la sua ricerca sull’abitare in tal senso già dal 2000 in occasionedella XII Biennale di Architettura a Santiago del Cile, proseguendola poi per la Container House 1 a Chicureo e soprattutto per la Chile’s Pontificial Catholic University a Retiro, sempre in Cile.

Il progetto: Cargotecture, quando il container diventa abitazione collettiva

CATERPILLAR HOUSE, LA RESIDENZA DELL’ARCHITETTO CILENO SEBASTIAN IRARRAZAVAL

Idea senz’altro originale, per quanto oramai moderatamente sfruttata nelle opere contemporanee, la riconversione dei 12 container navali per il trasporto merci in architettura presenta indubbi vantaggi, è economico, prefabbricato, modulare, facilmente montabile e smontabile, di certo sostenibile perché implica il riuso ed il riciclo, con ridotti tempi di costruzione e scarsa manutenzione.

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In questo caso particolare risulta inoltre una scelta vincente anche per risolvere gli elevati salti di quota che presenta il sito e per permettere di seguire appieno l’orografia del terreno sottostante. I volumi distesi sul suolo a forte pendenza non solo si integrano perfettamente nell’importante paesaggio circostante, ma grazie alla loro forma allungata ed alle aperture opportunamente studiate nelle parti terminali dei container, convogliano lo sguardo incorniciando il panorama cileno.

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I 350 mq dell’abitazione sono distribuiti su due livelli, la base in cemento armato ed i volumi sovrastanti, che rappresentano anche le diverse dislocazioni funzionali. Al primo livello è situata la zona giorno, mentre nei container per il trasporto merci troviamo la zona notte, la distribuzione verticale e, nell’unico open top, la piscina olimpionica, accessibile anche dall’esterno.

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La drammatica ed impattante potenza strutturale dei volumi, enfatizzata peraltro dalle imponenti travi d’acciaio a vista che le collegano al livello di cemento armato, viene mitigata dal rivestimento di lamiera, che ha in realtà lo scopo di creare una parete ventilata e al contempo da la possibilità di inserire pannelli in poliuretano per l’isolamento termico. Gli spazi interstiziali che si formano dalla disposizione dei vari container sono invece appositamente studiati per ottimizzare e la ventilazione naturale e l’illuminazione interna.

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In netta contrapposizione con il luogo comune che lega l’utilizzo del container al concetto di modularità e standardizzazione, il progettista sa sapientemente modellare e movimentare i volumi della residenza. Nasce così uno spazio per l’abitare frantumato e scomposto in una successione di cellule spaziali con differenti altezze interne, di pieni, di vuoti e di sbalzi a strapiombo sull’importante orografia cilena.

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La Caterpillar House risulta dunque il frutto maturo di un’indagine che lega insieme espressione formale, sostenibilità energetica e filosofia del riciclo, e allo stesso tempo ci offre importanti spunti di riflessione sull’indirizzo verso il quale si sta orientando la contemporanea ricerca architettonica.

Sabrina Giancola

Sabrina Giancola Architetto

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