- scritto da Maria Pia Cibelli
- categoria Innovativi
Il ciclo di vita degli isolanti termici. Il poliuretano espanso
Uno degli elementi che incide in misura notevole sulle valutazioni di sostenibilità di un edificio è sicuramente l’isolante termico che può ridurre e addirittura dimezzare i costi di gestione dell’edificio stesso. Nella categoria degli isolanti l’industria del poliuretano ha deciso di comunicare al mercato dati qualitativie quantitativi dei propri impatti ambientali. Nel 2005 i pannelli in poliuretano hanno ottenuto la classe A di eco–efficienza secondo la metodologia BRE (Building Research Establishment). Questi studi riguardano l’intero processo produttivo caratterizzato da:
– produzione di materie prime;
– processo di trasformazione;
– produzione dei vettori energetici;
– trasporto al luogo di installazione.
Dalla valutazione di questi parametri è stato possibile ricavare l’impatto ambientale come consumo di energia primaria.
La leggerezza, i minori volumi impiegati e le ottime prestazioni isolanti del poliuretano determinano un limitato impatto dello strato isolante, paragonabile, se non talvolta migliore, di quello di materiali tradizionalmente ritenuti bioecologici. Pertanto l’isolamento in poliuretano espanso permette, con un consumo di risorse limitato, di risparmiare una notevole quantità di energia di riscaldamento. Basti pensare all’isolamento di una copertura a Milano, dove il consumo di risorse necessario per la produzione del poliuretano viene ammortizzato già nel primo anno di esercizio del solo impianto di riscaldamento che si conclude con un guadagno energetico netto di 7169 MJ ed un risparmio di emissioni di CO2 pari a 372 Kg.
Una notevole spesa in termini di impatto ambientale deriva dalla produzione di rifiuti dalle attività di costruzione e demolizione. L’obiettivo dell’edilizia ecosostenibile è la riduzione dei rifiuti provenienti da queste fasi che rappresentano da soli il 25% in peso della totalità dei rifiuti prodotti a livello europeo. Nella scelta quindi si devono privilegiare a parità di prestazioni energetiche materiali che durano nel tempo e che posseggono massa contenuta. Anche in questo caso il poliuretano espanso rigido dimostra di essere un materiale virtuoso essendo caratterizzato da una massa compresa tra i 30 e i 40 kg/mc. La massa limitata, associata alle elevate prestazioni isolanti, fanno sì che l’impiego del poliuretano espanso rappresenti la soluzione di isolamento termico sia meno pesante che meno ingombrante. Nella tabella seguente (tratta dal sito Info Build Energia) si sono posti a confronto i volumi e le masse di diversi materiali isolanti necessari ad ottenere una trasmittanza termica pari a 0,3 W/mq K per una superficie di 1000mq.
Clicca sulla tabella per ingrandirla.
Ultimo parametro da considerare nelle nostre valutazioni di sostenibilità è la durabilità: i materiali che nel tempo mantengono inalterati la propria funzione ed efficienza e che non richiedono manutenzioni o sostituzioni contribuiscono a ridurre la produzione stessa dei rifiuti.
Il poliuretano espanso rigido è un materiale plastico termoindurente, stabile in un ampio range di temperature, poco sensibile all’umidità e inattaccabile dai più comuni agenti chimici; garantisce quindi eccellenti prestazioni di durata che possono pertanto superare il tempo di vita degli edifici in cui è inserito. Per questo, se le modalità applicative non hanno determinato un legame indissolubile tra il poliuretano e altri materiali edili, il prodotto isolante recuperato può essere reimpiegato con le medesime funzioni in altre applicazioni. Si privilegia a tal fine il fissaggio con tasselli meccanici piuttosto che l’utilizzo di collanti.
È chiaro che la sostenibilità dovrebbe accompagnare l’intero iter progettuale: dall’orientamento e il posizionamento dell’edificio, alle scelte localizzazione degli ambienti; dalle scelte tecnologiche per la produzione energetica, alla scelta dei materiali di ciascun componente in fase di esecuzione fino alla comprensione della vita di quel singolo elemento e alle conseguenze che comporta la sua scelta.
L’impiego del poliuretano espanso sembra rispondere bene alle intenzioni della Comunità Europea per una migliore politica dei rifiuti e questi studi consentono di valutare, diversamente da quanto fatto finora, gli impatti ambientali dell’intero ciclo di vita dei prodotti: dalla produzione, alla fase di esercizio alla dismissione.
Fonte | InfoBuildEnergia
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