Cos’è una smart city? Città intelligente progettata da cittadini smart

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Potrebbe, e forse dovrebbe, essere implicito nel concetto “smart city” l’idea che i cittadini siano non soltanto coinvolti, ma protagonisti attivi nel processo di progettazione di questo tipo di città. È in quest’ottica che stanno lavorando alcune città italiane, che hanno aderito al programma della commissione europea, partito a luglio scorso (con la presentazione dei risultati nel 2020), e che prevede uno stanziamento di 11 miliardi di euro rivolto a quelle città di piccole e medie dimensioni (dai 100.000 ai 500.000 abitanti) che presenteranno progetti per diventare smart city.

COS’E’ UNA SMART CITY E COME NASCE?

La traduzione letterale “città intelligente” non spiega esaurientemente la natura di questo tipo di città nuovo di zecca (e forse ancora inesistente).

I sei parametri delle smart cities

Infatti una smart city è innanzitutto definita da sei parametri: Smart Economy, Smart Mobility, Smart Environment, Smart People, Smart Living e Smart Governance. L’insieme di questi sei parametri, studiati scientificamente da un gruppo di ricercatori guidato dal professor Dr Rudolf Giffinger del Centre of regional Science della Vienna University of Tecnologies, individua in pratica l’essenza di una smart city, che è quindi qualcosa di più che una città digitale o tecnologicamente avanzata: è l’insieme organico e multiforme del capitale fisico ed economico, e di quello intellettuale e sociale. Questo accento al capitale umanistico, di per sé coinvolge già gli abitanti come uno dei fattori essenziali per la crescita di una città: spiega insomma che quanto più è vivibile una città, maggiore sarà il grado di smartness (competitività, creatività) dei cittadini che la abitano, e conseguentemente dello sviluppo della città stessa.

Ma vediamo più da vicino quali sono, e come si stanno muovendo le città italiane coinvolte in questo progetto.

MILANO 2030

Il 16 dicembre scorso si è tenuto a Milano il convegno “Milano 2030: una città eco positiva”, in cui si è discusso sullo sviluppo della città, vista non più solo come un mero meccanismo, ma come organismo vivente che insieme all’uomo che vi abita si trasforma e si evolve. È dunque agli aspetti immaterialicome le risorse offerte dalle reti di infrastrutture telematiche che si guarda per il futuro della città. Le “reti sociali”, alias social network, la digitalizzazione di informazioni in tempo reale, sono solo alcuni degli aspetti che rendono smart una città, e funzionano soprattutto attraverso il coinvolgimento dei cittadini, sempre più consapevoli del loro ruolo in questo cambiamento. L’avventura milanese coinvolge tutti i livelli del vivere urbano verso la realizzazione di una “piattaforma dell’innovazione” e prevede di raggiungere il suo obiettivo per il 2030, attraverso la sinergia tra le istituzioni e le associazioni pubbliche che raccolgono la voce dei cittadini, come il blog “Pubblicamente Milano 2030”.

ASCOLI 21

Il progetto di Ascoli Piceno per la riqualificazione dell’area industriale della SGL Carbon, invece, ha già raggiunto un livello più definito: dall’incontro delle istituzioni con circa venti associazioni operanti nel territorio, è stato redatto un documento organico “Proposta unica di progettazione partecipata”. Nel progetto di Ascoli 21 la presenza dei cittadini è davvero molto rilevante, e dai punti redatti nel documento si capisce con chiarezza quanto questo metodo, la progettazione partecipata, per quanto poco sfruttato in Italia rispetto all’estero, possa produrre benefici in termini di integrazione dei diversi interessi gravanti sulle città. In sintesi infatti, il programma è orientato alla trasformazione dell’area con la creazione di:

  • un polo tecnologico, che faccia da incubatore di impresa per favorire terziario avanzato ed energie rinnovabili
  • un quartiere residenziale in social housing, realizzato con gli strumenti della progettazione partecipata e sostenibile
  • verde pubblico e spazi aggregativi

La presenza dei cittadini già in questa fase preliminare ha fatto sì che si ponesse l’accento su fattori di qualità della vita, troppo spesso dimenticati nelle progettazioni tradizionali, come ad esempio il desiderio di ridurre il traffico veicolare, dando più importanza alle zone ciclopedonali; inoltre sono state avanzate ipotesi per un centro culturale polivalente e per strutture destinate al co–working.

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Accessibilità, inclusione, ambizione a produrre spazi ad elevata qualità di vita: sono gli obiettivi su cui questi progetti (come altri, a Bari per esempio) stanno puntando per portare le città di medie dimensioni, che sono quelle in cui, di fatto, vive la maggior parte dei cittadini europei, verso un futuro interattivo, consapevole e sempre più intelligente e interconnesso.

Giulia Custodi

Giulia Custodi Architetto

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