- scritto da Luca Leonardo Preziosa
- categoria Progetti
La città foresta di Stefano Boeri modello di smart city a tutto tondo
“Smart Forest City Cancun” è il masterplan di Stefano Boeri per la prima città-foresta al mondo che ospiterà 130 mila abitanti e 7,5 milioni di piante. La città foresta di Stefano Boeri in Messico è una forma di ecosistema urbano ibrido mai sperimentato prima: basti pensare che su un terreno di 557 ettari ben 400 saranno coperti di vegetazione, ospitando 290 mila alberi, per un totale di 2,3 alberi per abitante. Il resto sarà composto da arbusti e cespugli, parchi pubblici, giardini privati, tetti e facciate verdi scelti e progettati dall’architetta paesaggista Laura Gatti.
L’obiettivo della città foresta di Stefano Boeri è quello di contribuire a raggiungere un perfetto equilibrio tra natura e impronta dell'edificio, seguendo la sperimentazione sugli edifici/albero (si veda il primo bosco verticale in Asia e il Bosco Verticale di Milano e la “Urban Forestry” (Forestazione Urbana), che sono alla base del lavoro dello studio Boeri.
Le ambizioni del progetto non finiscono qui. La città foresta di Stefano Boeri in Messico sarà per l’appunto una città smart, non solo nel senso canonico del termine, ma da numerosi punti vista, tanto da allontanarsi dall’alone di distopia high-tech normalmente associato a questa etichetta di tendenza e rivestire il ruolo di modello pionieristico di vera intelligenza, efficienza e innovazione.
Lo studio Stefano Boeri Architetti ha definito il ruolo del progetto della città foresta affermando:
"In effetti, lo sforzo della Smart Forest City di Cancun potrebbe rendere il nostro mondo un posto migliore, riducendo in modo significativo gli impatti negativi sull'ambiente e magari diventando pioniere di un nuovo tipo di insediamento umano, una città creata dall'uomo per la natura e la biodiversità".
Le caratteristiche della smart city di Stefano Boeri
Come ogni città intelligente che si rispetti anche la smart city di Boeri in Messico fa uso della gestione dei cosiddetti “Big Data” per migliorare l’amministrazione della città e di conseguenza la qualità di vita dei propri cittadini. Una rete di sensori di ogni tipo sarà distribuita lungo la smart city e incorporata all’interno degli edifici, nelle strade, negli impianti e nei luoghi pubblici per raccogliere e analizzare in tempo reale dati utili a una migliore gestione della vita pubblica. È importante porre l’accento sul fatto che nella città foresta di Boeri i dati saranno condivisi e gestiti nel massimo rispetto della privacy e che non riguarderanno le abitudini del singolo cittadino, col fine di sorvegliarlo, ma macro-dati riferibili alla comunità intera. Le informazioni raccolte possono essere tra le più svariate, dai flussi riguardanti la mobilità di persone e cose (con l’obiettivo di ottimizzare, ridurre i tempi e aumentare il grado di soddisfacimento dei cittadini), al rilevamento di parametri ambientali come la qualità di aria, acqua e suolo (con grandi benefici per la salute pubblica), fino alle prestazioni energetiche degli edifici (al fine di ridurre i consumi e utilizzare al meglio le risorse).
Il rilievo e l’analisi dei dati che una città produce sono alla base del concetto di città smart, come entità misurabile, con cui si può interagire in tempo reale per ricevere informazioni preziose che possono essere rielaborate e tradotte in azioni concrete e mirate. Un vero e proprio organismo vivente in contrapposizione alla massa caotica ma inerte che sono le città contemporanee. Visto da questa prospettiva, l’uso dei “Big Data” lungi dall’essere strumento di controllo, può essere visto come una conquista dell’urbanistica del XXI secolo.
Ma lo studio italiano non si ferma a questa prima declinazione di smart city: grazie al contributo della società tedesca Transsolar, la città foresta di Stefano Boeri è concepita come un insediamento urbano autosufficiente dal punto di vista energetico e della produzione di cibo. L’elemento fondante di questo sistema di economia circolare è un anello perimetrale di pannelli solari e di terreni agricoli; questi ultimi saranno irrigati da un impianto idrico che fa un uso intelligente della geografia del territorio. Considerando la vicinanza di Cancun al Mar dei Caraibi, l’insediamento sarà circondato da "giardini d'acqua" che lo proteggeranno contro le inondazioni. Un canale sotterraneo preleverà l’acqua dal mare per trasportarla verso un bacino situato all’ingresso della città dove sarà processata in una torre di desalinizzazione e distribuita da un sistema di canali navigabili nell'intero insediamento fino alla cintura dei campi agricoli che circonda l'area urbana.
La smart city di Boeri in Messico sarà inoltre all’avanguardia sul tema della mobilità sostenibile, scegliendo un approccio radicale più in linea con l’urgenza posta dalla crisi climatica ed ecologica, che ci richiede di prendere misure drastiche e rivoluzionarie piuttosto che graduali e riformiste. Sia i residenti che i visitatori della città foresta di Stefano Boeri dovranno infatti lasciare i veicoli che bruciano combustibili fossili al di fuori dell’insediamento (finchè non saranno messi fuori produzione dai governi mondiali nei prossimi decenni) e circolare con automobili elettriche e a guida autonoma. Sempre che ce ne sia bisogno. La città è, infatti, progettata a misura d’uomo, non di auto, seguendo il principio che ogni abitante ha il diritto di avere a disposizione tutti i servizi di cui ha bisogno, nel raggio di un’adeguata distanza a piedi o in bici. Un concetto che appare quanto mai rivoluzionario nell’odierno panorama urbano ma che è in realtà appartiene alla storia delle città ed è una qualità fondamentale per consolidare il tessuto sociale ed economico.
Tutte queste caratteristiche fanno della città foresta di Stefano Boeri un modello innovativo da imitare. Ma la visione di smart city dell’architetto si spinge ancora oltre, imparando dagli errori e ingenuità commessi nei tentativi finora realizzati di smart city. Una città non può essere pienamente smart solo grazie all’aiuto di tecnologie innovative. Affinché una città sia intelligente, c’è bisogno che i suoi cittadini siano intelligenti. Conoscenza e innovazione diventano dunque il cuore pulsante di Smart City Forest Cancun. L’insediamento è progettato per diventare un centro di ricerca avanzata con sei strutture che affronteranno alcuni dei campi attualmente più promettenti: la bio-sanità, l’astrofisica, il restauro della barriera corallina, l’agricoltura rigenerativa, le smart city e mobilità e robotica. Studenti, ricercatori e professori saranno ospitati in alloggi appositamente progettati per avere prezzi accessibili, un grande incentivo affinché la città possa accrescere il suo potenziale.
"L'idea alla base di questo progetto è di creare un distretto dedicato alla ricerca e all'innovazione dove s’incontreranno istituzioni accademiche e centri di ricerca, insieme a grandi multinazionali e le nuove generazioni di studenti e ricercatori, messicani e di tutto il mondo "
ha affermato lo studio Stefano Boeri Architetti.
Come ciliegina sulla torta, la città foresta di Stefano Boeri nasce come proposta alternativa alla realizzazione di un centro commerciale, contrapponendo un modello di futuro sviluppo sostenibile a un simbolo del consumismo sfrenato. Una scelta dal valore simbolico probabilmente non casuale dato che lo studio Stefano Boeri si sta facendo portavoce in Italia e nel mondo di una cultura alternativa del costruire, nel rispetto dei limiti fisici del pianeta e dei suoi sistemi viventi.