- scritto da Giovanna Barbaro
- categoria Laterizi e terra cruda
Una casa in mattoni tra innovazione e tradizione piemontese
Un piccolo ma sorprendente capolavoro di architettura si può scorgere passeggiando nelle Langhe piemontesi: una casa di villeggiatura che concentra tradizione e innovazione nell’uso del mattone artigianale. Gli architetti di Studioata hanno saputo magistralmente dare forma al sogno di una coppia di professionisti olandesi, affascinati dalla cultura artistica e gastronomica nonché dal paesaggio rurale locali.
Il contesto paesaggistico
La casa di circa 100 metri quadrati sorge a Cigliè, un villaggio di 186 abitanti arroccato sulle colline Langarole tra Ceva e Carrù. Il paesaggio rurale piemontese con i vigneti, i noci, i noccioli colorano le viste mozzafiato su Mondovì e sull’intero arco alpino e fanno da cornice al castello medievale. I committenti hanno scelto questo meraviglioso luogo per realizzare la loro casa di villeggiatura dopo aver individuato in internet i progettisti migliori in base allo stile e filosofia progettuale ecosostenibile, così raccontano nella monografia “Una finestra sulle Langhe”, della collana Zoom edita da Celid .
Il progetto
Avvicinandosi al lotto, dalla strada a monte, scorgiamo il piccolo volume monolitico rosato stagliarsi nel pendio della verde vallata, rispettandone il carattere rurale. Un portale in ferro verniciato, alto 3 metri, è appoggiato sul confine stradale per segnalare l’ingresso alla proprietà, alla guisa di un’opera di land art, che in questo caso inquadra la casa nel panorama. Il lotto, di circa 2000 mq, su cui insiste la casa di vacanze, è un terreno in forte pendenza e influisce sulla scelta progettuale a basso impatto ambientale e ad elevato comfort. La casa ha un indice di occupazione basso e sfrutta i principi dell'architettura bioclimatica.
Il volume della casa riprende la tradizione rurale piemontese nella sua forma compatta: un blocchetto con una falda inclinata.
Ciò che rende il progetto innovativo è l’uso originale del mattone, come se fosse una pittura fluida distribuita su tutte le superfici, inclusa la copertura. Il mattone qui è l’unità dimensionale del volume, che dalla struttura al rivestimento, acquista una connotazione astratta, dove ogni suo segno ha una giustificazione tecnica precisa: il taglio per lo scolo delle acque e i camini a tronco di piramide sulla copertura e i trafori e strombature nelle facciate. Il tetto è qui trattato come se fosse una “quinta facciata” dell’edificio, anzi la principale, poiché è quella più emergente, in altri termini è l’elemento architettonico che caratterizza l’edificio, le altre superfici sono seminterrate. La casa, un volume chiuso su tre lati, è tutt’altro che claustrofobica: inaspettatamente si apre a sud verso Mondovì e le Alpi con un’unica grande finestra di 9 metri x 3 metri, di vetrate scorrevoli, protetta sotto un ampio loggiato.
Sono 21.500 i mattoni che rivestono sapientemente la piccola struttura architettonica. Il rivestimento in laterizio della casa è come un manto avvolgente l’involucro edilizio senza soluzioni di continuità: tutte le facciate, le falde inclinate della copertura, addirittura il frangisole della finestra della camera degli ospiti sul prospetto laterale. Il laterizio qui è posato in modo artigianale a “croce svizzera” per lasciare intravedere dall’interno il pittoresco Castello medioevale. Sul prospetto principale anche la porta d’accesso al vano tecnico è rivestita in mattoni. La linea definita dalla copertura è articolata dalle sagome dei camini e del grande lucernario, caratterizzate da superfici inclinate in mattoni faccia a vista. Un’ampia terrazza costruita da 35 grandi tronchi in legno massello completa la relazione tra lo spazio chiuso dell’edificio, la loggia e il giardino. Gli elementi lignei assemblati si appoggiano naturalmente sul terreno inclinato della collina e disegnano una sorta di grande scalinata che conduce al giardino. Lo Studioata non ha proposto una terrazza panoramica invasiva ma ha voluto semplicemente valorizzare la naturale orografia, anche se in modo poco compatibile con le esigenze di disabili motori.
La casa è tanto semplice quanto affascinante: negli interni come negli esterni, tutto è giocato nella cura dei dettagli geometrici e decorativi. La superficie abitativa si distribuisce senza fronzoli in un unico livello, distribuito in modo abbastanza simmetrico rispetto ad un’ampia zona giorno centrale confinante con due camere da letto comunicanti ciascuna con un bagno. Un vano tecnico confina con il lungo loggiato orientato a sud che caratterizza l’ingresso. La zona giorno gode di una straordinaria illuminazione naturale grazie all’’immensa finestra orientata a sud che cattura l’attenzione come uno schermo full HD sullo skyline montano. In ultima analisi è la sintesi di un lungo confronto tra il design italiano e quello olandese.
Bioclimatica ed energie rinnovabili
L’inclinazione della falda, di 25°, e l’orientamento sono ottimizzati per alloggiare in modo perfettamente integrato i pannelli solari fotovoltaici e termici.
Il basamento interrato di circa 2,5 m è dedicato all’alloggiamento delle vasche per la raccolta dell’acqua piovana, finalizzata all’irrigazione dell’ampio giardino. Un concetto di insediamento che riduce il suo impatto sul suolo contribuendo a mantenerlo in buona salute e curato.
Il lucernario, che buca la copertura nella falda posteriore, favorisce la ventilazione naturale estiva e consente alla luce di illuminare naturalmente gli ambienti.
La serranda di sicurezza, in lamiera microforata, diventa una schermatura solare della grande finestra durante il periodo estivo.
Il mattone
La grande fortuna di questo progetto è stato l’incontro con l’impresa e gli artigiani locali che hanno permesso di realizzare idee immaginato e solamente schizzate sulla carta. Il vero protagonista di questo piccolo progetto è la sua unità funzionale: il mattone, un materiale antico ma flessibile, capace di raccontare con la sua matericità e solidità anche linguaggi contemporanei con elevate esigenze prestazionali, sia in termini di risparmio energetico, di comfort acustici e sia di riduzione degli impatti ambientali dalla culla alla tomba. Il mattone di rivestimento usato in questo singolare progetto è della Linea EU-SIZE, nella colorazione TERRAE BESPOKE BLEND (ottenuta dalla miscelazione di 3 mattoni dalle tonalità differenti di cotto). Il mattone è lavorato secondo la tradizione artigianale delle antiche fornaci, dopo la cottura ed essicazione all’aria aperta non richiede alcun trattamento superficiale e ha una durata nel tempo eccezionale. Questo garantisce un basso impatto anche durante la vita dell’edificio oltre che nel processo di lavorazione, di posa in opera e di smaltimento degli scarti. Il legante usato è la classica malta a base di calce idraulica.
- crediti fotografie © Fotografo: Beppe Giardino; Disegni: Alberto Rosso e Giulia Giammarco