Addio disastri ambientali? Da Lecce la spugna che assorbe il petrolio

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Nel campo dei materiali nanotech, il Centro per le Nanotecnologie Biomolecolari dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Lecce, ha messo a punto una particolare spugna in grado di assorbire il petrolio separandolo dall’acqua mediante l’utilizzo di campi magnetici. Questa scoperta cambierebbe drasticamente lo scenario di un possibile incidente petrolifero o di perdita in acqua d’idrocarburi o sostanze oleose, perché la spugna è in grado di assorbire questi composti risolvendo il grosso problema dell’inquinamento ambientale marino.

Tutti ricordiamo ancora nel 2010, l’esplosione della piattaforma Deep Horizon, che riversò in mare milioni di barili di greggio nel Golfo del Messico e provocò un disastro ambientale d’immani proporzioni, i cui effetti devastanti sono visibili ancora oggi.

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La Dottoressa Athanassiou che ha coordinato l’equipe di studiosi “Smart Materials” illustra le eccezionali capacità di questo prodotto: “Abbiamo usato come materiale di partenza comuni spugne naturali a base di schiuma di poliuretano che si trovano già in commercio. A essere decisivo è il complesso trattamento: il rivestimento di nano–particelle consente alle spugne di essere permeabili agli oli e assorbire una quantità di sostanza oleosa fino a tredici volte il loro peso. Tutto senza raccogliere nemmeno una particella d’acqua”.

E prosegue: “Le novità sulla spugna non si fermano alla sola capacità di assorbimento. Esse possono essere anche guidate a distanza. Le molecole rispondono ai campi magnetici e così le spugne, mentre galleggiano, si possono manovrare da lontano e arrivano a coprire aree molto estese”.

Disastri come quello del Golfo del Messico dovrebbero, d’ora in avanti, poter essere risolvibili con questa nuova tecnologia.
E’ interessante notare che la schiuma di poliuretano è un polimero utilizzato comunemente per gli imballaggi e l’isolamento termico. In questo caso, il materiale è trattato, in due distinte fasi, con nano particelle di ossido di ferro e, successivamente, con politetrafluoroetilene (un parolone per dire semplicemente Teflon), che gli conferiscono proprietà magnetiche, superoleofile e superidrofobiche. E l’80% delle nano particelle introdotte nella schiuma, dopo l’uso può essere recuperato e riutilizzato.

Una spugna davvero innovativa, intelligente ed ecologica.

Elena Bozzola

Elena Bozzola Architetto

Si è laureata quando la parola “sostenibile” la pronunciavano in pochi e lei si ostinava a spedire email sulla tutela ambientale a tutti i suoi amici. L’incontro con Architettura Ecosostenibile è stato un colpo di fulmine. Ama la fatica delle salite in montagna e una buona birra ghiacciata dopo la discesa.