- scritto da Sara Bernarotti
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Biomattoni di canapa per la cantina vinicola a impatto zero
Le potenzialità della canapa e della calce per la bioarchitettura sono molteplici, come ha dimostrato l’eclettico Kevin Parker, un ingegnoso imprenditore che, dopo molti anni di ricerche, ha scelto questo materiale per costruire la sua cantina vinicola a impatto zero. Il sito è la campagna francese vicino a Carcassonne nella regione della Languedoc–Roussillon, dove i due soci Parker e Robert Eden hanno realizzato la nuova cantina di Château Maris, già virtuoso per la produzione di vino biologico e biodinamico.
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Nel 2003, insoddisfatti della vecchia cantina situata nell’antica cittadina medievale, hanno deciso di crearne una più grande in campagna, che rispecchiasse e valorizzasse l’aspetto sostenibile dei vigneti. L’idea è stata quella di seguire l’andamento del terreno coltivato in modo che le vigne arrivassero quasi ad affiancarsi alla copertura vegetale della cantina ipogea. Nella parte fuori terra sono stati progettati gli uffici che integrano al tetto verde i pannelli solari. L’edificio a impatto zero doveva richiedere meno energia possibile per funzionare e mantenere allo stesso tempo un ambiente sano e funzionale.
Considerato come un edificio a energia positiva (BEPOS), capace di produrre più energia di quella che necessita, la cantina francese di Château Maris si affida ai mattoni biodegradabili di canapa e calce per coprire i suoi 9.000 mq di superficie.
Dopo aver testato sul campo diversi materiali naturali come la pietra, la terra cruda o la paglia, Parker ha individuato nei biomattoni di canapa la soluzione ideale sia in termini d’impatto ambientale che energetici e salutari. Nella scelta dei materiali, l’equipe ha esaminato inoltre la provenienza, il trasporto e la produzione. Il materiale ideale si è rivelato lapaglia di canapa, che non richiede alcuna irrigazione e concimazione, e la cui crescita rapida aiuta a controllare l’erosione del suolo.
Le fibre di canapa possono essere usate per tessere vestiti e creare corde, le foglie per produrre carta e i semi per fare l’olio; la paglia è dunque essenzialmente un sottoprodotto. La Francia ha ampie piantagioni nella zona intorno a Tolosa e questo fa si che il materiale sia conveniente per il trasporto, da un lato, e per la produzione, dall’altro, non richiedendo particolari sistemi d’irrigazione o fertilizzanti. Inoltre ha il vantaggio che durante i processi di crescita e di lavorazione assorbe CO2 dall’ambiente.
I biomattoni sono essenzialmente costituiti da paglia con l’aggiunta di calce come indurente; la trasformazione chimica in pietra calcarea inoltre cattura e imprigiona l’anidride carbonica e continua a farlo per molti anni. La miscela è stata modellata per creare dei mattoni molto leggeri, solo 15 chili per un mattone spesso circa 60cm, e dunque facile da trasportare.
Inoltre, perché le autorità francesi potessero approvare in tempi brevi la costruzione dell’edificio con materiali non standard, gli operai hanno montato i mattoni fissandoli con dei rivetti, allineando i fori e inserendovi in seguito le travi di legno non trattato, proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile, per rinforzare la struttura.
Grazie alla sua composizione la canapa è uno degli isolanti termici naturali più efficaci in grado di mantenere l’edificio a una temperatura costante compresa tra i 13 e i 18 gradi. Nel caso di Château Maris inoltre, l’involucro di mattoni di canapa è composto da una doppia parete con intercapedine vuota, una soluzione che favorisce l’isolamento termico anche in caso di temperature molto basse e la circolazione dell’aria per ridurre il calore solitamente generato dalla fermentazione del vino.
Non servono ulteriori sistemi di riscaldamento o climatizzazione per questa cantina che grazie alle sue caratteristiche raggiunge la completa autonomia energetica e per i prossimi 20–25 anni assorbirà 44kg di CO2 per metro quadro.