Calce di canapa per l’edilizia. I trulli pugliesi si ristrutturano così

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La canapa è una pianta dalle immense risorse che si sta lentamente riscoprendo anche sul territorio italiano, specialmente in alcune regioni del sud come Puglia e Calabria, dove si pianta per rilanciare l’economia locale e il territorio e come materiale nell’edilizia. Infatti, oltre ad essere ottima da utilizzare in cucina (no, non per tortini al THC, ma come superfood ricco di amminoacidi essenziali e proteine), oppure come fibra di base per tessili e carta, la canapa può essere ampiamente adoperata sotto forma di calce, con risultati eccellenti, come quelli ottenuti nella ristrutturazione dei trulli pugliesi, a basso costo e bassissimo impatto ambientale.

Trulli: il recupero di un borgo antico con tecniche tradizionali

In puglia ristrutturazione di trulli con calce di canapa

In Puglia, per esempio, regione in cui la coltivazione della canapa si sta ultimamente diffondendo, in questi giorni è cominciata la ristrutturazione di alcuni trulli localizzati nel cuore della valle d’Itria, –tra Cisternino (Brindisi) e Locorotondo (Bari)– utilizzando la calce di canapa come materiale principale per la ristrutturazione.

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La scelta di ricorrere a un materiale naturale e sostenibile per la ristrutturazione di queste antiche case è legato anche alla loro storia, in quanto queste erano abitazioni un tempo contadine e già anticamente erano ricoperte di calce per motivi di igiene (la calce disinfetta), e inoltre con muri bianchissimi che riflettevano il sole in modo da avere abitazioni più fresche anche durante la calura estiva.

La canapa in campo edile

In bioedilizia gli usi della canapa sono già noti, infatti la fibra di canapa viene usata per produrre pannelli isolanti e fonoassorbenti, mattoni di canapa, inoltre mischiando il canapulo (parte legnosa e leggera della canapa sativa) con acqua e calce, si induce un processo di carbonizzazione e indurimento: questa è la calce di canapa.

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La calce di canapa permette di realizzare edifici energicamente efficienti, sani e confortevoli a partire da una risorsa rinnovabile, e assorbe anidride carbonica riducendo quindi le emissioni attive. Inoltre la canapa è una pianta annuale che in tre mesi e mezzo è capace di produrre una biomassa quattro volte superiore a quella di cui è capace un bosco della stessa superficie; è la pianta che produce più velocemente la maggior massa vegetale, e quindi è atta ad immagazzinare i più alti livelli di CO2 durante la crescita.

Per utilizzare la calce di canapa in cantiere bastano pochi elementi, calce idrata, canapulo, acqua e un mix di minerali che servono per legare la calce alla canapa.

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I vantaggi della canapa come materiale costruttivo

I benefici apportati dall’uso della canapa in alcuni settori sono noti sin dall’antichità. Un esempio ci arriva dagli antichi egizi, che fasciavano le mummie in teli di canapa in modo da prevenire l’attacco d’insetti o di roditori o fenomeni di putrescenza: questa è una delle ragioni per cui le mummie sono pervenute integre sino ai nostri tempi.

Senza andare così lontano, gli idraulici da sempre usano le fibre di canapa per prevenire le perdite nelle giunture dei tubi: la canapa, infatti, ha ottime proprietà igroscopiche quindi un’elevata capacità di assorbire grandi quantità di acqua e vapore acqueo, e in campo edilizio questo significa ridurre l’umidità degli ambienti, creando locali salutari. Le fibre di canapa rilasciano poi l’umidità lentamente quando l’aria diventa più secca, e ciò crea un benessere abitativo continuo.

In aggiunta, la calce di canapa fornisce agli edifici un’ottima traspirabilità, funzionando praticamente come impianto di aria condizionata: mantiene le case fresche in estate, migliora l’aereazione, evita la proliferazione di muffe e funghi, aumentando in definitiva il comfort e la qualità della vita degli abitanti.

La calce di canapa ha altresì proprietà fonoassorbenti, e fornisce ottime prestazioni di assorbimento delle onde acustiche (può assorbire il 90% delle onde tra 500 e 2000 Hz), è un ottimo isolate termico in grado di annullare ponti termici e di potenziare la tenuta dell’edificio all’aria, ottenendo livelli di certificazione molto elevati. Anche per quanto riguarda la durata del biocomposto non vi sono problemi: infatti, la vita della calce di canapa è praticamente illimitata dato che la calce mineralizza la canapa, rendendola inattaccabile da muffe, insetti e altri piccoli animali.

La calce di canapa è ignifuga in quanto resistente alla fiamma senza rilascio di fumi tossici, facendo sì che gli edifici costruiti con questo materiale siano facilmente catalogati come di classe A.

Infine, impiegando la calce di canapa, a fine vita di un edificio non vi saranno rifiuti, perché sarà sufficiente un processo di frantumazione per poterla nuovamente impiegare come materia prima o secondaria in nuovi cantieri.

Per concludere, vorrei rivolgere un “bravo” di incoraggiamento a questi pionieri, o meglio “bionieri”, della canapa, che, con un occhio alla sostenibilità, al territorio e all’economia locale, ristrutturano i trulli con la calce di canapa, dando prova di grande intraprendenza. Si attendono i risultati con impazienza!

Virginia Patrone

Virginia Patrone Urbanista

Femminista, ecologista, vegetariana: è urbanista e autrice freelance. Vive a Istanbul, dove durante la giornata scrive di architettura e di bizzarri esperimenti culinari sul suo blog Veganbul, di notte s’immerge nei mondi dei suoi autori preferiti, escogita nuovi progetti artistici cullandosi in calde atmosfere jazz.