- scritto da Luca Leonardo Preziosa
- categoria Green Economy
Ikea Circular Living: economia circolare per l’industria dell’arredamento
Quando un gigante come Ikea, leader mondiale nel settore dell’arredamento, con un fatturato annuo di oltre 30 miliardi di euro, decide di rivoluzionare il suo modello economico in favore dell’economia circolare, è davvero il segno che i tempi stanno cambiando. Circular Living è il progetto di Ikea a favore dell'economia circolare. Una rivoluzione nell'industria dell'arredamento e un passo quanto meno audace, per non dire rischioso, considerando che gli esperimenti su questo modello di economia alternativa sono ancora in fase embrionale nel resto del mondo e solo su piccola scala; in aggiunta nessun altro competitor o grande azienda sta anche lontanamente pensando di investire in questa direzione.
Cos’è l’economia circolare
Alla base di Circular Living (letteralmente "vivere circolare"), il nome del progetto Ikea che intende rivoluzionare l'industria dell'arredamento, c'è l'economia circolare. Per rispondere brevemente alla domanda "cos'è l’economia circolare", si può dire che si contrappone al modello dominante dell’economia lineare secondo cui un prodotto nasce, vive (per lo più qualche minuto o qualche anno al massimo) e poi muore e viene rimpiazzato da uno nuovo di zecca. L’economia circolare crea un circolo virtuoso in cui si minimizzano o annullano del tutto gli scarti e le risorse iniziali vengono recuperate e valorizzate.
Il sistema lineare, (illustrato schematicamente nell'immagine sopra, tratta dal sito Ikea) fondamento del capitalismo liberale, ha dominato l’ultimo secolo e rimane ancora oggi il modello di crescita principale, e per quanto innumerevoli economisti e sociologi ne denuncino da tempo il decadimento, l’insostenibilità sociale e ambientale e l’inevitabile sconfitta, nessun modello alternativo è finora emerso con forza da questo dibattito. Il motivo di ciò va ricercato nel fatto che per quanto l’economia lineare ci stia conducendo verso il peggior disastro ambientale che l’umanità abbia mai sperimentato, resta ancora incredibilmente attraente sia per i produttori che per i consumatori. Come mai?
Semplice: è veloce, economico e conveniente, è in linea con i ritmi frenetici della vita moderna e soprattutto ci de-responsabilizza totalmente da qualsiasi conseguenza. Le grandi compagnie devono produrre e ricavare ghiotti profitti e i consumatori devono semplicemente consumare senza porsi alcuna domanda su come quella forchetta di plastica sia stata prodotta, da chi, dove, come la materia prima sia stata ricavata e processata e cosa succederà a quella forchetta dopo che verrà utilizzata per una sola volta e poi buttata. I consumatori vedono solo una parte di questo processo e ignorano completamente il resto, in parte per egoismo, in parte perché le aziende sono molto abili a distogliere l’attenzione.
I tempi stanno fortunatamente cambiando e sempre più consumatori e produttori, si rendono conto della responsabilità delle proprie scelte e di come queste abbiano effetti globali devastanti, ma che se canalizzati nella giusta direzione possono portare a un futuro sostenibile e prospero per tutti. Ikea intende cavalcare l’onda del cambiamento e diventare pioniere di questo nuovo mondo, e per tanto sta non solo dando il via ad una serie di esperimenti su larga scala ma intende fare dell’economia circolare il proprio modello di sviluppo per il futuro, facendone uno dei 3 obiettivi fondamentali di sviluppo per il 2030, insieme ad promuovere uno stile di vita sostenibile per i suoi clienti e migliorare la qualità della vita di oltre un miliardo di persone.
Grazie alla sua ambizione e agli impegnativi obiettivi che la compagnia si è preposta con il progetto Circular Living, Ikea ha ricevuto quest’anno il premio creato dal World Economic Forum (forum economico mondiale) e Forum of Young Global Leaders (forum dei giovani leader globali) per l’economia circolare.
Economia circolare: la strategia di Ikea
Economia circolare: vediamo come, con il progetto Circular Living, Ikea intende raggiungere questi obiettivi.
Ikea Circular Living è basato su una strategia che investe tutti gli aspetti della produzione, per una visione a 360 gradi, circolare appunto e che si può sintetizzare in 6 principi fondamentali:
- Progettare per una durata prestabilita, la più lunga possibile
- Scegliere i materiali migliori, preferendo quelli rinnovabili o riciclati
- Progettare per il riciclo, scegliendo materiali che possano essere facilmente riciclati
- Ridurre al minimo gli sprechi durante la fase di produzione e il consumo di materiali, acqua, energia, e prodotti chimici.
- Progettare per la standardizzazione e la compatibilità, abilitando anche l'intercambiabilità con prodotti di altri marchi.
- Progettare prodotti in grado di soddisfare le esigenze del cliente per tutta la vita, facilitando la riparazione, la manutenzione, e/o l’aggiornamento, e offrendo così una connessione emotiva con il prodotto a lungo termine.
Per attuare questi principi verso la rivoluzione dell'industria dell'arredamento per un'economia circolare, Ikea sta dando vita a una lunga serie di esperimenti e programmi in tutto il mondo, esposti nel suo rapporto “People and Planet positive 2018” (Rapporto positivo su persone e pianeta del 2018). Tra i progetti più interessanti e che più si avvicinano alla visione circolare Ikea sta proponendo degli schemi che rimettono in circolo prodotti vecchi o mal funzionanti, ridandogli vita e valore.
Ikea Australia: pezzi di arredamento in cambio di voucher
Sempre nell'ottica dell'economia circolare, Ikea Australia ha deciso di lanciare un progetto pilota grazie al quale i clienti potranno disfarsi di pezzi di arredamento danneggiati o indesiderati ed essere rimborsati con voucher da poter spendere nel negozio. Il servizio sarà disponibile presso IKEA Tempe, a sud di Sydney, e si unirà ai programmi Ikea esistenti in tutta l'Australia per il recupero di vecchi divani, materassi, batterie e lampadine usate. L’iniziativa è nata da un attenta analisi del mercato e dei desideri di consumatori sempre più attenti.
I responsabili Ikea Australia hanno infatti rilevato che più della metà degli australiani ha gettato via qualche pezzo di arredamento negli ultimi 12 mesi: tavolini da caffè, divani e sedie sono in cima alla lista di cose che sono finite in discarica. Secondo il “People & Planet Positive 2018 report” Ikea stima che ben 13,5 milioni di mobili potrebbero essere stati riciclati, riutilizzati o riparati. A tal proposito, un australiano su quattro ha affermato di non essere in grado di riparare gli articoli danneggiati; tuttavia, il 34% ha dichiarato che sarebbe felice di acquistare mobili di seconda mano. A questo punto Ikea ha deciso di elaborare uno schema circolare per espandere la vita dei suoi prodotti, abbandonando il classico sistema lineare che prevede come destinazione finale la discarica.
Come funziona lo schema:
- Il cliente compila un modulo online e invia per e-mail le foto dei mobili di cui si vuole disfare e questi vengono valutati da un membro dello staff
- Il cliente verrà quindi informato se i suoi mobili sono qualificati per il servizio, e in caso di successo gli verrà offerto un voucher dal valore massimo del 50% del prodotto originale
- Il cliente ha 14 giorni per portare i propri mobili a Ikea Tempe dove riceverà il buono
- I mobili saranno messi in vendita in Ikea Tempe allo stesso valore del buono dato al cliente
Inoltre in caso di articoli di grandi dimensioni difficili da trasportare, Ikea Australia sta collaborando con una compagnia di trasporti per consentire ai clienti di noleggiare gratuitamente per due ore un furgone. In loco è stato inoltre aperto un negozio pop-up chiamato Circular Living che mostra e istruisce i clienti sull'utilizzo di mobili riciclati. In conclusione l’azienda continua a vendere e aumenta la connessione con i sui clienti, i quali si sentono parte di un circolo virtuoso. Le persone continueranno ad acquistare bene di cui hanno bisogno, ma impareranno a dare un nuovo valore agli oggetti della vita quotidiani. Gli effetti benefici su società, economia e ambiente sono inestimabili.
Ikea Australia non è l’unica ad aver dato avvio a questi progetti. In Belgio i clienti hanno ben 5 opzioni quando hanno pezzi di arredamento di cui si vogliono disfare: vendere, riparare, rinnovare, restituire e donare. Le prime due opzioni sono esclusivamente legate a prodotti Ikea, mentre le altre sono disponibili anche per merce acquistata altrove. L’opzione “vendere” è in pratica il sistema dei voucher. Con l’opzione “rinnovare” i clienti potranno frequentare workshop, tenuti nei negozi Ikea, in cui impareranno tecniche per restaurare i propri mobili o riutilizzarli in altra maniera, mentre con “ riparare” Ikea offre parti di ricambio e strumenti necessari. Iniziative simili sono state lanciate i Svezia, Francia, Inghilterra e Giappone.
Ikea Circular Living: un modello da imitare
Cosa ha spinto un gigante come Ikea a percorrere una strada cosi rischiosa?
Senz’altro c’è la volontà di creare un impatto positivo per il futuro del pianeta, ma la ragione principale, e che rende questa scelta ancora più interessante e avvincente è che ha senso da un punto di vista economico. Come ha affermato Hege Sæbjørnsen, responsabile Ikea per la sostenibilità:
Il sistema lineare è quello che ci ha reso il più grande rivenditore di arredamento al mondo con 175.000 dipendenti, quindi ci è stato inevitabilmente chiesto perché vorremmo cambiarlo. La risposta è che la costruzione di un'economia circolare nel modello di business di IKEA sarà fondamentale per la capacità della compagnia di crescere, rimanere rilevante e al passo coi tempi per consumatori sempre più responsabili e sopravvivere a lungo termine nell’era del picco di consumo di materie prime…Vogliamo essere presenti sul mercato per altri 75 anni e, data la vastità della nostra attività, non voler dipendere da materiali vergini e avere un effetto positivo sull’ambiente è fondamentale per l'attività futura.
In altre parole l’economia circolare non è semplicemente una moda passeggera, ma una necessità, per assicurare il futuro del pianeta e del nostro stile di vita, nonché per lo sviluppo economico di aziende e nazioni.
La crescita come la intendiamo oggi (una linea retta, che tende inarrestabilmente all’infinito) sta diventando sempre più difficile da raggiungere a causa del calo degli incrementi di produttività, della saturazione del mercato e del degrado ecologico. Se le tendenze attuali continuano, non ci potrà essere alcuna crescita nel prossimo futuro. In questo momento la risposta è cercare di alimentare la crescita emettendo più debito, sminuzzando le normative ambientali, prolungando l'orario di lavoro e riducendo le protezioni sociali. Questa ricerca aggressiva della crescita a tutti i costi divide la società, crea instabilità economica e mina la sopravvivenza stessa della nostra specie!