- scritto da Giulia Azzini
- categoria Curiosità ecosostenibili
Dati e numeri del rischio idrogeologico in Italia
Sentiamo purtroppo quasi quotidianamente notizie di alluvioni e smottamenti che segnano il nostro territorio e vediamo le immagini di strade allagate, case distrutte, attività cessate a causa dei danni del maltempo. Negli ultimi anni i fenomeni legati al rischio idrogeologico sembrano aumentati sia dal punto di vista meteorologico, con la comparsa di eventi violenti e rapidi, sia dal punto di vista delle conseguenze, che contano danni e vittime.
LA TUTELA DEL SUOLO ITALIANO
L’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha recentemente pubblicato l’annuario dei dati ambientali del 2013, allo scopo di monitorare e quantificare il fenomeno del rischio idrogeologico.
Nella pubblicazione sono presenti dati riguardanti l’inquinamento, lo sviluppo demografico e il consumo di suolo, i dati climatici, i dati sullo sviluppo industriale, numero di provvedimenti in materia ambientale e altri dati correlati a questi temi.
Per avere un quadro completo del rischio è bene analizzare i dati relativi alle due componenti di questo rischio: il cambiamento climatico e i dati relativi all’uso del suolo e alle opere realizzate.
IL CLIMA IN ITALIA
Nella sezione “Atmosfera” dell’annuario possiamo leggere i dati relativi alle condizioni dell’aria e al meteo.
L’Italia ha raggiunto il limite stabilito dal Protocollo di Kyoto per quanto riguarda l’emissione di gas serra. Tale obiettivo si è raggiunto nell’anno 2012. Oltre l’80% del totale di gas serra emessi viene dal settore energetico. Una più attenta politica per i risparmio energetico e l’incentivo all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili potrebbe di molto diminuire le emissioni.
Per quanto riguarda l’inquinamento troppe sono ancora le stazioni meteo, circa il 40% del totale, che hanno rilevato nel corso dell’anno valori oltre il limite di PM10, ozono, biossido di azoto e altri agenti inquinanti.
Il cambiamento climatico è indiscutibile, nel 2013 l’anomalia della temperatura è stata di 1,04°C, superiore a quella globale che è stata di 0,88°C. Nel 2013 il numero medio di notti tropicali, cioè con temperatura minima maggiore di 20 °C è stato superiore al valore normale: in media, circa 10 giorni in più nell’anno.
È stato inoltre rilevato un surplus di precipitazioni e di mareggiate soprattutto in Italia Centrale e Meridionale.
IL TERRITORIO ITALIANO
L’annuario ha analizzato la variazione dell’urbanizzazione nel limite dei 300 m dalla costa, aumentata nel solo 2013 di 1,5%. Sono stati raggiunti gli 8 mq al secondo di suolo consumato, mentre per quasi 50 anni la media è stata di 7.
La percentuale di suolo impermeabile, responsabile per la gran parte dei danni dovuti a precipitazioni improvvise, raggiunge il 15% soprattutto nelle fasce costiere e pedemontane, quelle più sensibili.
Solo l’80% dei procedimenti di VAS, valutazione ambientale strategica, e VIA, valutazione di impatto ambientale, raggiunge il completamento.
A fronte di cambiamenti climatici che non possiamo per alcuni aspetti modificare, i dati presentati mostrano invece come ancora molto si possa fare per la tutela del nostro territorio.