Orti urbani condivisi e giardini collettivi: a Parigi una legge per incentivarli

Gli orti urbani e i giardini condivisi si sono diffusi a Parigi su iniziativa delle associazioni dei residenti dei quartieri e oggi, dislocati per lo più a nord-est della capitale francese, se ne contano circa un centinaio. Una delibera del Consiglio comunale di Parigi incentiverà i cittadini a creare il proprio orto urbano condiviso a Parigi.

 L'allestimento del giardino UNIVERT, strada Polonceau, nel quartiere di Goutte d'Or, XVIII Arrondissement di Parigi. Foto di Isabelle Artus. L'allestimento del giardino UNIVERT, strada Polonceau, nel quartiere di Goutte d'Or, XVIII Arrondissement di Parigi. Foto di Isabelle Artus.

 Il giardino comune de la Goutte Verte - XVIII Arrondissement di Parigi. Foto di Isabelle Artus. Il giardino comune de la Goutte Verte - XVIII Arrondissement di Parigi. Foto di Isabelle Artus.

I "giardini effimeri" e i "giardini nomadi" a Parigi

La storia dei giardini e degli orti condivisi di Parigi risale ai primi anni 2000, quando le associazioni di quartiere hanno chiesto di occupare temporaneamente alcuni suoli della città approfitando di questi "giardini temporanei" per diversi anni. Una volta avviato questo progetto per l'inverdimento della capitale a seguito della delibera del Consiglio comunale di Parigi del 29, 30 giugno e 1 luglio 2015 ( "Permis de végétaliser", (permesso di inverdimento), i giardini potrebbero essere trasferiti temporaneamente in un'altra area libera e priva di zone a verde, da qui il loro nome di "giardini nomadi".

Già nel 2003, il Senato aveva approvato un disegno di legge che mirava a fornire gli orti comunitari di un quadro giuridico "giardini allestiti o animati, progettati collettivamente, tesi a sviluppare legami sociali, culturali o educativi, e di essere a disposizione del pubblico"

Il testo della legge definisce l'esistenza di tre tipi di giardini collettivi:

  1. orti;
  2. giardini condivisi;
  3. giardini di inserimento.

"È iniziato lì dieci anni fa per iniziativa delle associazioni di quartiere e dei residenti, nella Parigi orientale", ricorda Laurence Baudelet, esperto in Etnologia urbana e urbanistica e che coordina e gestisce i giardini Seed Association, un gruppo di 150 giardini condivisi nell’Ile-de-France. Questa struttura accorpa le tipologie di giardino in tutte le sue forme è corrisponde alla rete nazionale.

"Nella città di Parigi è stato poi creato nel 2003, il programma di Pollice Verde che ha  accompagnato la creazione di giardini condivisi a Parigi, fornendo la terra, finanziando le loro strutture, con una strada rete, acqua, una cabina della terra. Questo ha contribuito a sviluppare i giardini condivisi a Parigi”.

Attualmente i giardini condivisi sono poco più di un centinaio – dal più piccolo che misura circa 50 mq al più grande di 2.000 mq – ma la maggior parte occupano aree relativamente piccole. Si trovano soprattutto nel nordorientale della capitale, su terreni comunali e spazi di proprietà di associazioni o comitati di quartiere e aree appartenenti alle reti ferroviarie di Francia. Di questi giardini, l'unico aperto al pubblico è il "Roof Garden", il giardino di 600 mq realizzato nel 2009 e posto al di sopra della collina di Vignoles, nel XX Arrondissement di Parigi.

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Gli esperti a servizio del verde pubblico e sociale

Ci sono alcuni appassionati del verde come Patrick Blanc che cerca di rendere l’ambiente parigino urbano più umano e che è tra l'altro l'autore del muro vegetale dell'oasi di Aboukir. Ma la capitale francese, a differenza di altre capitali europee, non è nota per essere una città “verde”. Tuttavia, con la delibera del Consiglio di Parigi  e l'introduzione del "Permis de végétaliser"  si dà l'opportunità ai cittadini di piantumare il loro luogo preferito facendone semplice richiesta al Comune. 

Nel frattempo anche la ricerca scientifica si è mobilitata. Nathalie Blanc, direttore della ricerca presso il laboratorio CNRS di dinamiche sociali e la ricostruzione degli spazi (Ladyss) parla della ricerca di investimenti sul tema: "Il fenomeno di giardini condivisi è molto interessante per noi scienziati perché ho scoperto che se non ci fosse stata questa domanda a scopo sociale in principio, non ci sarebbe stato nessun tipo di progetto finalizzato a rinverdire la città".

I giardini finalizzati all’inclusione e all'integrazione sociale rappresentano una categoria specifica di giardini collettivi. La legge del 2003 definisce la proposta come "creato o utilizzato per promuovere il reinserimento delle persone in situazioni di esclusione o difficoltà sociali o professionali ".

"È chiaro che a Parigi, molte persone ricevono i benefici sociali minimi e certamente bisogno di avere un luogo per stare insieme", dice Laurence Baudelet. Tuttavia, "i giardini di integrazione sociale non sono molto sviluppati.  Credo che essi sono chiamati a crescere nei prossimi anni ".

100 ettari di verde entro il 2020

L'iniziativa comunale parigina consente al momento la realizzazione di tetti verdi, muri vegetali, orti e giardini pensili che dopo aver ottenuto un’autorizzazione (tempo di attesa previsto un mese dalla richiesta)  dalla città di Parigi ad occupare suolo pubblico in maniera gratuita potranno vederla automaticamente rinnovata dopo 3 anni: il tutto è finalizzato a rendere più facile la procedura per questi futuri "giardinieri dello spazio pubblico parigino”. Nel kit di benvenuto a questa nuova comunità di amanti del verde è compreso il terreno vegetale per la piantumazione e dei semi. Una Carta della vegetazione programma e promuove questi giardinieri-cittadini ad utilizzare il miele così come le essenze locali, per non usare pesticidi e per curare l'estetica dei propri spazi verdi. Oltre a migliorare l'ambiente di vita per i parigini, questa pratica ecosostenibile ha senza dubbio lo scopo di sviluppare legami sociali tra i vicini di casa e i risultati degli ultimi tre anni dalla prima sperimentazione lasciano ben sperare.

Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.