- scritto da Mariangela Martellotta
- categoria Curiosità ecosostenibili
Murales d’artista per Ballarò
Un quartiere costellato da vecchie case, stretti vicoli, e androni che si alternano a chiese e palazzi che, con l’infittirsi dell’edificato, sembrano essere ormai fuori scala con le loro imponenti facciate in cui la magnificenza si accosta alla decadenza. È il quartiere palermitano dell’Albergheria, sede dello storico mercato di Ballarò, uno dei quartieri più antichi e pittoreschi della Sicilia dove si può riconoscere l’anima popolare della città. In questo “cuore pulsante” della Palermo storica sono stati realizzati degli enormi murales d’artista inaugurati lo scorso 1 Agosto e presentati al pubblico ufficialmente attraverso un itinerario gratuito esplicativo, a cura della Cooperativa Terradamare.
Gli artisti dei murales d'autore di Ballarò
ll progetto dei murales che popolano Ballarò è frutto di un’idea di Igor Scalisi Palminteri e Andrea Buglisi; oltre ai due artisti promotori dell'intervento, sono stati coinvolti altri tre nomi della scena pittorica palermitana: Alessandro Bazan, Angelo Crazyone e Fulvio Di Piazza, i quali hanno accettato quella che era la sfida di contestualizzare le proprie opere nel quartiere storico di Ballarò/Albergheria. Sono vere opere monumentali quelle dei cinque artisti. Murales d’autore riconoscibili per lo stile personale di ciascuno di essi.
Gli autori sono stati incaricati per realizzare opere che non fossero slegate fra loro, ma collegate ad un progetto di più ampio respiro che si ponesse come obiettivo la riqualificazione urbana attraverso l’arte sulle facciate cieche degli edifici: ed è questa la ragione per la quale nel quartiere sono stati scelti i vuoti urbani che presentavano segni di maggior degrado, ma che nello stesso tempo conservavano potenzialità attrattive per la propria valenza culturale e per il legame storico alle vicende di Palermo. L'aspetto più interessante è che gli artisti hanno chiesto la collaborazione di alcuni abitanti del quartiere durante la realizzazione dei murales, che si è svolta nel corso del mese di Luglio 2018.
Tutte le opere sono state realizzate in un clima di partecipazione attiva, tant'è che la volontà dei cittadini a collaborare al progetto è testimoniata da alcuni episodi tangibili: le vernici per dipingere i murales sono state donate da una nota ferramenta del luogo, e inoltre già si sta lavorando ad un documentario che racconti la storia dell'intervento.
L’intero progetto – non solo la realizzazione pratica dei murales – è stato supportato da Elenk'art che a Palermo si occupa di promuovere eventi artistici innovativi di promozione sociale.
I soggetti dei murales
Due imponenti immagini sacre sono quelle a firma di Igor Scalisi Palminteri: una Santa Rosalia dai tratti che ricordano lo stile dell’Art Noveau ed l’altro patrono palermitano, San Benedetto il Moro, che spicca sul retro dell’Ospedale dei Bambini, messo quasi a guardia del campo di calcetto e dello spazio circostante che a primo impatto danno l’idea di un luogo vissuto ma che necessità di molto lavoro per essere davvero fruibile.
Da Porta Sant’Agata, sul muro laterale di un condominio di edilizia economico-popolare di metà secolo scorso, nello spazio che si affaccia su via della Chiappara, spicca il “Vortice di pesci” di Fulvio Di Piazza che, senza dubbio per chi lo guarda, ricorda quella che è una delle attività commerciali più rilevanti del mercato di Ballarò.
Su un palazzotto residenziale in via Luigi Siciliano Villanueva il “Colibrì” di Andrea Buglisi vorrebbe spiccare il volo ma sembra riuscirvi a stento, visto l'enorme masso legato alle sue esili zampine.
Sul grande schermo di cemento bianco dell’ex Arena Tukory (denominato Odeon prima degli Anni ’60) sono stati ritratti da Alessandro Bazan una serie di volti di persone del tutto anonime che ricordano uno stile pittorico che si colloca tra Guttuso e Grosz: queste persone, ciascuna con un proprio stato d’animo e una sorta di indifferenza, non sono altro che la rappresentazione della varietà dei sentimenti che costellano gli abitanti del quartiere, in un continuo contrasto di emozioni e turbamenti.
E poi tra i tanti murales d'autore c’è la gigantografia di una delle indimenticabili maschere del cinema nazionale, di origine siciliana ma conosciuto in tutta Italia: Franco Franchi, che amò tanto Ballarò, anche se era originario del quartiere della Vucciria. Il suo volto è stato riprodotto da Angelo Crazyone con la tecnica dello stencil in uno stile che ricorda i pixel dello schermo della televisione, grazie alla quale ha avuto il suo grande successo come attore; l’espressione confusa e comica allo stesso tempo è una di quelle di cui non ci si può dimenticare.
L'arte come motore per la rigenerazione di un quartiere
Il progetto di Ballarò è nato per far dialogare gli abitanti del quartiere con il tessuto urbano e si inserisce nel clima di rigenerazione culturale che sta animando la città di Palermo, nominata capitale della cultura italiana, oltre ad essere sede della prossima Biennale internazionale di Arte contemporanea Manifesta 12.
È evidente che l’arte di strada non possa essere la soluzione alla “riqualificazione del tessuto urbano”,considerando che Albergheria avrebbe bisogno anche di molte risorse economiche e tanti progetti di ristrutturazione vera e propria; eppure anche solo la presenza di queste forme d’arte è stata accolta con favore e condivisione dai ballarioti che hanno aiutato gli artisti nell’esecuzione dei murales.
Queste opere tuttavia non sono solo degli ornamenti urbani, ma simboli pieni di significato; con la loro realizzazione si è voluto lanciare un segnale che risvegliasse il senso di cittadinanza, che ricordasse gli eventi storici, la tradizione del luogo e connotasse l’identità della comunità.