Come ridurre l’impatto ambientale. Acquistare con criterio, riciclare correttamente

Raccolta-differenziata

Vediamo che cosa potremmo fare, e come, per ridurre il nostro carico ambientale sul Pianeta. Per prima cosa dovremmo premiare i prodotti che hanno un imballaggio sostenibile, biodegradabile, fatto con materiale riciclabile o riciclato il quale, rispetto i materiali vergini, dovrebbe anche incidere di meno sul prezzo finale del prodotto. Le etichette ecologiche, tipo la europea ecolabel, hanno lo scopo di minimizzare l’impattoambientale fornendoci in modo accessibile, pertinente e credibile informazioni tecniche comprensibili, istruzioni sul corretto uso ed eliminazione del prodotto ed in fine la data di produzione (utile per il controllo del rilascio di tossicità post fabbricazione).

Imparare a conoscere le etichette dei materiali

In seconda battuta, dovremmo distinguere con attenzione i materiali attraverso le etichette per poi poterli separare e smaltire correttamente. La qualità della raccolta inizia proprio con il consumatore responsabile. Ad esempio il simbolo PE si trova impresso nel materiale o nell’etichetta indica il polietilene. E’ il materiale di fabbricazione delle bottiglie per bevande, viene anche indicato con numeri, 2 (alta densità) o 4 (bassa densità), all’interno di un logo a forma di triangolo costituito da tre linee terminanti con frecce. Purtroppo solo per alcuni settori merceologici (veicoli, elettrodomestici e articoli per alimenti) il produttore è tenuto, sotto sua responsabilità, ad apporre le eco etichette.

Tuttavia, queste non risolvono il problema dell’impatto ambientale derivato dagli imballaggi misti. E’ bene sapere che il packaging realizzato con diversi materiali come ad esempio il cartone poliaccoppiato, indicato con il simbolo CA, usato per confezionare bevande (Tetrapack) o altri materiali poliaccoppiati indicati con PI, anche se composti da materiali riciclabili, non è sostenibile quando separarli uno dall’altro sia meccanicamente impossibile.

Materiali ed oggetti non riciclabili come plastica

Quanti sanno che i seguenti materiali non vanno conferiti nel contenitore della plastica?

  • Rifiuti ospedalieri (es: siringhe, sacche per plasma, contenitori per liquidi fisiologici e per emodialisi)
  • Beni durevoli in plastica (es: elettrodomestici, articoli casalinghi, complementi d’arredo, ecc.)
  • Giocattoli
  • Custodie cd, musicassette, videocassette
  • Piatti, bicchieri, posate in plastica
  • Canne per irrigazione
  • Bacinelle o similari
  • Barattoli e sacchetti per colle, vernici, solventi
  • Grucce appendiabiti
  • Borse, zainetti, sporte
  • Posacenere, portamatite, ecc.
  • Bidoni e cestini portarifiuti
  • Cartellette portadocumenti, ecc.
  • Componentistica ed accessori auto
  • Sacconi per materiale edile (es: calce, cemento)
  • Imballaggi con evidenti residui del contenuto
  • Vasi per vivaisti
  • I polimeri indicati con il numero 7 all’interno di un triangolo simbolo di riciclo.

Materiali ed oggetti non riciclabili come vetro

Quanti sanno ad esempio che i seguenti materiali vetrosi non sono riciclabili e pertanto non vanno gettati nel contenitore del vetro?

  • Ceramica
  • Lampadine
  • Neon
  • Porcellana
  • Specchi
  • Vetro retinato
  • Schermi di televisori e computer
  • “Pirex”

Le istituzioni

Fortunatamente alcuni comuni virtuosi istruiscono i loro cittadini, ma sono ancora pochi quelli attrezzati per ottimizzare la raccolta differenziata con opportuni contenitori e isole ecologiche facilmente accessibili e ben gestite, molto spesso si trovano chiuse o non opportunamente segnalate. In caso di dubbio su come procedere consigliamo di visitare i siti Internet delle imprese autorizzate alla gestione dei rifiuti dove possiamo trovare utili consigli su come fare la raccolta differenziata di qualità nel proprio territorio, basta inserire il proprio comune o quello più vicino a quello della propria residenza, poi entrare nella sezione ambiente e selezionare l’opzione “servizi offerti”.

E’ chiaro che già ci sono le tecnologie efficaci ed economiche per valorizzare i rifiuti in risorse, quali materia prima o energia. Evidentemente i problemi, legati alla gestione dei rifiuti, che conosciamo e per cui siamo noti anche all’estero, derivano da una mancanza di volontà di adottare modelli sostenibili. Se le questioni ambientali non danno luogo a profitti interessanti, allora non meritano attenzione. Allora perché non quantifichiamo i danni derivati dall’inquinamento ambientale che si ripercuotono sull’ecosistema? Tutti dovremmo considerarci responsabili per il semplice fatto che non interveniamo. Il grado di civiltà di un popolo si dovrebbe misurare anche attraverso la capacità di gestire i propri rifiuti che si traduce in un rispetto verso le generazioni future.

Il caso del Comune di Vedelago

Un esempio di eccellenza nella raccolta differenziata e sfruttamento delle materie prime derivate in particolare dalla plastica termofondibile è il centro di riciclo del comune diVedelago. In questo piccolo paesino in provincia di Treviso, ogni giorno arriva un mix di rifiuti, scarti industriali, commerciali, artigianali, agricoli e frazione secca di raccolte differenziate, conferito da aziende private e pubbliche. Il flusso dei materiali raccolti passa attraverso varie fasi, descriviamo le principali. Innanzi tutto, i rifiuti vengono selezionati in parte da macchine aspiratrici e in parte manualmente per eliminare i materiali non riciclabili o non compatibili con la plastica, come ad esempio i metalli e il vetro. Nella seconda fase, i rifiuti ormai già risorse, vengono triturati e lasciati raffreddare. La fase chiave del processo è l’estrusione: i pezzetti risultanti sono riscaldati a 180°C e trattati con polvere e gesso di modo che si coagulino in una pasta malleabile. Una volta indurita questa viene triturata con le caratteristiche granulometriche richieste dal cliente. La componente plastica è sempre pari o superiore al 75% e ciò consente decine di applicazioni tecnologiche diverse. Il materiale prodotto, oltre ad essere ecologico costa da 1/6 a 1/14 rispetto al granulato ottenuto dalla plastica vergine.
All’interno del centro di riciclo è allestito uno spazio espositivo didattico permanente per la visione dei campioni rappresentativi dei molteplici usi della plastica riciclata. Molti acquirenti della materia prima ricavata dai rifiuti, risparmiata all’ambiente, sono stranieri. Molto richieste sono sabbie sintetiche e polveri finissime di diversa composizione per realizzare: blocchi di calcestruzzo portante con interessanti prestazioni termiche e fono isolanti, articoli di arredo urbano e addirittura per ricavare gasolio attraverso un processo di frantumazione molecolare.

Il messaggio che dovrebbe essere recepito è: la raccolta differenziata consente di ridurre il carico ambientale dei nostri rifiuti e può trasformarsi in una reale opportunità di sviluppo economico ecosostenibile per la società in generale e per la ricerca scientifica in particolare.

Giovanna Barbaro

Giovanna Barbaro Architetto e Tecnologo

Deve il suo carattere cosmopolita a Venezia, dove si laureò in architettura (IUAV). Dal 2008 europrogettista nei settori green economy e clean tech. Nel 2017 ha realizzato uno dei suoi più importanti sogni: fondare Mobility-acess-pass (MAP), un'associazione no profit per la certificazione dei luoghi pubblici per le persone con disabilità motorie. Tra i suoi hobby preferiti: la fotografia e la scrittura