- scritto da Romina Muccio
- categoria Curiosità ecosostenibili
Coltivare in città: orti urbani in Italia
Quello degli orti urbani è un vero e proprio fenomeno che sta interessando l’Italia e non solo, e lo dimostra anche uno studio di Legambiente e CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), che hanno identificato delle nuove professionalità, quelle degli “urban farmer”, agricoltori impegnati a coltivare terreni posti nei centri abitati facendone orti produttivi di primizie di ogni specie. Il ritorno all’agricoltura, oltre ad essere un modo per affrontare la crisi che incombe rispolverando sane abitudini, come quella di coltivare oltre che di piantare in città, è molto di più. Studi statistici dimostrano che, ad oggi, quattro comuni su dieci per ciascuna provincia prevedono coltivazioni in città, le più gettonate sono pomodori, insalate, erbe aromatiche e frutta di ogni genere.
Orti urbani: un fenomeno in crescita in Italia
DOVE E PERCHÈ COLTIVARE IN CITTÀ
L’iniziativa di creare una rete di orti in Italia, si è avuta nel 2006 su proposta di Italia Nostra, e nel 2008 è stato firmato il primo protocollo d’intesa per la diffusione dell’agricoltura in città.
La presenza di orti urbani da coltivare, oltre a crearenuova occupazione e incrementare i rapporti sociali, migliora la qualità della vita e dell’ambiente, rivalutando zone degradate e in stato di abbandono, ponendo una battuta d’arresto alla corsa all’edificazione che oggi è un altro tema scottante che riguarda gran parte delle nostre città. A ciò si accosta la possibilità di mettere sul mercato prodotti tipici provenienti dai luoghi originari, evitandone l’importazione con un incremento dei costi.
Potrebbe essere questo l’inizio di una nuova economia, quella che potrebbe definirsi economia etica, inclusiva e sostenibile, a favore delle comunità locali impegnate nel lavoro che oggi sembra tanto mancare e del quale non si può fare a meno per sopravvivere.
Diverse sono state le iniziative in merito. A Milano, il comune ha pubblicato qualche mese fa un bando dal titolo coltivaMI, afferente ai progetti previsti per l’Expò 2015, al fine di assegnare orti urbani. Ad oggi sono stati destinati ben 170 orti di non oltre 60 metri quadri ciascuno.
Anche altri comuni si stanno impegnando in simili iniziative, basti pensare ad Ostuni che ha intenzione di riqualificare la storica cinta muraria tramite orti urbani estesi per ben 27.000 metri quadrati. Anche a Bolognal’iniziativa ha preso piede con la consegna delle aree dismesse ai cittadini affinchè vengano coltivate. In particolare, circa tre ettari di terreno a Borgo Panigale sono stati adottati da una piccola cooperativa i cui prodotti, oltre a soddisfare i bisogni familiari, vengono distribuiti tra i soci fruitori che, per entrare a far parte della cooperativa, pagano una quota ricevendo in cambio una cassetta di prodotti a settimana.
In Campania, l’iniziativa ha coinvolto i territori di Pontecagnano ed Eboli, dove i pomodori e le zucchine crescono in prossimità dei resti dell’insediamento etrusco di Amina dove la Soprintendenza ha reso disponibili dei terreni di circa 100 metri quadri ciascuno, assegnandoli gratuitamente con bando pubblico a cittadini in pensione.
L’iniziativa, preziosa in sè, oltre a promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio e la riconversione di aree dismesse in zone di respiro, potrebbe essere un nuovo modo di promuovere il paesaggio italiano, invidiato dal resto del mondo per la propria bellezza spontanea e non costruita artificialmente.