- scritto da Mariangela Martellotta
- categoria Curiosità ecosostenibili
L’algoritmo che riconosce i materiali dal loro suono
Direttamente dal MIT (Massachusetts Institute of Technology), arriva un algoritmo che riconosce i materiali dai loro suoni.Andrew Owens, ricercatore del “Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory” (CSAIL) spiega:
«Quando si sfrega il dito sulla superficie di un bicchiere di vino, il tipo di suono prodotto riflette la quantità di liquido che è in esso simula tali suoni e può rivelare informazioni chiave sulle forme degli oggetti e sui diversi tipi di materiali, così come la forza e il movimento delle loro interazioni con il mondo».
Sarà da questa intuizione che ha avuto origine l'algoritmo che riconosce i materiali dai loro suoni?
L'algoritmo che riconosce i materiali dai loro suoni
Le prime applicazioni
Le prime applicazioni dell'algoritmo che riconosce i materiali dai loro suoni sono state nel campo cinematografico. I ricercatori del Computer Science e Artificial Intelligence Laboratory (CSAIL) del Massachusetts Institute of Technology hanno inizialmente sviluppato un algoritmo capace di analizzare un video muto e ricavarne gli effetti sonori dai singoli fotogrammi, riuscendo a convincere gli spettatori che i suoni del video provenissero tutti da un ambiente reale. Il sistema è in grado sia di recuperare i suoni corretti dalla sua vasta biblioteca che di sintetizzarne di nuovi in base alle proprietà dei materiali che vede nel video.
Questo tipo di tecnologia è stata studiata con lo scopo di essere utilizzata per produrre, dopo aver acquisito automaticamente una serie di suoni base, degli effetti sonori per film e spettacoli televisivi, in altre parole svolgere la funzione di “rumorista”. Il team del CSAIL ha utilizzato delle tecniche acquisite nell’ambito del “deep-learning”, utilizzando tecniche digitali per setacciare grandi quantità di dati e modelli senza, quindi, dover ricorrere all’utilizzo di ulteriori algoritmi. Nel corso di diversi mesi ha ottenuto una biblioteca di 46.000 suoni prodotti da numerosi oggetti.
Per valutare l'efficacia della tecnologia sviluppata, gli esperti del CSAIL hanno chiesto ad un gruppo di volontari di osservare due video, uno contenente suoni reali, l'altro suoni prodotti dall'algoritmo. In due casi su tre il pubblico ha identificato il suono artificiale come reale. Un’intelligenza artificiale in grado di produrre suoni realistici capaci di ingannare gli stessi esseri umani. Questo “Test di Turing per il suono” rappresenta molto di più che un’applicazione per il gioco!
Possibili applicazioni nell'architettura
Il risvolto dell'analisi dei suoni svolta dal team di ricerca potrebbe essere anche la creazione di robot con potenzialità elevate, capaci di riconoscere i materiali e selezionarne all'occorrenza (bonifica da materiali inquinanti per esempio).
I ricercatori hanno creato anche un ulteriore algoritmo in grado di distinguere i suoni prodotti su una superficie dura da quelli derivanti da una superficie morbida, con una precisione del 67%. Ad esempio, incontrando un marciapiede rivestito con erba, un robot potrebbe utilizzare il riferimento sonoro delle due superfici per dedurre cosa accadrebbe se calpestasse l'una o l'altra.
Il team di ricerca attualmente è formato dal neolaureato PhD Phillip Isola e i professori del MIT Edward Adelson, Bill Freeman, JoshMcDermot e Antonio Torralba.
Una prima pubblicazione su quest’invenzione è stata anche presentata alla conferenza annuale sulla Computer Vision e Pattern Recognition.