Guida alla progettazione della città culturale

Guida alla progettazione della città culturale

«Una città non si misura dalla sua lunghezza e larghezza, ma dall’ampiezza della sua visione e dall’altezza dei suoi sogni».

Così affermava il giornalista statunitense Herb Caen una quarantina di anni or sono, e non si sbagliava!

Non è possibile argomentare riguardo la “città culturale” se non la si comprende nella sua evoluzione costante e continua dovuta a molteplici fattori che vanno dall’evoluzione storica alle trasformazioni economiche sociali e quelle propriamente dette culturali. Ma cosa si intende con il termine ampio di cultura? Riferendoci al contesto urbano gli autori di questo libro fanno riferimento a numerosi contributi forniti da urbanisti, studiosi, paesaggisti che hanno dato la propria definizione in merito o hanno contribuito ad arricchirla di significato: una linea comune che persiste è che le città sono viste come realtà multiple ed eterogenee che però nel momento in cui riescono a coordinare tutte le proprie vocazioni prevalgono sì per una caratteristica particolare ma diventano luoghi armonici, dove vivere in maniera conveniente per tutti.

Il testo "Guida alla progettazione della città culturale" fornisce spunti e spinte per l’elaborazione del cosiddetto “piano culturale”, un documento operativo di programmazione a breve-medio termine, utile a definire interventi del settore culturale e le relative priorità, attraverso l’analisi, il confronto e la definizione di linee guide che sul medio periodo segnino la strada per definire e condividere la «vision» che un territorio ha di sé stesso dal punto di vista dello sviluppo degli assets culturali, ma in una logica di «sviluppo integrato» con le altre vocazioni del territorio.

Per arrivare alla stesura di un documento del genere però è auspicabile che la collettività prenda coscienza dell’importanza di perseguire tre linee fondamentali

  • riappropriarsi degli spazi ma anche della partecipazione al dibattito sulla città;
  • attivarsi alla responsabilità e all’autoproduzione, ricalcando quella che gli autori affermano essere una pratica sociale ormai necessaria e scandita letteralmente da uno slogan-acronimo di stampo contemporaneo DIT (Do It Together);
  • affermarsi come presa di coscienza di una comunità.

PIC: Piani Integrati della Cultura. Il logo del PIC della Regione LombardiaPIC: Piani Integrati della Cultura. Il logo del PIC della Regione Lombardia

Ho trovato geniale il modo in cui nel testo vengono sovente richiamati alcuni racconti di Italo Calvino per esemplificare il significato di città come di un qualcosa di materiale che nasce dalla commistione di risorse  creative, artistiche, insomma culturali in senso lato. Ogni città è diversa da un’altra non solo per la sua morfologia ma anche (e aggiungerei soprattutto) per chi la vive e la governa. È dalle interazioni sociali che si intrecciano e nelle sfide che la città si trova a fronteggiare per le proprie esigenze che  si tratteggiano le sue caratteristiche.

A proposito di quanto appena detto è interessante quanto asserisce l’urbanista Charles Landry che "Senza il potere della creatività le città muoiono" o che – come riportato anche da Lucio Argano, autore del libro –  "La cultura è il software della città che ne è l’hardware".

Nei vari capitoli del libro "Guida alla progettazione della città culturale" non si resta sul puro piano teorico ma gli esempi a questioni aperte in merito a piani culturali conosciuti e ad approcci in essere sono da stimolo ad approfondire l’argomento.

Sono inoltre molto utili le tabelle di raffronto (rielaborate, sintetizzate o semplicemente tradotte da altri autori) che danno modo di capire quanto sottile possa apparire a prima vista la differenza tra un approccio di tipo tradizionale e uno che faccia riferimento a nuovi e concreti principi indirizzati allo sviluppo sostenibile, e quanto invece sia differente il risultato che si può ottenere in termini di miglioramento delle condizioni di vita.

Ultimo ma non ultimo in ordine di importanza è il valore che nel libro si da ai processi partecipativi, necessari affinché un percorso di definizione di n Piano Culturale vada in porto. In alcune regioni d’Italia, come in Puglia la progettazione partecipata è stata anche normata da una legge regionale.

Matera, capitale europea della culturaMatera, capitale europea della cultura

Una nota di approfondimento merita il capitolo “Esperienze di pianificazione culturale urbana”, dedicato alle città italiane che hanno concorso alla competizione del 2019 che ha stimolato un processo virtuoso e senza precedenti di progettazione, alleanza interistituzionale, partecipazione delle comunità e condivisione di intenti, e alle “città creative”, meglio note come UNESCO Creative Cities Network (UCCN) una qualifica che è stata creato nel 2004 per promuovere la cooperazione con e tra le città che hanno identificato la creatività come fattore strategico per lo sviluppo urbano sostenibile. Le 246 città che attualmente compongono questa rete lavorano insieme per un obiettivo comune: porre la creatività e le industrie culturali al centro dei loro piani di sviluppo a livello locale e cooperare attivamente a livello internazionale. 

Mappa delle città creative (Creative Cities Network): focus sull’Italia Mappa delle città creative (Creative Cities Network): focus sull’Italia 

In ogni caso quello che emerge sia a livello italiano che europeo, è che da almeno un ventennio a questa parte, probabilmente con l’avvento delle teorie risalenti agli anni ’70 sugellate da normative, sulla Rigenerazione Urbana, si sia riscoperto il valore necessario della cultura e della partecipazione. Non sono solo affermazioni degli autori ma dati di fatto che scaturiscono proprio dalle esperienze concrete che varcano i confini nazionali degli esempi virtuosi citati pocanzi, e si manifestano in quelle città cosiddette “interculturali”, ove le previsioni di pianificazione trovano spunto in quelli che sono gli obiettivi dell’Agenda 2030 fra i quali spiccano valori come la “dimensione sociale” e la “partecipazione culturale che unisce le persone”.

 

A chi è rivolto il libro
“Guida alla progettazione della città culturale” è indirizzato sia alle istituzioni territoriali e ai diversi attori culturali e sociali che vi gravitano intorno, sia agli studenti di materie urbanistiche e territoriali, data l’attenzione degli autori rivolta alla geografia, al design urbano e ai temi della pianificazione della città.

Scheda tecnica del libro 

Titolo: "Guida alla progettazione della città culturale - Rinnovare le geografie, il design, l’azione sociale, la pianificazione nello spazio urbano"
Formato: cartaceo 200 x 240 mm
Editore: Franco Angeli editore
Pagine: 526
Data pubblicazione: (I edizione) Maggio 2021
Autore: Lucio Argano
Contributi: Desirée Campagna, Paolo Dalla Sega, Lelio Fornabaio, Nina Però, Costanza Rapone, Alessandra Refolo, Angela Tibaldi
Collana/argomento: Pubblico, professioni e luoghi della cultura
ISBN: 9788835117544
Lingua: Italiano

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L’autore: Lucio Argano

Lucio Argano, è vice presidente delll’Area Cultura della società di consulenza PTSCLAS, insegna Management culturale presso presso l’Università degli Studi di Roma Tre, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia, l’Università degli Studi di Genova. È Project Manager di Rome City of Film città creativa Unesco e Presidente del Consiglio Superiore dello Spettacolo. È autore di diversi volumi per la Franco Angeli.

Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.