Il nuovo waterfront di Oslo all’interno del Barcode masterplan

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Inaugurata a gennaio su progetto del gruppo Snøhetta, la sede norvegese della società di servizi Deloitte si sviluppa a partire dalle linee guida del Bjørvika Barcode, il masterplan del 2003 pensato per riqualificare un’ex area portuale in stato di degrado . Il nuovo waterfront trasforma l’area in un quartiere moderno e sostenibile, nuovo polo di attrazione culturale e sociale di Oslo, e rimette in relazione la città storica con il paesaggio dei fiordi, parteintegrante dell’identità del luogo.

Il progetto del gruppo Snøhetta per la pedonalizzazione di Times Square

IL MASTERPLAN: BARCODE PROJECT

L’area nella quale sta sorgendo il nuovo quartiere della capitale norvegese era una zona portuale dismessa, Bjørvika, compresa fra la Stazione Centrale e l’attuale sede della Norwegian National Opera and Ballet. Il concorso per il masterplan del 2003, vinto da MVRDV con A–lab e Dark Architects, ha consentito di concretizzare le grandi potenzialità di quello che costituirà il nuovo vibrante polo attrattivo del waterfront della città.

L’idea alla base del progetto urbano è quella di riavvicinare la città storica all’ambiente naturale circostante – il mare ed i caratteristici fiordi visibili a poche decine di metri dal porto – attraverso la restituzione alla collettività di vasti spazi pubblici e architettonici di qualità, residenze, uffici, servizi commerciali e di ristoro, ampliamento dell’offerta culturale cittadina ed una importante riqualificazione del sistema viario, che prevede tra l’altro la deviazione della esistente autostrada con conseguente riduzione della viabilità carrabile al solo traffico locale ed aumento delle aree pedonali.

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La creazione di passerelle pedonali che oltrepassano i binari della Stazione riconnette fisicamente la città con il mare, ma la struttura stessa dell’intervento urbano è studiata per favorirne anche i collegamenti visivi: Barcode(letteralmente “codice a barre”) prevede una dozzina di edifici ad altezza variabile disposti su lotti stretti e lunghi in direzione nord/est–sud/ovest, con i lati lunghi paralleli fra loro e distanziati da opportuno spazio pubblico accessibile a qualunque orario.

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Il nuovo waterfront di Oslo, che sarà completato nel 2016, prevederà dunque destinazioni d’uso miste ed anche una serie di servizi comuni agli immobili (aree parcheggio sotterranee, passaggi coperti per pubblico e addetti, aree ristoro e negozi ai piani terra) i quali, pur nel rispetto delle linee guida del masterplan, possiederanno una propria specifica identità nella composizione architettonica e nei materiali utilizzati. Una serie di video sul sito che promuove l’intervento immobiliare complessivo, mostrano un’esplorazione tridimensionale del nuovo spazio edificato e il time–lapse degli stati di avanzamento dei lavori.

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Immagini in alto: © MVRDV

BARCODE B.10.1: L’EDIFICIO PER LA DELOITTE

All’interno del nuovo quartiere è stato appena ultimato l’edificio per uffici progettato dal gruppo Snøhetta (che ha firmato anche la vicina Norwegian National Opera and Ballet).

Si tratta di una superficie complessiva di 20 mila metri quadrati, su quindici livelli adibiti in prevalenza agli uffici per la società Deloitte e servizi annessi, ma con i primi due livelli destinati a negozi, ristoranti e bar aperti al pubblico, oltre a spazi esterni pedonali attrezzati e fruibili 24 ore su 24.

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Il progetto nasce dalla fusione fra l’esigenza di attenersi alle prescrizioni del Barcode masterplan e l’intenzione di conferire un carattere scultoreo alla nuova sede della società di servizi.
Il carattere unitario ma allo stesso tempo frammentario della cortina è ottenuto mediante una serie di pannelli in alluminio e vetro, montati su una struttura metallica a sua volta fissata alla struttura principale costituita da solai e pilastri circolari.

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L’ingegnosa soluzione formale consente di ottenere una texture articolata e dinamica attraverso l’utilizzo di soli quattro pannelli tipo (più dei pezzi speciali, per le soluzioni d’angolo ad esempio) che combinano tre semplici forme geometriche – disposte secondo direzioni verticali, orizzontali e inclinate – variandone opportunamente il carattere di trasparenza (vetro) o opacità (alluminio bianco).

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La compattezza dell’insieme è ammorbidita dalle aperture su tutta la superficie, ma anche dall’attacco a terra arretrato e totalmente trasparente, e dalla grandefendituravetrata che sottolinea l’atrio di ingresso e che, insieme alla trama delle superfici, sembra rievocare l’immagine di un ghiacciaio norvegese in equilibrio precario. I quattro livelli superiori dell’edificio ospitano la mensa, aule conferenze e terrazze verdi che offrono una vista incantevole sui fiordi.

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A livello urbano un passaggio pedonale permette ai viaggiatori provenienti dalla Stazione di attraversare l’edificio, ricomponendo al contempo il dislivello tra la quota dello snodo ferroviario e quella, più bassa, della Dronning Eufemias Street, su cui prospetta l’ingresso principale.

CRITERI DI SOSTENIBILITÀ

La sostenibilità del progetto di Snøhetta ha le sue radici nel Barcode project. Infatti, già nella fase di pianificazione urbanistica sono state fissate alcune linee guida, da seguire anche negli interventi architettonici, riguardo al miglioramento dell’efficienza energetica e della qualità dell’aria, al recupero e riuso delle acque piovane, al riciclo degli scarti, all’uso efficiente del suolo, al potenziamento del servizio di trasporto pubblico e del sistema del verde urbano.

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Anche nell’edificio per la Deloitte è prevista la creazione di un ampio spazio pedonale antistante l’ingresso principale (complessivamente la superficie destinata a piazze e promenades pedonali copre il 40% dell’intera area riqualificata) e di spazi esterni verdi per il 50% della superficie totale esterna.

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Le grandi vetrate dell’edificio consentono di ridurre i consumi elettrici e di usufruire di ambienti di lavoro molto luminosi. I pannelli prefabbricati sono costituiti da tre strati di vetro per ridurre la trasmittanza termica e migliorare quindi le prestazioni energetiche dell’edificio. Le dispersioni sono ulteriormente ridotte grazie allo studio di un sistema brevettato di guarnizioni e bloccaggio tra i pannelli.

Matilde Fagotto

Matilde Fagotto Architetto

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