Parco giochi vivente: una piccola oasi tra tralicci di salice e sabbia

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Kagome è una particolare tecnica d’intreccio, ma anche un gioco tradizionale e una filastrocca giapponese. Dalla duplice idea della tessitura e del gioco nasce il concept per l’area gioco del MQW, nel noto MuseumsQuartier a Vienna. Ai progettisti è richiesto di attrezzare il cortile come un parco per i piccoli, considerando delle schermature per le giornate calde. Lo studio viennese PPAG, in collaborazione con Simon Oberhammer e Stefanie Meyer, opta per una struttura vivente, definita da tralicci di salice che chiudono una superficie di sabbia. 

Approfondimento: architetture viventi dalle talee del salice

Protetti dalla cupola a strisce, i bimbi possono giocare, a piedi nudi, con il fogliame lussureggiante. Le fronde di questo parco giochi garantiscono, quindi, un’adeguata protezione ai raggi del sole e una temperatura interna molto confortevole.

SABBIA E PIANTONI DI SALICE

L’MQW è un polo attrattivo per mostre ed eventi artistici; attrezzature e aree da gioco, tra cui il Kagome, permettono di godere degli ampi spazi esterni durante tutto l’arco della giornata. Concepiti come salotti open air, ospitano da sempre performances, campi da bocce, dj–lines, d’estate letture pubbliche e, d’inverno, piste di curling.

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© PPAG architects

Ogni anno, da aprile ad autunno, l’atrio vede rinascere il piccolo playground di sabbia, dove i bambini possono giocare al sicuro, ma nascosti dagli occhi indiscreti dei genitori, nel cuore di Vienna.

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© Simon Oberhammer

Il piccolo padiglione, largo 4.50 m e alto 2.50 m, è fatto dai sottili e malleabili tralicci di salice di 5 m di altezza radicati al suolo, ricoperti di terra, una membrana geotessile e sabbia. Per dar forma alla tenda vegetale, è utilizzato un anello di acciaio provvisorio, mentre la connessione tra i piantoni è garantita da un’orditura orizzontale, a tre diverse altezze, con rami finemente intrecciati, dell’età di un anno.

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© PPAG architects

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© Simon Oberhammer+PPAG architect

Le aperture sono oblunghe, ottenute da corde che trattengono tre o quattro pali contemporaneamente. La struttura si sviluppa in maniera naturale, cambiando, giorno dopo giorno, a causa della crescita organica del piccolo recinto. La forma arrotondata, quasi come una cipolla, si chiude a nido custodendo preziosamente l’area gioco.

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© PPAG architect

CURIOSITÀ DEL GIOCO KAGOME

Dopo aver fatto un girotondo, un bambino viene scelto come oni (demone o orco) e si siede al centro con gli occhi bendati, mentre gli altri gli ruotano attorno intonando la canzoncina

Kagome, Kagome,
l’uccello in gabbia,
quando uscirai da lì?
Chi c’è dietro la caduta,
verso la fine dell’alba,
della tartaruga e della gru?
E chi si nasconde dunque dietro di te?

Al termine, il bimbo dovrà indovinare la persona che è dietro di lui o acchiapparlo; se riesce, i due si scambiano di posto e il gioco si ripete.

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.