Officine delle Ferrovie a Porta al Prato diventano quartiere multifunzionale

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Nello scorso mese di gennaio la giunta comunale fiorentina, su proposta dell’assessore alle Politiche del territorio Elisabetta Meucci, ha dato avvio al procedimento di variante urbanistica nell’area delle ex Officine delle Ferrovie a Porta al Prato, la stessa area in cui il 21 dicembre 2011 è stato inaugurato il nuovo teatro del Maggio Musicale, progettato dall’Arch. Paolo Desideri e dallo studio ABDR Architetti Associati.

L’intervento di riqualificazione interessa un’area ferroviaria inutilizzata compresa tra il nuovo Teatro, il fosso Macinante e la Leopolda, la stazione d’arrivo della prima ferrovia toscana, dismessa prematuramente e trasformata da anni in spazio multiculturale, noto anche a livello internazionale per le iniziative di “Fabbrica Europa” con i suoi progetti di danza, teatro, musica ed arti visive.

L’obiettivo, secondo le parole dello stesso assessore, è quello di trasformare la zona in un quartiere “vitale e accessibile”, ma soprattutto quello di ricomporre e di riconnettere gli interventi urbanistici realizzati e in corso di realizzazione, attraverso un sistema di opere infrastrutturali e di verde pubblico.

Il Protocollo d’Intesa stipulato nel 2009 tra Comune, Provincia, Regione e Rete Ferroviaria Italiana prevedeva la suddivisione dell’area in tre comparti d’attuazione: il primo (lotto A) destinato ad opere di carattere ferroviario ed ai servizi connessi, il secondo (lotto B) per interventi pubblici tra cui il nuovo Teatro, il terzo (lotto C), della superficie di circa 68.700 mq, per un insieme di ristrutturazioni urbanistiche ed edilizie, opere infrastrutturali, verde pubblico ed opere a destinazione residenziale e commerciale per 39.000 mq di superficie utile lorda (di cui 9.000 mq solo di recupero edilizio).

Il progetto complessivo coinvolge, quindi, un’intera parte di città: dal quartiere di piazza Bonsanti, nell’area dell’antico scalo merci, alle strutture pubbliche e culturali della Leopolda e del nuovo Teatro, riconnesse ed integrate con il parco delle Cascine che, con l’allontanamento dell’Ippodromo, vedrà il conseguente allargamento delle aree raggiungibili e fruibili dal pubblico. Con la trasformazione della linea ferroviaria per Empoli nella linea 4 della tramvia, che collegherà la stazione di Santa Maria Novella alle Cascine e al Viadotto dell’Indiano, si intende, infine, potenziare la mobilità da e per l’area.

Nel progetto definitivo del Parco della Musica e della Cultura di Firenze la connessione tra il costruito ed il grande parco cittadino si realizza attraverso un vero e proprio parco artificiale raccordato con quello naturale mediante un ponte pedonale sopra il fosso Macinante e con un sistema di terrazze, piazze, gradinate, giardini e belvederi compresi tra le due grandi Sale acustiche e la Cavea, sovrastante la sala maggiore e capace di ospitare fino a 2600 persone.

Nonostante i costi siano lievitati in maniera smisurata rispetto al bando di gara e, secondo un’inchiesta de La Repubblica, addirittura già triplicati con la sola realizzazione della prima Sala, un risultato indubbiamente positivo di questo ambizioso progetto è il recupero di un’area abbandonata da tempo e la sua restituzione alla città come luogo d’incontro tra arte ed uomo, come nuovo punto di riferimento per il turista, ma soprattutto per il cittadino. Così come risulta degno di nota l’utilizzo di tecniche di costruzione ecosostenibili e rispettose dell’ambiente nelle finiture e nei rivestimenti. Per la realizzazione del nuovo Teatro lo studio ABDR si è avvalso, infatti, della collaborazione di aziende “green” per le rifiniture interne, per le facciate e per la posa in opera della pavimentazione sia interna che esterna, per la quale è stata utilizzata eco porcellana nei colori avorio e antracite, sigillata nei giunti con eco silicone. All’interno le finiture della grande semisfera con i tre strati di vernice (zecchino, antico e platino), secondo le parole dello stesso Arch. Paolo Desideri, “ricreano l’impatto decorativo di un metallo prezioso”, attraverso tinteggiature costituite da componenti di base altamente sostenibili, ottenuti da residui di altre lavorazioni che “restituiscono un sorprendente effetto materico in spessore”.










Monica Tredici

Monica Tredici Architetto

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