Arcipelago Italia: il padiglione di Cucinella per la Biennale di Venezia 2018

Arcipelago Italia, il padiglione curato dall’architetto Mario Cucinella alla Biennale di Venezia 2018, si pone come obiettivo l’analisi e l’indagine di quella vasta porzione di territorio italiano - circa il 60% - poco densamente abitato e forse destinato all’oblio. Molteplici fattori determinano infatti lo sgretolarsi dei fragili equilibri che portano a un definitivo spopolamento e all’abbandono dei piccoli centri sparsi per lo Stivale con conseguente perdita di storie, memorie, identità e impoverimento da tutti i punti di vista del territorio. Troppo spesso l’attenzione è concentrata sulle criticità delle grandi metropoli e delle periferie trascurando realtà che appaiono “minori”.

Il coinvolgimento di un’ampia squadra di esperti all'interno del progetto del padiglione ha contribuito alla messa a punto di 5 progetti sperimentali ognuno dei quali cerca di dare una risposta a uno de “i cinque nervi scoperti del Paese” esposti negli imponenti spazi della Biennale di Venezia 2018 dedicati ad “Arcipelago Italia” e allestiti su cinque “isole”.

“I cinque nervi scoperti del Paese”:

  1. la tutela del patrimonio artistico;
  2. la ricostruzione;
  3. il bosco e la filiera produttiva del legno;
  4. la mobilità lenta e veloce;
  5. il superamento del modello architettonico degli ospedali, a favore di nuovi spazi per la cura e la degenza della popolazione anziana.

I 5 progetti, che vanno oltre la durata di una Biennale, sono simbolicamente rappresentati nel Padiglione Italia su 5 tavoli di legno che formano un arcipelago. 

L'interno del padiglione Arcipelago Italia di Cucinella con i 5 tavoli in legno.

 Schizzo dell’allestimento di Mario Cucinella per il padiglione Arcipelago Italia Schizzo dell’allestimento di Mario Cucinella per il padiglione Arcipelago Italia

I 5 progetti sperimentali di Arcipelago Italia

Progetto 1 – Sicilia, Valle del Belice – Tutela del patrimonio artistico

A Gibellina si interverrà sull’incompiuto teatro di Pietro Consagra iniziato negli anni '70. Il gruppo di lavoro guidato da AM3 con Vincenzo Messina in collaborazione con Maurizio Carta dell'Università degli studi di Palermo, Dipartimento di Architettura e con l’artista Giuseppe Zummo, in seguito all’analisi delle esigenze della popolazione, ha proposto di destinare i manufatti recuperati alla promozione della filiera agroalimentare. Secondo il progetto presentato nel padiglione di Cucinella alla Biennale di Venezia 2018, il teatro verrà riconvertito e ampliato per ospitare il "Laboratorio Territoriale", una struttura proposta dal Ministero dell’Istruzione, e i terreni circostanti saranno adibiti a parco agricolo urbano. Gli spazi che un tempo ospitavano il palco e le gradinate del teatro saranno trasformate in piazza sopraelevata, mentre la parte sottostante, resa permeabile e attraversabile, ospiterà un mercato della frutta e della verdura locali.

 Teatro di Consagra, Gibellina © DavideCuratolaSoprana Teatro di Consagra, Gibellina © DavideCuratolaSoprana

Progetto 2 - Marche, Camerino – La ricostruzione

Il progetto, curato da MoDus Architects in collaborazione con Maria Federica Ottone dell'Università degli Studi di Camerino, Scuola di Architettura e Design, si sviluppa all’interno della zona dell’Italia Centrale colpita dal terremoto del 2016. L’obiettivo è ridare agli abitanti un luogo dove riconoscersi e ricostruire insieme la quotidianità perduta. La squadra propone di agire in due direzioni: una verso il centro storico di Camerino e una verso i margini dell’abitato. Nella sala di Arcipelago Italia di Cucinella si ipotizza la realizzazione di un nuovo percorso di accesso alle mura medievali di Camerino attraverso la riconversione di spazi ipogei e la costruzione di un edificio loggiato di fronte alla chiesa di San Francesco fondata nel XIII secolo. Gli ambienti accoglieranno e renderanno fruibili il patrimonio delle biblioteche e degli archivi oggi custoditi in depositi non accessibili fin dal terremoto del 1997. Al limitare dell’abitato all’ingresso del nuovo percorso una nuova piazza coperta con spazi destinati a diverse funzioni diventerà il luogo di incontro e di connessione tra la città e la campagna.

 Francesco Galli Courtesy, La Biennale di Venezia Francesco Galli Courtesy, La Biennale di Venezia

Progetto 3 - Appennino Tosco-Emiliano, Parco delle Foreste Casentinesi - Il bosco e la filiera produttiva del legno

Alcune tra le faggete più antiche di Italia, inserite a Luglio 2017 nella lista del Patrimonio dell’UNESCO, si trovano nell’Appennino Tosco Emiliano ed è questo il luogo dove si inserisce lo studio fatto da Diverserighestudio con la collaborazione di Ernesto Antonini e Andrea Boeri dell'Università di Bologna, e con il supporto di Matteo Marsilio sul tema delle foreste come sistema produttivo. L’idea presentata alla Biennale di Venezia 2018 nel padiglione di Cucinella è quella di realizzare piccoli insediamenti che coniughino funzioni produttive legate alla filiera corta del legno e funzioni abitative in modo da rinsaldare il legame tra uomo e foresta nel rispetto delle risorse naturali.

La sala dell'Arcipelago Italia alla Biennale di Venezia

Progetto 4 - Basilicata, Matera e gli scali ferroviari di Ferrandina e Grassano - La mobilità lenta e veloce

Si tratta di due studi differenti per la Valle del Basento in Basilicata che propongono la riorganizzazione degli scali ferroviari di Ferrandina e di Grassano affrontati rispettivamente dallo studio under 35 BDR Bureau e dallo studio Gravalos di Monte Arquitectos affiancati entrambi da Chiara Rizzi dell'Università degli Studi della Basilicata, Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo e dall’archeologo Emmanuele Curti.
A Ferrandina l’edificio esistente della ferrovia sarà riqualificato e adibito a spazio di promozione del territorio. Un nuovo volume verrà affiancato al vecchio manufatto lungo il percorso dei binari e ospiterà le funzioni dedicate alla stazione ferroviaria, la cooperativa per lo sviluppo territoriale e l’accesso al parco fluviale. Il progetto coinvolge anche il capannone dell’ex consorzio agrario i cui spazi verranno utilizzati dall’osservatorio dei processi di bonifica dei siti industriali della zona, da un vivaio specializzato nell’incubazione delle essenze necessarie alla fitobonifica e da una banca per la tutela delle sementi autoctone.
A Grassano, invece, le infrastrutture ferroviarie dismesse verranno utilizzate per promuove il progetto HackLab: un laboratorio per favorire la nascita di nuove imprese legate all’agricoltura e all’artigianato in stretto contatto con la Open Design School promossa da Matera.

Progetto 5 - Sardegna, la Barbagia con la piana di Ottana - Il superamento del modello architettonico degli ospedali

La piana di Ottana in Sardegna - Provincia di Nuoro -  negli anni '70 fu interessata dalla costruzione di un grande polo dell’industria metalmeccanica. Oggi l’area presenta diverse criticità legate soprattutto all’inquinamento ambientale. La regione ha recentemente varato un Piano di riqualificazione e riconversione e in questo contesto si inserisce il progetto proposto da Solinas Serra Architetti realizzato con la collaborazione di Sardarch e di Giorgio Peghin dell’università di Cagliari. L’idea è quella di realizzare un nuovo modello di casa di cura e di luogo di ricerca per la salute.

Scopri il nuovo modello per la tipologia ospedaliera proposto da Renzo Piano.

Gli spazi in cui si muoveranno dottori, ricercatori, malati, visitatori, funzionari sono stati pensati per essere in continua correlazione senza una distinzione netta. La vita all’interno dell’edificio si intreccia e si articola esattamente come in un antico borgo favorendo l’incontro e lo scambio delle idee.

Chiara Nicora

Chiara Nicora Architetto

Architetto interessato ad approfondire i temi legati alla riqualificazione del costruito, progetta case e allestimenti temporanei. Affascinata dal mondo dell'arte in tutte le sue molteplici espressioni, dedica il suo tempo libero come volontaria per il patrimonio culturale.