- scritto da Elena Bozzola
- categoria Progetti
L'architettura dei materiali naturali e di recupero
Qualche anno fa li avremmo presi per pazzi e visionari, oggi le nuove generazioni di architetti che operano nel credo del “naturale e sostenibile”, rappresentano ed esprimono le necessità di un pianeta ormai al collasso, bisognoso di soluzioni alternative all’architettura tradizionale, di esempi all’avanguardia, dal forte impatto sociale e dall’elevato valore educativo realizzati con materiali naturali e di recupero.
Materiali fuori dal comune: cattedrali vegetali e di cartone
COSTRUZIONI CON MATERIALI ORGANICI
A New York, lo studio The Living ha vinto il concorso Young Architects Program, presentando un mattone ottenuto con gli scarti di mais. I giovani e creativi talenti hanno progettato, per un evento musicale tenutosi lo scorso giugno, ”Hy-Fi”, una torre circolare costruita al MoMa con questi mattoni biologici, prodotti con una combinazione rivoluzionaria di gambi di mais. Finito l’evento, la torre è stata smontata e il materiale fornito ai giardini delle comunità del Queens.
Bellissimo pensare intere case edificate con i rifiuti organici raccolti nelle fattorie.
In fondo, pochi immaginavano che il bambù, con le sue caratteristiche di resistenza, flessibilità ed eco sostenibilità, entrasse nella categoria dei materiali edili dei nostri tempi. E questo grazie anche alla strada tracciata da un signore alternativo, un certo Shigeru Ban, l’anti-archistar giapponese, premiato quest’anno con il Pritzker Prize, cioè l’Oscar degli architetti. Lui più di altri, ha scommesso su strutture realizzate con materiali di recupero o economici, come bambù e cartone.
COSTRUZIONI CON MATERIALI DI RECUPERO
Nel mondo, però, c’è chi osa di più, soprattutto in quei paesi dove i materiali architettonici low cost hanno un impatto sull’economia della gente. È l’esempio di Michael Reynolds che si è inventato l'“Earthship”, un’abitazione in paglia, legno, pneumatici riempiti di terra per i muri portanti, vetro e lattine. Una soluzione esportata un po’ in tutto il mondo ma che, in Italia, ha incontrato un mare di ostacoli regolamentari, frenando ogni esperimento.
COSTRUZIONI CON I CONTAINER
Un sistema abitativo che, invece, regge bene l’impatto con la realtà urbana, è quello delle case fatte da container. In Cile, Sebastian Irarrazaval ha progettato a Santiago, “Caterpillar House”, una struttura prefabbricata costituita da 12 container, che vanta un sistema di ventilazione naturale degno di una pala eolica.
A Johannesburg è sorta “Mill Junction”, la casa dello studente formata da 375 container a quaranta metri da terra, posati su alcuni silos.
A sud di Berlino, 40 container sono diventati “Frankie & Johnny”, un campus per studenti progettato da uno studio di Zurigo.
Soluzioni a volte discutibili per il loro estremismo visivo ma che senz’altro incontrano le possibilità economiche, soprattutto dei giovani: 200 euro mensili per vivere con tutte le utenze comprese nel prezzo.