La storia dell’ex parco divertimenti di Berlino est: lo Spreepark

La storia dello SPreepark ex parco divertimenti di Berlino est.

La storia dello Spreepark, l’ex parco divertimento che sorge sulle sponde dello Sprea nella Berlino est, racconta fasti e decadenza di un’epoca. Quella che vi raccontiamo è una vicenda con lieto fine, almeno fino alla sua riapertura, prevista nel 2020.

In copertina: foto © Benjamin Pritzkuleit.

Nel distretto di Treptow-Köpenick nella Berlino est, l’ex parco di divertimenti “Spreepark” giace come una bella addormentata sulla sponda del fiume Sprea da oltre 14 anni. Spiccano tra il verde incolto una coloratissima ruota panoramica, resti di un ottovolante e di un borgo inglese, malinconici relitti di altri tempi. Assieme ad altre strutture abbandonate nella città, l’ex lazzaretto, il panificio delle SS, la stazione di ascolto americana (Teufelberg) e la vecchia ferrovia Siemens, lo Spreepark è una delle maggiori attrazioni per curiosi: un luogo fantasma dal fascino inquietante.

 Dinoland nello Spreepark di Berlino est, Foto © snostein Dinoland nello Spreepark di Berlino est, Foto © snostein

 Ingresso al tunnel dell’ottovolante “Spreeblitz” dello Spreepark di Berlino est, © Chris Grabert. Ingresso al tunnel dell’ottovolante “Spreeblitz” dello Spreepark di Berlino est, © Chris Grabert.

Parecchi anni fa bastava scavalcare la recinzione per scoprire tra la vegetazione rigogliosa le strutture arrugginite della DDR disseminate in una vasta area contaminata dal veleno e dalle erbacce. Una facciona variopinta e mostruosa, cigni di plastica bianco-neri arenati nella palude, una nave pirata e animali preistorici giganteschi in un parco di circa 60 ettari. A lungo location di film, eventi e party techno, l’intera area è ora sorvegliata 24 h al giorno, accessibile solo con tour o visite gratuite in giorni prestabiliti dell’anno.

Mentre il vento fa oscillare e cigolare le cabine della ruota, i cigni, le gondole ma soprattutto i berlinesi nostalgici attendono intrepidi la riapertura prevista nel 2020, nuovo capitolo per lo Spreepark di Berlino est, la cui storia ha davvero dell’incredibile.

 Vista aerea della ruota panoramica dello Spreepark di Berlino, ©Jaromir Kavan. Vista aerea della ruota panoramica dello Spreepark di Berlino, ©Jaromir Kavan.

 Aiuola circolare di pioppi e Grand Canyon, Foto ©Jaromir Kavan. Aiuola circolare di pioppi e Grand Canyon, Foto ©Jaromir Kavan.

Il successo e la caduta del parco divertimenti e di una famiglia

Le inquietanti attrazioni dello Spreepark, la ruota cigolante all’entrata e gli animali riversi giacciono in un bosco reso inagibile dall’arsenico, presente a 2 metri di profondità, dal vandalismo e dal generale abbandono. Come ogni luogo fantasma, l’ex parco divertimenti ha un passato meritevole di essere ricordato, che contribuisce al suo fascino e mistero.

Strettamente legata alle vicissitudini politiche e ai cambiamenti di tempi e gusti, la storia dello Spreepark di Berlino est è scandita da gravi errori umani e ripetuti colpi di scena. Come in un film, si può rivedere la parabola di successo e decadenza di un’era, di un luogo e di un’intera famiglia di giostrai.

Nell’ottobre del 1969 per i vent’anni della nascita della DDR (la Repubblica Democratica Tedesca) si inaugura il “VEB Kulturpark Berlin”, un’area verde di 60 ettari di cui 18 destinati all’educazione del popolo e all’intrattenimento. Un successo di visitatori stimato in 1,5 milioni l’anno, del resto è l’unico luna park (a pagamento per le singole giostre) della Berlino est con la sua ruota panoramica alta 45 m.

Le presenze scendono a circa 500 mila dopo la caduta del Muro, smascherato l’aspetto spartano del luna park non lontanamente paragonabile a quelli occidentali. Le colonie dei cigni riposano nelle acque torbide, i pontili di legno iniziano a marcire e cala sul parco il velo della decadenza. Negli anni ‘90 riapre con un’area destinata ai giochi notevolmente ridotta, contando 2 milioni di presenze all’anno. Il Senato di Berlino impone notevoli restrizioni e poichè l’area è circondata dall’omonimo bosco, i vincoli paesaggistici limitano le infrastrutture necessarie all’attività del parco.

 Scivolo d’acqua Grand Canyon dello Spreepark di Berlino, © Mario Wilpert. Scivolo d’acqua Grand Canyon dello Spreepark di Berlino, © Mario Wilpert.

 Scivolo d’acqua Grand Canyon dello Spreepark, © Mario Wilpert. Scivolo d’acqua Grand Canyon dello Spreepark, © Mario Wilpert.

 Vista aerea della ruota panoramica dello Spreepark, ©Jaromir Kavan. Vista aerea della ruota panoramica dello Spreepark, ©Jaromir Kavan.

Nel ‘91 il giostraio Norbert Witte si aggiudica l’appalto e vuole trasformare il vecchio “Kulturpark Plänterwald” nel più grande parco divertimenti della Germania unita. Il nome cambia in “Spreepark”, che suona più occidentale, sono acquistate più giostre, asfaltate aree e appaiano ruscelli e viali alberati. Il numero dei visitatori non cresce (nel 2001 conta solo 400 mila all’anno) forse per la carenza dei parcheggi, per il prezzo eccessivo o per la male gestione dei proprietari, fino a quando il parco chiude definitivamente per insolvenza.

Alla decadenza del parco è connessa la tragedia della famiglia Witte. Lo storico proprietario convince il comune che 7 attrazioni necessitano di riparazioni e sono inviate in Perù, dove tenta in realtà di installare un nuovo luna park. Il piano fallisce e le enormi attrazioni come “il tappeto volante” e “Butterfly” vengono rispedite in Germania, assieme ad un centinaio di chili di cocaina. Nel 2004 si conclude il breve sogno del giostraio, che lascia sul parco debiti di decine di milioni di euro.

Dal 2009 i visitatori possono visitare lo Spreepark abbandonato nei fine settimana e nei giorni festivi durante le visite guidate, e apre il caffè "Mythos". Nell'estate del 2014, il sito è messo in sicurezza con una recinzione alta 2,5 m, ma comunque un incendio doloso distrugge alcune attrazioni, costringendo ad una soluzione immediata per la più grande area improduttiva della città. Ovviamente c’è un grande interesse da parte di investitori nazionali ed esteri, i debiti rendono obbligatoria un’asta nel 2013, vinta da un investitore privato con un’offerta da 2,5 milioni di euro, successivamente annullata dal senatore delle finanze Ulrich Nußbaum. Nel febbraio 2014, lo Stato di Berlino acquisisce la società insolvente e dal 2016, la direzione è stata assunta dalla Grün Berlin GmbH, società statale che si occupa di moltissimi parchi a Berlino, tra cui Tempelhofer Feld, il parco GleisdreieckGarden der Welt e il Britzer. L’anno successivo inizia alcuni lavori di manutenzione come recinzioni e potatura.

Il nuovo Spreepark: una triade di arte, cultura e natura

Dal 2016 la società statale Grün Berlin sviluppa per il futuro dello Spreepark un progetto partecipativo con l'obiettivo di combinare i temi dell'arte, della cultura e della natura. Il progetto è scandito da tre fasi: dal 2016 al 2018 il concept in collaborazione con i cittadini, grazie a 4 eventi e 2 workshop di pianificazione.

La seconda fase è iniziata nel febbraio 2019 con l’obiettivo di approfondire e pianificare le singole aree del parco divertimenti di Berlino est. Entro la fine dell’anno saranno integrati i risultati di un'ulteriore partecipazione civica sotto forma di informazioni concrete per la pianificazione futura. Il 14 e 15 settembre 2019 si sono svolte le "Giornate dell'Open Spreek" dove il pubblico interessato ha avuto modo di conoscere il vecchio e il nuovo Spreepark, con l'opportunità di partecipare attivamente al suo sviluppo.

Il futuro dello Spreepark

Data la dimensione e il grado di abbandono dell’area, il parco divertimenti di Berlino est verrà messo in funzione in sezioni con aperture parziali e visite guidate. Il maggiore creditore, la banca tedesca, ha azzerato i debiti pendenti sul sito, mentre il costo dell’intervento (che si aggira sui 48 milioni di euro) sarà in parte coperto dal fondo investimento Siwana di Berlino, in parte andrà in bilancio ed il resto sarà richiesto a livello federale. Il parco rimarrà un'attività di sovvenzione, la cui sola gestione del sito costa già un milione di euro all'anno, in parte a causa della sorveglianza permanente da parte delle forze di sicurezza. Il prezzo del biglietto d'ingresso non è ancora fissato definitivamente ma sarà comunque a misura di famiglia (5-7 euro). Sono state completate le prime fasi: negli ultimi mesi sono stati rimossi 1700 metri cubi di terreno contaminato da arsenico. La ristrutturazione dell'"Eierhäuschen" (la casa delle uova), l'ex ristorante escursionistico a sud del parco, è iniziata in autunno e sarà completata entro il 2021. L’area diventerà un'importante snodo verso le attrazioni e ospiterà il molo per le navi. Saranno previsti 100 posti auto, ma gli spostamenti saranno principalmente in autobus, in bicicletta e con i traghetti. Sono previsti studi per creativi all’interno dell’edificio, con alloggi temporanei.

Il masterplan e il team di progettazione dello Spreepark

La storia particolare del luna park, la localizzazione all’interno di un’ampia area protetta verde e adiacente al fiume hanno richiesto un approccio progettuale del tutto innovativo e una stretta collaborazione tra gli enti interessati, il pubblico e i progettisti. Nel corso di quasi due anni, un team interdisciplinare di designer ha sviluppato un masterplan a larga scala, ripensando lo Spreepark da un punto di vista artistico e funzionale, proteggendo al tempo stesso l'ambiente naturale. Capeggiato dagli architetti paesaggisti Latz + Partner, collaborano al piano Riehl Bauermann, LOMA, Bollinger + Grohmann, Projekt M GmbH (consulenti turistici), Florian Matzner (direzione artistica e culturale) e Chezweitz (scenografia). Il pubblico è stato invitato a partecipare alla progettazione fin dall'inizio e ha presentato oltre 1.000 proposte, che grazie ad una serie di eventi di discussione e workshop di pianificazione sono diventate idee concrete trasmesse al team.

 Prospettiva a volo d’uccello -Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille. Prospettiva a volo d’uccello -Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille.

 Ruota panoramica e specchio d’acqua - Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille. Ruota panoramica e specchio d’acqua - Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille.

 Cinema 2100 e i suoi satelliti - Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille. Cinema 2100 e i suoi satelliti - Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille.

Lo Spreepark, luogo di nostalgia e di arte

Nascosto ancora da una lussureggiante vegetazione, si aprirà al pubblico solo in due punti: da terra all’interno del Treptowerpark e dall’acqua a sud, permettendo l’accesso nella grande radura. Il concetto enfatizzato di arte e natura, collegato al passato per riportarlo a luogo incantato, è la visione futura dello Spreepark. Il programma è variegato e ambizioso: una miscellanea di verde, oggetti alieni ma a tutti noti, e nuove strutture che si svilupperanno all’interno della grande area come in un grande zoo o in una mostra caotica.

Rispetto ad altre aree verdi, il contemporaneo "Gleisdreick", il fioritissimo "Britzer Garten" e i giardini tematici "Gärten der Welt", ha un carattere del tutto scenografico e paradossale. L'intento è di creare un parco a pagamento per visite ripetute, adatto a feste e picnic ma anche a passeggiate con tanto di mappa, alla scoperta di giochi e di scorci scenografici. Paradossali e umoristici, come il carosello con le tazze enormi da caffè che potrebbero diventare posti a sedere di un ristorante all'aperto, fiabeschi e incantevoli come la passeggiata sull’acqua verso il Grand Canyon tra metasequoie e cipressi delle paludi. Attraverso sentieri tortuosi e di diverse altezze, si potranno incontrare le vecchie giostre, oramai entrate nell’ immaginario collettivo, ristoranti pop-up, caffè e padiglioni a cupola con proiezioni a 360 gradi. I cimeli storici, la grande maschera, i dinosauri addormentati e le gondole che hanno contribuito alla mitologia del luogo, saranno restaurati e riutilizzati. La ruota panoramica, simbolo indiscusso dello Spreepark, ritornerà a funzionare su uno specchio d’acqua come in passato, ben visibile da ogni punto e icona d’effetto anche a grande distanza.

 Passerella sul verde - Latz+Partner, Visualizzazione die- grille. Passerella sul verde - Latz+Partner, Visualizzazione die- grille.

 Camminata sul torrente e Grand Canyon - Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille. Camminata sul torrente e Grand Canyon - Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille.

 Entrata del tunnel “Catwalk” - Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille. Entrata del tunnel “Catwalk” - Latz+Partner, Visualizzazione © die- grille.

Come affermano i progettisti LOMA "il processo creativo prevede il recupero delle singole parti e l’introduzione di nuovi elementi per continuare a costruire la storia e lo spirito unico del luogo. I nuovi interventi e il luogo già esistente si completano a vicenda e forniscono un'immagine connessa, architettonica e artistica dell'ex parco divertimenti, che si fonde con il XXI secolo. Alla luce di questo contesto, vengono offerte strategie diverse per i diversi luoghi. Anche le strutture di grandi dimensioni sono accettate come piccolo e fragile inventario del luogo: valutazione affettuosa, trattamento individuale e accettazione positiva invece di una standardizzazione affrettata e inevitabile”.

L’arte e la cultura giocano un ruolo centrale nella pianificazione del sito, artisti e allestitori progettano strutture permanenti - in genere ruolo riservato ai soli architetti - e opere temporanee. L’effetto scenografico sarà ripetuto ogni volta che le singole porzioni di parco saranno aperte e quindi “messe in mostra”.

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.