- scritto da Antonia Guerra
- categoria Criteri Progettuali
L’architettura bioclimatica e l’interazione con il contesto
La corretta localizzazione e forma geometrica del manufatto architettonico, la giusta esposizione dei fronti ed il loro orientamento, la disposizione degli ambienti, la scelta dei materiali e le caratteristiche tecnologiche dell’edificio. Sono queste peculiarità che, se ben progettate, rendono un semplice manufatto un’architettura bioclimatica.
L’architettura bioclimatica è una disciplina che in passato gli uomini hanno sempre tenuto presente per realizzare le proprie abitazioni. La corretta esposizione e forma della loro casa era l’unico mezzo che avevano a disposizione per difendersi dalle avverse condizioni climatiche.
Poi però, consci delle possibilità delle recenti tecnologie, se ne sono dimenticati perché i moderni impianti di climatizzazione consentivano loro di ottenere il benessere desiderato.
Il Pianeta però, col passare degli anni, ha iniziato a risentire del cattivo comportamento dell’uomo che costruiva senza criterio e ignorava il problema degli sprechi energetici e si è ammalato. Le temperature sono aumentate, le stagioni alterate, la neve scomparsa a bassa quota, il livello del mare innalzato nascondendo le spiagge. E ora, obbligato a correre ai ripari, l’uomo torna sui propri passi: ripensa agli antichi, al modello energetico della capanna, a quello della caverna per conservare le temperature interne, prova a progettare tenendo conto del moto apparente del sole, della direzione dei venti e dell’inerzia termica dei materiali.
Non ci resta che sperare che non sia troppo tardi.