- scritto da Antonia Guerra
- categoria Criteri Progettuali
Tecnologie e sistemi costruttivi per l’architettura bioclimatica nei diversi paesi del mondo
TAMPONATURE
Al variare della latitudine, variano i materiali per l’involucro edilizio. Nelle zone dal clima mite, si adottano solitamente materiali come paglia, fibre vegetali e corteccia, mentre dove il clima è asciutto, si preferiscono la pietra, il legno e la terra battuta.
Nei paesi poveri e sottosviluppati, il prototipo di abitazione è ancora la capanna, a pianta quadrangolare e doppio spiovente con materiali per l’involucro variabili:
Birmania e isole Nicobare – stuoie;
Nuova Guinea – assi di legno e argilla impastata;
Isole Figi – paglia e legno.
Nei paesi più sviluppati, la struttura delle pareti si è a poco a poco evoluta con argilla compressa tra due strati di legno, e anche il tetto da spiovente è diventato piano, così da ridurre il rapporto tra superficie esposta e volume e minimizzare le dispersioni termiche.
IMPIANTO URBANISTICO
Per ridurre ulteriormente tale rapporto, in alcuni villaggi si è pensato di affastellare le abitazioni, per ridurre l’esposizione esterna agendo sull’organizzazione urbanistica del villaggio.
E’ il caso dei pueblo in Arizona e Nuovo Messico e le case di Medenin in Tunisia.
Arizona e Nuovo Messico – I pueblos sono un caso emblematico di architettura bioclimatica. Sono abitazioni caratterizzate da spessi muri e coperture piane realizzate con mattoni di argilla e paglia triturata e cotti al sole, che garantiscono un buon isolamento termico. Disposti uno accanto all’altro, i pueblo sono orientati secondo l’asse est–ovest per fare in modo che il fronte più lungo sia meno colpito dai raggi del sole in estate e più in inverno.
Tunisia – a Medenin, dove il clima è simile a quello dell’Arizona, si costruisce in modo analogo che ai pueblo con l’unica variante della volta a botte e l’adozione di pietre vulcaniche reperibili in loco nonché lavorabili, leggere ed impermeabili.
TECNOLOGIE PER LA CLIMATIZZAZIONE NATURALE
C’è anche chi, vivendo in zone dove il clima è torrido, si adopera per inventare sistemi atti a raffrescare gli ambienti.
Pakistan – nella regione del Sid, il paesaggio è caratterizzato da migliaia di svettanti periscopi che servono ad incanalare i venti nelle stanze al fine di raffrescarle. Queste torri che denotano il paesaggio, sono in mattoni e consentono un abbassamento della temperatura di circa 15°C.
Iran – anche in Iran si trovano torri di ventilazione con la stessa funzione di quelle del Pakistan, forate in sommità per consentire all’aria ristagnante negli ambienti di essere risucchiata verso l’esterno. Questo sistema, ha raggiunto in Iran un grado di sofisticazione tale da essere spesso abbinato a vasche d’acqua. In questo modo l’aria, prima di attraversare le stanze e poi fuoriuscire, cede il proprio calore all’acqua per arrivare a temperature inferiori negli ambienti da raffrescare.
Italia – A Palermo, la Zisa è un esempio di architettura in cui acqua e aria contribuiscono al raffrescamento naturale.
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Di esempi analoghi ce ne sono molti altri, che approfondiremo presto, e tu ce ne sapresti suggerire qualcuno? Segnalaceli lasciando un commento!
Le informazioni relative alle tipologie costruttive nelle diverse parti del mondo, sono state tratte dal libro L’Architettura dell’energia – Fondamenti e prospettive di Benito De Sivo e Marina Fumo