- scritto da Elena Zonca
- categoria Smaltimento e riciclo
Smartphone e pc per riciclare le terre rare
Pensare a smartphone e pc come rifiuti da immettere nel ciclo di recupero dei materiali esausti è quasi strano, ma fortunatamente è così. In essi infatti sono presenti le cosiddette “terre rare” il cui recupero è di gran lunga preferibile all’estrazione dalle rocce che le contengono. Sono impropriamente chiamate “rare” ma in realtà la loro disponibilità nella crosta terrestre non è così remota. Tuttavia, come per tutti i materiali oggetto di raccolta differenziata nelle nostre case, il loro processo estrattivo oltre ad essere molto oneroso è anche piuttosto energivoro ed inquinante, pertanto è preferibile recuperarle per poterle riutilizzare.
Fanno parte delle “terre rare” (in inglese “rare earth elements” o “rare earth metals”) 17 elementi chimici, alcuni dei quali sono altamente impiegati nella produzione di batterie per autoveicoli, smartphone, pc e altri oggetti tecnologici ormai entrati nella nostra vita quotidiana.
PERCHE’ RICICLARE?
Negli ultimi anni si è registrato un aumento dei prezzi di approvvigionamento delle terre rare dovuto al fatto che il loro mercato è detenuto al 97% dalla Cina. Per ridurre la necessità di “dipendenza” dal mercato cinese si è reso necessario ipotizzare una valida alternativa all’acquisto delle terre rare da parte dell’Europa in Cina.
I vantaggi sono riscontrabili nel recupero di materiale che non deve essere estratto (con conseguente minor rischio ambientale per gli elementi naturali da cui vengono estratte le terre rare), nella possibilità di non dipendere da un altro Paese per la fornitura del materiale con possibilità di diminuzione dei costi del prodotto, possibilità di riduzione della quantità di rifiuti inutilizzati.
LA SITUAZIONE ITALIANA
Certamente il processo di organizzazione di impianti di recupero degli oggetti da cui recuperare le terre rare e di definizione delle tecnologie in grado di recuperarle richiede tempo e risorse.
In Italia i dati riferiti alla raccolta di rifiuti elettrici fanno ben sperare: su un valore di 25 kg di rifiuti prodotti a persona all’anno, ne vengono recuperati circa 4 a persona. Inoltre in Italia ci sono già ben 150 impianti che si occupano di riciclo dei materiali elettrici ed elettronici, purtroppo però solo 4 sono in grado di estrarre le terre rare.
Gli studi in questo ambito proseguono con il progetto “E–waste Lab” che verrà presentato l’8 giugno presso il Politecnico di Milano, al quale prendono parte il Politecnico stesso, ReMedia, Regione Lombardia e Assolombarda.