Smaltimento dei pannelli fotovoltaici. I primi passi dell’Italia verso il riciclo dei moduli esausti

Smaltimento-fotovoltaico

L’installazione di pannelli fotovoltaici comporta benefici sia economici che ambientali ma, dato che la loro vita media si aggira intorno ai venti, venticinque anni, bisogna iniziare fin da adesso a porsi il problema del loro smaltimento. Uno studio svolto da un gruppo di ricercatori nel 2008 ha analizzato le emissioni di gas serra, inquinanti atmosferici e metalli pesantinel ciclo di vita di alcuni tipi di pannelli fotovoltaici in commercio.

L’analisi del ciclo di vita è una analisi e verifica quantitativa di tutti gli impatti ambientali associati ad un determinato dispositivo, prodotto o servizio. L’analisi, nel caso dei pannelli fotovoltaici, ha lo scopo di quantificare l’impatto delle singole fasi ed attività utili sia alla produzione del prodotto stesso, sia l’uso e lo smaltimento finale o riutilizzo dello stesso.

I RISULTATI DELLO STUDIO

Alcuni grafici estrapolati da tale studio mostrano:

  • il quantitativo di emissioni di gas serra di cui sono responsabili i sistemi fotovoltaici al silicio ed al tellururo di cadmio:Smaltimento-fotovoltaico-Grafico-3
  • il quantitativo di emissioni atmosferiche di cadmio nel ciclo di vita dei sistemi fotovoltaici e di altre sorgenti energetiche.Smaltimento-fotovoltaico-Grafico-2
  • quantitativo di emissioni atmosferiche dei metalli pesanti nel ciclo di vita di alcuni sistemi fotovoltaici.Smaltimento-fotovoltaico-Grafico-1

Oggi, grazie all’accordo firmato tra Cobat (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo) ed il Comitato Ifi, che raccoglie l’80 per cento delle industrie fotovoltaiche, nasce la prima filiera italiana per la raccolta, il riciclo e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici a fine vita. Il progetto si chiamerà SunMeet.

Già nel 2010, nel corso della 24ª edizione della Conferenza sul Solare fotovoltaico di Amburgo, l’industria del fotovoltaico si era fatta carico di sviluppare un sistema di raccolta e riciclo dei moduli fotovoltaici a partire dall’anno 2011, affidato a ditte specializzate attraverso appositi bandi di gara.

Oggi, quindi, l’incremento esponenziale delle installazioni di pannelli fotovoltaici, costringe i produttori a scontrarsi con i rischi che possono scaturire da uno smaltimento poco corretto dei moduli.

Sono 50 milioni i moduli presenti sul territorio nazionale, per una potenza d’insieme di 11 mila MW. Di questi, però, il 75% è rappresentato da prodotti di importazione e, dunque, risulta difficile tracciare i materiali presenti al loro interno.

LO SMALTIMENTO DEI MODULI FOTOVOLTAICI

Aderendo alla filiera, sia i produttori, che i distributori/importatori italiani, potranno garantire ai il ritiro ed il successivo riciclo dei moduli fotovoltaici esausti presso la clientela, e rilasciare agli stessi i requisiti certificativi necessari per beneficiare delle tariffe incentivanti previste dal Conto Energia.

Cobat istituirà, inoltre, una banca dati centralizzata, gestita per mezzo di una mappatura geo–referenziata di tutti gli impianti sul territorio italiano, facilmente consultabile anche da GSE.

Tutte le parti metalliche e di vetro verranno riciclate in Italia, mentre la cella verrà inviata all’estero per lo smaltimento.

Infatti la normativa che regola in Italia lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici è il D.lgs 151/2005, che associa tali pannelli ai comuni elettrodomestici, o meglio “rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche” (RAEE http://www.architetturaecosostenibile.it/raee.html), ossia sono rifiuti conferibili presso centri di raccolta, i quali dovrebbero provvedere a riciclare il materiale presente nel pannello (vetro, alluminio, silicio cristallino, argento). Ad oggi gli impianti di riciclaggio dei moduli sono di fatto inesistenti in Italia.

Ma per ovviare a questo problema verrà istituito un tavolo tecnico con il fine di realizzare un progetto per un impianto pilota di trattamento dei moduli fotovoltaici anche in Italia.

Bibliografia | Environmental Science & Technology, 2008, vol.42, no 6 (Vasilis M. Fthenakis, Hyung Chul Kin, Erik Alsema.

Arianna Mortellaro

Arianna Mortellaro Architetto

Formazione scientifica, spirito “siculo” e dinamico. Dai colleghi soprannominata “archignere” poiché architetto che si occupa di efficienza energetica in campo industriale. Per hobby scrive articoli da freelance, prepara il pane tutte le settimane e si cimenta come birraiola.