- scritto da Giulia Azzini
- categoria Legno
Legni più resistenti se trattati sottovuoto. Il progetto del CNR-Ivalsa
Il centro di ricerca CNR–Ivalsa di San Michele all’Adige, ovvero l’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree, dopo cinque anni di ricerche ha messo a punto e pubblicato il progetto Thermovacuum. Il Termovuoto è uno speciale processo volto alla creazione di una nuova generazione di legni più resistenti, specialmente il legno di abete rosso, caratterizzatoda maggiori parametri di resistenza e durabilità e da un miglior aspetto estetico.
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GLI ASPETTI TECNICI
Il nome Termovuoto deriva dal fatto che i resistenti legni ottenuti dal processo risultano privi dell’acqua e dell’umidità in essi contenute.
Il processo, coperto da tre brevetti, esclude l’utilizzo di qualsiasi sostanza chimica.
“Il Termovuoto combina un processo di essiccazione sottovuoto ad alta efficienza energetica e un trattamento termico, con l’obiettivo di offrire un prodotto ecologico, a basso impatto ambientale, conveniente e di alta qualità”, spiega Ottaviano Allegretti, responsabile del laboratorio Labess di Cnr–Ivalsa e della parte scientifica del progetto.
E aggiunge: “Grazie a questa tecnologia è possibile fornire a specie legnose come l’abete rosso, dominante in Trentino e nell’arco alpino, caratteristiche tipiche dei legni tropicali che vengono anche per questo importati, quali una spiccata piacevolezza estetica e particolari doti di durabilità non presenti nel legno naturale, che lo rendono particolarmente idoneo all’utilizzo in esterno, per esempio in infissi, facciate, arredi esterni e guardrail. Il legno garantisce così una forte competitività non solo rispetto a quello non trattato ma anche ad altri materiali, plastica fra tutti”.
BENEFICI ENERGETICI ED AMBIENTALI
Resistenza meccanica e caratteristiche estetiche del legno trattato sottovuoto sono del tutto simili, se non migliori, a quelle delle specie legnose tropicali importate nel nostro Paese, ma il suo impiego è a tutto vantaggio dell’ambiente: l’importazione di queste essenze è infatti altamente impattante, oltre che costoso. Di contro, questo legno trattato è preferibile per la riduzione dello sfruttamento eccessivo delle foreste tropicali, importante risorsa per il pianeta.
Il progetto è stato valutato molto favorevolmente dalla Commisisone Europea che ha stanziato un finanziamento di 1,8 milioni di euro.
Si tratta del più alto finanziamento mai stanziato per progetti di questo tipo, e giustificato con queste parole dalla stessa Commissione: il progetto può essere “strategico per l’alto contributo che esso può rendere all’ambiente e al sistema economico e occupazionale in Italia e Europa”.
Il progetto del CNR–Ivalsa non si ferma qui, i prossimi obiettivi da perseguire sono la certificazione del prodotto, anche rispetto al suo ciclo di vita, e l’analisi delle sostanze organiche volatili allo scopo di poter introdurre il materiale nel settore arredamento.