Casalincontrada, il paese abruzzese della terra cruda

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Negli ultimi anni, nell’edilizia, si assiste a una doppia tendenza per ottenere il raggiungimento di alti standard energetici: in una direzione si è sviluppata la ricerca di materiali innovativi e tecnologie avanzate e dall’altra si sta riscoprendo il valore delle tecniche costruttive tradizionali. In questo secondo filone si inserisce la 16esima edizione della Festa della Terra, tenutasi lo scorso mese di settembre a Casalincontrada. Il paese abruzzese, infatti, è impegnato da anni nella divulgazione di studi e ricerche sullo sviluppo sostenibile del territorio e nella valorizzazione delle tecniche costruttive in terra crudaattraverso l’associazione Terrae Onlus e il Centro di Documentazione permanente sulle Case di Terra Cruda.

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COSA E’ IL CED?

Il Ced, il centro di documentazione permanente sulle case in terra cruda, è un centro di ricerca riconosciuto già nel 1993, con sede a Casalincontrada, che ha fatto delle costruzioni in terra cruda il perno di tutte le sue attività (che vanno dalle indagini sul territorio, al mantenimento di una biblioteca sul tema, alla promozione di seminari, visite e laboratori), tese alla conoscenza e alla valorizzazione di questa tecnica costruttiva, molto diffusa in tutto il territorio abruzzese: un censimento condotto dalla Regione Abruzzo ha infatti individuato la presenza di 806 edifici dislocati nelle zone rurali, di cui 124 concentrate solo nell’area di Casalincontrada. In sostanza, l’obiettivo non solo mira allatutela di un importante patrimonio rurale, ma alla creazione di un’intera rete di sviluppo del territorio puntando ai materiali locali e all’integrazione della tradizione con le nuove conoscenze per far rivivere gli edifici in terra cruda sia a fini turistici che abitativi.

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IL WORKSHOP

In occasione della Festa della Terra, è stato organizzato un workshop, che ha visto la partecipazione anche di una delegazione di architetti greci, articolato in lezioni teoriche e pratiche, visite guidate e incontri con approfondimenti tematici.

Le lezioni teoriche sono state incentrate in primo luogo sulla conoscenza della tecnica tradizionale utilizzata per le costruzioni in terra cruda, quella usualmente utilizzata in questo territorio è chiamata del massone: si tratta di un impasto di terra, paglia e acqua lavorato fino a ottenere i massi (o pani) di messi in opera lungo tutta la lunghezza del perimetro dell’edificio per un’altezza di circa 50–70 centimetri. Una volta raggiunto il grado di essiccazione, si procede alla sovrapposizione del successivo strato di massi e cosi via fino ad arrivare al livello della copertura, in genere in legno. Il secondo modulo teorico ha riguardato le prove sui materiali, in particolare sulle caratteristiche delle terre da utilizzare per verificarne il ritiro, la plasticità e la composizione degli elementi (argilla, sabbia e limo) e, inoltre, ha fornito le linee guida sulle le tecniche di recupero di edifici lesionati o degradati e sul miglioramento del loro comportamento sismico grazie, tra l’altro, all’inserimento di cordoli lignei. Non è mancata anche la riflessione sul punto di vista energetico, per la quale è intervenuto il Network Casaclima Abruzzo, associazione che opera sul territorio per la diffusione del sapere nell’ambito dell’edilizia sostenibile.

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Il modulo pratico invece ha previsto non solo una sezione, appunto, di pratica presso una casa di terra cruda trasformata in laboratorio all’aperto, ma è stato, in occasione della chiusura del workshop, il momento per svolgere una visita guidata presso Villa Ficana, un quartiere di Macerata, risalente alla metà dell’800, dove è presente un elevato numero di case in terra cruda che sono state restaurate, e dove l’amministrazione comunale ha intenzione di dare vita a un albergo diffuso.

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E’ proprio il caso di dire, dunque, che la conoscenza della propria tradizione locale, oltre ad essere una risorsa preziosa a livello culturale, può rappresentare una risorsa anche sotto il punto di vista economico e di una crescita sana di sostenibilità.

Foto gentilmente concesse da Claudia Di Donato e Lucia Secondo.