• scritto da Angela Crovace
  • categoria Isolanti

La pianta di canapa e i suoi utilizzi in edilizia. Pannelli isolanti e altri prodotti

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In campo edilizio, materiali e tecniche post–industriali potrebbero essere abbandonati in favore di prodotti alternativi compatibili con l’ambiente, come quelli derivati dalla pianta di canapa. Si tratta di una coltivazione sostenibile dal punto di vista ambientale perché ha una crescita rapida ed abbondante; essendo una pianta infestante, per crescere non necessita di irrigazione, erbicidi e pesticidi, né di antiparassitari e non avendo proteine al suo interno non è attaccata da roditori o altri insetti. La canapa ha anche un’azione fertilizzante e fitodepuratrice: è capace di bonificare e risanare le aree inquinate dalle industrie chimiche.

Recentemente l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha fornito dati allarmanti riguardo l’aumento di gas serra nell’atmosfera terrestre. I valori di anidride carbonica, metano, protossido di azoto e altri gas non sono mai stati così alti nella storia ed è per questo che risulta necessaria l’adozione di materiali sostenibili, che non contribuiscano ad aumentare l’inquinamento. Praticare uno sviluppo sostenibile e rispettare la natura sono ormai atteggiamenti che non possono essere rimandati ad un futuro prossimo.

LA PIANTA DI CANAPA: FIBRA E CANAPULO

La pianta di canapa è costituita da una parte fibrosa esterna e da una parte legnosa interna, il cosiddetto canapulo. La fibra è molto resistente a sforzi di trazione e al logorio, mentre il canapulo ha un’elevata capacità di assorbire i liquidi ed è ricco di silicio, componente a cui deve le sue ottime proprietà isolanti. La canapa contiene inoltre cellulosa, da cui si possono produrre bioplastiche riciclabili ed ecologiche, da utilizzare in sostituzione dei derivati del petrolio. Dai suoi semi si ricavano olii per produzioni agroalimentari, cosmetiche, di detergenti ecologici, vernici e smalti non tossici e soprattutto biocombustibili.

GLI UTILIZZI DELLA CANAPA NELL’INDUSTRIA CARTARIA E TESSILE

Industria cartaria Dalla canapa si ottiene una carta forte e resistente a strappi e lacerazioni, non è attaccata da muffe e insetti, resiste al calore e alla luce. A differenza delle cartiere tradizionali non richiede l’utilizzo di acidi ed è più facile da delignificare per la minor presenza di lignina. Ma soprattutto la canapa ha una crescita 3/4 volte superiore a quella degli alberi ed il suo utilizzo potrebbe contrastare il fenomeno dell’abbattimento delle foreste primarie.
Industria tessile La canapa è traspirante e resistente, protegge sia dal caldo che dal freddo e non richiede l’elevatissima quantità di pesticidi che occorrono invece nella coltivazione del cotone.

GLI USI DELLA CANAPA IN EDILIZIA

Si tratta di un campo innovativo in cui i prodotti che ne derivano e gli utilizzi che se ne fanno sono ancora in via di sperimentazione, anche se i risultati sono già soddisfacenti.

Le caratteristiche del materiale

E’ un materiale ecosostenibile biocompatibile, riciclabile, rinnovabile, compostabile, da cui si ottengono fiocchi, feltri, materassini, pannellature, mattoni, vernici, smalti, colle, biocompositi e tessuti per il rinforzo strutturale. Ha caratteristiche quali leggerezza, traspirabilità, resistenza a muffe ed insetti, resistenza al fuoco, alto potere isolante (sia termico che acustico), igroscopicità (è un regolatore di umidità, cioè la accumula quando è in eccesso e la rilascia quando l’aria è troppo secca). Si può utilizzare come isolante e negli imballaggi, ad esempio come sostituto del polistirolo e di altri derivati del petrolio. Attraverso un processo di polimerizzazione senza rilascio di monomeri liberi, si ottengono bioplastiche degradabili e non inquinanti, colle, resine, vernici, completamente prive di formaldeide, sostanza nociva alla salute. Per le sue ottime capacità di isolante termico ed acustico, dalla canapa si producono pannelli da inserire nelle murature, nei sottotetti, nei pavimenti, nei controsoffitti, nei divisori interni, sia in edifici ex–novo che nelle ristrutturazioni.

I pannelli di canapa

I pannelli si ottengono riducendo in trucioli i fusti della pianta, legati con poliestere (un derivato del petrolio) ma anche con amido di patate o colle naturali. Poi vengono compattati ad alte temperature e sottoposti a forti pressioni. Le fibre della canapa spesso si trovano mescolate con altre fibre naturali, come il kenaf, perché la loro presenza in commercio è ancora scarsa. I pannelli che si ottengono dalla canapa sono chiamati CAF, pannelli di fibra vegetale compressa, variabili per densità e spessore. Quelli di media densità si utilizzano per pannellature e mobili, quelli ad alta densità hanno anche funzione strutturale. La loro installazione è facile e veloce, con poche emissioni di polvere e senza provocare dermatiti da contatto e pruriti. I pannelli di canapa possono essere riciclati o riutilizzati se privi però di poliestere e con basso dosaggio di ignifughi, altrimenti devono essere smaltiti in discariche speciali.

Prodotti a base di canapa

Ulteriori prodotti a base di canapa sono i biocompositi, ad esempio quello costituito da canapa e cemento, il cosiddetto ‘calcestruzzo isolante’, più leggero del cemento tradizionale. Oppure la miscela di canapa e calce, un isolante naturale da utilizzare per intonacature interne ed esterne.

LA CANAPA NEGLI INTERVENTI DI RINFORZO STRUTTURALE

Ultimamente la fibra di canapa viene lavorata per produrre tessuti da utilizzare nei consolidamenti statici. E’ questa una novità nel campo del rinforzo strutturale, infatti fino ad ora esistevano le fibre di carbonio, di vetro, di acciaio; ad esse ora si affiancano le fibre di canapa, di lino, di basalto. La biofibra di canapa ha buone proprietà meccaniche, una notevole resistenza a sforzi, tensioni e deformazioni, tanto da poter essere usata per rinforzare murature, archi, volte e tutte quelle parti strutturali soggette a fenomeni fessurativi e lesionativi, anche in edifici danneggiati da sismi o incendi.

E’ stato addirittura ideato e brevettato un intero sistema edilizio a base di prodotti derivati dalla canapa per la ricostruzione in Abruzzo. Gli edifici realizzati in tempi brevi sono antisismici, isolati dal punto di vista termoacustico, biocompatibili ed a costi competitivi.

LA COLTIVAZIONE DELLA CANNABIS SATIVA IN ITALIA

La pianta della Cannabis sativa è stata coltivata in Italia fino agli anni ‘40 del Novecento, dopodiché è stata abbandonata perché non è entrata a far parte dei processi produttivi industriali come altre piante, ad esempio il cotone. A ciò si aggiungono le normative italiane che ne vietano la coltivazione se posseggono valori di THC superiori allo 0,02%. Diversa è la tendenza in Europa che a partire dagli anni ’90 fornisce incentivi per la coltivazione e diffusione di questa pianta dalle numerose proprietà che speriamo vengano presto riconosciute anche nel nostro Paese.

Per maggiori informazioni | Assocanapa.it