- scritto da Mario Rosato
- categoria Innovativi
La guerra dei lantanidi e l’incremento della domanda di materiali tecnologici rari
Non è il titolo di un film di fantascienza. Lo sviluppo delle tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio nel lungo periodo, con un orizzonte al 2050, è intimamente connesso all’incremento della domanda di materiali tecnologici rari, la quale a sua volta è indissociabile dagli aspetti di tipo geopolitico. Se dalla seconda metà del XX secolo eravamo abituati alle guerre per il petrolio o l’acqua, nel futuro saranno le “terre rare” a governare l’assetto geopolitico del mondo, e forse anche a causare le guerre.
La Commissione Europea ha stabilito degli obiettivi per creare un sistema energetico competitivo e a basse emissioni di carbonio entro il 2050. In vista di quest’orizzonte si possono prevedere diversi potenziali scenari in termini di mix energetico. La possibilità di raggiungere o meno l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni di anidride carbonica a lungo termine dipenderà proprio dalla capacità di individuare lo scenario più probabile per orientare le attuali strategie di pianificazione. Oltre la necessità di riduzione dei gas climalteranti, propagandata ormai da diversi lustri mediante politiche di sviluppo sostenibile, da almeno 30 anni i “futurologhi” continuano a profetizzare, senza azzeccare, la data del “picco” di energia fossile disponibile, oltre la quale le riserve andranno in rapido esaurimento. Questo “picco” del consumo di greggio, ormai imminente se non già raggiunto, è direttamente correlato con la crescita dei paesi emergenti, fondamentalmente la Cina e l’India. Risulta dunque assolutamente necessario predisporre un mix energetico differenziato per tipologia di fonti. Per assolvere a quest’ultimo obiettivo molti ricercatori stanno sviluppando nuove tecnologie, le quali a loro volta richiedono l’uso di materiali più o meno “esotici”, purtroppo per la maggior parte dei casi non disponibili entro i confini del territorio comunitario.
Per tali ragioni gli analisti, specialmente quelli d’oltre oceano, stanno concentrando le loro forze per evitare nel prossimo futuro spiacevoli tensioni geopolitiche. Il Dipartimento di Energia degli Stati Uniti d’America afferma che: “La transizione energetica avviata vedrà, a medio termine, un sostanziale incremento nella domanda di alcuni materiali critici poiché rari e disponibili solo in alcune limitate zone del Pianeta. In assenza di strategie adeguate sarà improbabile per gli statunitensi riuscire a gestire la transizione verso un’economia basata sull’energia pulita “(Critical Materials Strategy, 2010).
I fenomeni determinati dalla scarsità dei materiali critici, in quanto fondamentali per lo sviluppo delle nuove tecnologie energetiche – come ad esempio eolica, solare e smart grid per citarne alcune – e le implicazioni geopolitiche legate al loro approvvigionamento assumono un’importanza notevole nella strategia politica di sviluppo sostenibile. A questo punto si pone il problema dell’inevitabile dipendenza da quei Paesi extra comunitari con i quali è difficile stabilire accordi certi poiché sono politicamente instabili e talvolta ostili .
Il primo esempio di tensioni geopolitiche causate dal passaggio di un’economia del petrolio ad un’economia “verde” è dato dalla normativa europea che bandì definitivamente le vecchie lampadine ad incandescenza, e la conseguente impennata della produzione di tubi fluorescenti e lampade ad alta efficienza. Il componente fondamentale di queste viene chiamato fosforo, anche se dell’omonimo elemento ne ha poco o niente. I fosfori per le lampade fluorescenti contengono proporzioni variabili di diverse “terre rare”, elementi appartenenti al gruppo dei lantanidi, scarsissimi in natura. Le principali riserve si trovano in Cina, il cui governo approfittò dell’aumento della domanda dei lantanidi per tassarne l’esportazione. Siccome i produttori cinesi di lampade e fluorescenti non sono soggetti alla tassa sui lantanidi, di conseguenza i loro prodotti sono più competitivi rispetto a quelli occidentali. Questa violazione della libera concorrenza comportò l’apertura di una vertenza, ancora aperta, della UE nei confronti della Cina presso il WTO (Fonte: Critical raw materials for the EU: Report of the Ad–hoc Working Group on defining critical raw materials. European Commission, June 2010).
La stessa situazione vale per il niobio, materiale strategico per la fabbricazione dei potentissimi magneti necessari per i motori dei veicoli elettrici, i generatori delle turbine eoliche e i motori brushless degli elettrodomestici classe A. Ancora una volta, le tasse sull’esportazione decise dal governo di Pechino provocarono un aumento strepitoso: piccoli magneti che nel 2009 costavano pochi centesimi oggi costano diversi euro.
La mappa dei futuri equilibri geopolitici non lascia presagire una “Guerra dei Lantanidi” imminente, ma nemmeno ci rassicura completamente. La strategia di passaggio ad un’economia decarbonizzata imperniata su soluzioni hi tech,intrapresa dall’Occidente, è comunque discutibile. Un modello di sviluppo basato su “tecnologie appropriate”, forse meno efficienti ma sicuramente più sostenibili, potrebbe scongiurare la futura “Guerra dei Lantanidi” e liberarci dalla dipendenza dal petrolio con minori costi politici ed economici.
Fonte: EcEuropa.eu