- scritto da Lorenza Bisbano
- categoria Bambu
Tecnica del bambù splittato: applicazioni e geometrie
Il bambù è una pianta appartenente alla famiglia delle graminacee. Versatile e resistente può essere impiegato in molte applicazioni e, con la tecnica del bambù splittato, può essere declinato in molte geometrie. Originario delle regioni tropicali è presente in natura nella fascia tropicale dell’Africa, del Sud America, del Sud Est Asiatico e del Giappone. Nonostante il suo fascino esotico che richiama paesi lontani, esistono molte specie di bambù adatte per una potenziale coltivazione nelle fasce temperate del pianeta, compresa la quasi totalità della penisola italiana.
Esistono più di 1400 specie di bambù, pianta che presenta una grande varietà di forme e colori. Oltre all’aspetto estetico, la presenza di un bambuseto porta diversi vantaggi ambientali. Infatti il bambù, essendo una pianta a crescita rapida, è in grado di assorbire una gran quantità di anidride carbonica. Questa sua caratteristica la rende una delle specie vegetali più sostenibili esistenti e un'ottima risorsa da impiegare come materiale da costruzione in molte applicazioni .
Tra le qualità della pianta vi sono anche le sue straordinarie doti di resistenza a flessione e a trazione e la sua elevata resistenza a compressione. L’uso più diffuso del bambù in architettura consiste in strutture reticolari, impiegando aste ricavate dal culmo della pianta, ma vi sono anche altri modi e tecniche per impiegare il bambù in strutture e geometrie, forse meno noti ma altrettanto interessanti.
La tecnica del bambù splittato
Tra le diverse tecniche di utilizzo del bambù, quella del bambù splittato è in grado di ridurre il peso della struttura e consente un’ottimizzazione del materiale rispetto all’uso delle canne di bambù intere.
La tecnica consiste nel tagliare longitudinalmente una canna di bambù ottenendone un numero di strisce variabile, da assemblare tra loro a formare geometrie più o meno complesse.
Lo splittatore, o bambù splitter
Il taglio del bambù, alla base della tecnica del bambù splittato avviene attraverso un utensile chiamato splittatore o bambù splitter. Solitamente il bambù splitter è formato da una struttura fissa circolare alla quale possono essere fissate una serie di lame intercambiabili a seconda del numero e della larghezza delle strisce di bambù che si vogliono ottenere. Per tagliare longitudinalmente il bambù si colloca la parte centrale della canna al centro dello strumento, dove è presente una punta filettata. Spingendo lo splitter attraverso la canna si ottengono le strisce le quali, come ultimo step, vanno ripulite manualmente togliendo i nodi interni e la parte bianca della canna di bambù.
Le applicazioni della tecnica del bambù splittato
Il matematico, architetto, inventore e filosofo statunitense Buckminster Fuller introdusse varie idee per la creazione di strutture dal massimo effetto con l’utilizzo della minore quantità di materiale possibile.
Scopri chi era Buckminster Fuller.
La stardome
È proprio a partire dagli studi geometrici di Buckminster Fuller che la giapponese Kyushu Fieldwork Society ha ideato la struttura della stardome, una cupola geodetica realizzata in aste di bambù splittato con giunzioni in corda o in viti e bulloni.
La struttura della stardome si costruisce intrecciando 17 strisce di bambù, così da formare una cupola con una stella disegnata in cima e circondata da cinque stelle. Si tratta di una struttura geometrica semplice ma che ha bisogno di precisione e lavoro di squadra per essere realizzata. La stardome ha il vantaggio di essere facilmente trasportabile essendo leggera e smontabile. Il suo utilizzo può variare a seconda della grandezza della cupola che si realizza: si passa dalle strutture più grandi che possono essere utilizzate per tendoni per ampi spazi ricreativi, fino ad arrivare ai modelli più piccoli, usati per creare originali pezzi d’arredo.
La cupola può essere inoltre raddoppiata fino a costruire una sfera, forma geometrica perfetta per eccellenza.
Altre applicazioni della tecnica del bambù splittato
La tecnica del bambù splittato può essere utilizzata in innumerevoli modi: da postazioni per birdwatching a tende da campeggio.
La leggerezza e la flessibilità del bambù splittato si presta per creare forme sinuose adatte alle installazioni artistiche.
Le canne vengono meticolosamente scelte in base alle loro dimensioni ed al loro colore. Una volte splittate e normalizzate le strisce di bambù vengono unite tra loro con giunzioni solitamente eseguite con nodi e fili il cui spessore, colore e materiale è scelto in base alla resa materica e cromatica che si vuole dare all’opera.
Il gruppo LAN architettura e l’Associazione Italiana Bambù hanno recentemente ideato e realizzato, attraverso un workshop didattico tenutosi nella corte centrale del Labirinto della Masone di Fontanellato in provincia di Parma (il labirinto in bambù più grande del mondo), un’istallazione in bambù splittato. Per l’installazione artistica, che ha previsto la realizzazione di una sfera sospesa ad una cornice in bambù, sono stati utilizzate due specie di bambù, il Phyllostachys nigra “Boryana”, specie originaria della Cina e del Giappone ed introdotta in Italia a partire dal 1875, ed il Phyllostachys pubescens, entrambi raccolti nel bambuseto di Fontanellato e lavorati in loco.