- scritto da Giovanna Barbaro
- categoria Mobilità sostenibile
Il rapporto "Sharing Mobility" in Italia: numeri, fatti e potenzialità
Lo scorso 23 novembre in occasione della prima Conferenza Nazionale sulla mobilità condivisa, in inglese Sharing Mobility, organizzata a Roma dall’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility è stato presentato il Primo Rapporto Nazionale su questo nuovo modo di viaggiare. Vediamo in sintesi lo stato dell’arte in Italia, alcuni casi di buone pratiche e le prospettive di sviluppo di questo modo di viaggiare ecosostenibile.
La Conferenza sullo Sharing Mobility in breve
Nelle tre ore della conferenza si sono susseguiti numerosi relatori di spicco nel settore della mobilità condivisa inquadrando il tema, dalle origini alle prospettive, passando per interessanti casi studio sia nazionali che internazionali. Nella prima sessione dei lavori ci ha restituito “Uno sguardo oltre oceano” Sharon Feigon (Dir. esecutivo della SUMC | Shared-Use Mobility Center, Berkeley California) sulle migliori esperienze di mobilità condivisa. Grande assente all’inaugurazione dei lavori - per causa di forza maggiore - è stata la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi sostituita dall'assessore ai trasporti della sua Giunta con la partecipazione di Silvia Velo (S.s. del MATTM).
La seconda sessione dei lavori ha riguardato l’argomento principe della conferenza: “Il 1° Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility - Dati, analisi, impatti e potenzialità della sharing mobility italiana”. Hanno presentato il corposo lavoro Massimo Ciuffini (Resp. Dell’Area Mobilità Sostenibile della Fondazione per lo sviluppo sostenibile) e Matteo Colleoni (Coordinamento Nazionale Mobility Manager Università). Ha completato la relazione una videopresentazione che ha raccolto la testimonianza di ciascuno dei membri dell’Osservatorio italiano.
La terza sessione “Città italiane a confronto - Buone pratiche, esperienze e prospettive per il futuro” è stata presentata dagli assessori alla mobilità urbana delle principali città italiane: Linda Meleo (Roma), Marco Granelli (Milano), Maria La Pietra (Torino) e Luisa Anna Marras (Cagliari). Ciascuno ha illustrato la propria realtà evidenziando caratteristiche e livello di diffusione della mobilità condivisa. Nel panorama nazionale sono emerse principalmente tre diverse tipologie di mobilità: Bike Sharing (la bicicletta condivisa), Car Sharing (autoveicolo condiviso) e Car Pooling (condivisione di un unico autoveicolo tra un gruppo di persone per percorrere abitualmente lo stesso tragitto). Vediamo brevemente le tre principali modalità di viaggiare ecologico.
- Il Bike Sharing. La diffusione del Bike Sharing in Italia è la più alta d’Europa, ma tra nord e sud c’è un divario di 42 punti percentuale (64% al nord e 22% al sud) in termini di servizi attivi. É stata rilevata l’offerta in 115 comuni per un totale di 6.240 biciclette.
- Il Car Sharing. Il Car Sharing è un sistema che oggi conta già 700.000 iscritti nel nostro territorio nazionale con 5.764 autoveicoli ed è presente in ben 29 città capoluogo, ma ancora non copre Reggio Calabria e Messina. Nel settentrione operano 21 servizi e solo 5 nel meridione, per un totale di 50 milioni di chilometri percorsi solamente nel 2015.
- Il Car Pooling nel nostro Paese viene utilizzato per la maggior parte nei tragitti extraurbani: “casa-lavoro”. La prima piattaforma che offre il servizio nei lunghi tragitti (BLA-BLA-CAR), oggi conta già 20.000.000 utenti nel mondo.
La quarta sessione della conferenza sulla Sharing Mobility ha riguardato la “Presentazione della Roadmap - 5 passi avanti per la diffusione della sharing mobility in Italia”. Gianfranco Romano (MATTM) ha illustrato i cinque prossimi passi per diffondere questo nuovo modo di viaggiare ecologico. Il gruppo di lavoro -facente capo all'Osservatorio sulla mobilità condivisa in Italia- al termine di un processo di partecipazione attiva ha elaborato una roadmap nazionale con lo scopo di individuare i temi prioritari come: 1-inserire la mobilità condivisa nel nuovo codice della strada, 2-assicurare alla mobilità condivisa urbana condizioni operative essenziali, 3-condividere uno standard nazionale per i contratti di servizio, 4-garantire incentivi fiscali alla mobilità condivisa, 5- Adeguare le coperture assicurative alle nuove forme di mobilità condivisa.
La quinta sessione ha avviato una tavola rotonda coordinata da Antonio Cianciullo (La Repubblica) con la partecipazione dei seguenti relatori: Riccardo Nencini (Vice-Ministro delle Infrastrutture e Trasporti), Daniele Gaetano Borioli (Senatore - Relatore della Delega al Governo per la riforma del codice della strada), Maurizio Pernice (Dir. Generale – MATTM), Maria Bianca Farina (Pr. ANIA), Andrea Camanzi (Pr. ART) e Anna Donati (Kyoto Club).
La conferenza si è conclusa con il discorso di Edo Ronchi, ex Ministro dell’Ambiente e attuale presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
Il rapporto dell'Osservatorio Nazionale Sharing Mobility
L’Osservatorio sulla sharing mobility è nato quest’anno da un’iniziativa del ministero dell’Ambiente in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e consta già di oltre 50 membri, per la maggior parte sono tutti gli operatori del settore di questa forma ecologica di mobilità.
Il Rapporto Nazionale della Sharing Mobility raccoglie “numeri, fatti e potenzialità” del nuovo modo di muoversi degli italiani in una retrospettiva fino al 2008. In 276 pagine i ricercatori hanno cercato di rispondere alle seguenti domande guida:
- Entro quale perimetro definire la mobilità condivisa?
- Sharing mobility è una forma di mobilità sostenibile?
- Qual è la mappa attuale dei servizi di Sharing mobility in Italia?
- Qual è il profilo dell’utente di Sharing mobility italiano?
- Quali sono le iniziative prioritarie, a livello normativo, regolamentare e contrattuale, per facilitare uno sviluppo equilibrato della Sharing mobility in Italia?
Oltre a quelli più noti, sopramenzionati, si stanno diffondendo anche altri sistemi di condivisione quali: lo scooter sharing, il bus sharing e il park sharing.
L'obiettivo strategico che si è posto il gruppo di lavoro è facilitare la riduzione, a livello nazionale, del numero di percorrenze delle vetture private almeno del 16%, fino ad arrivare al 20%, e la conseguente riduzione delle emissioni di CO2 del 30%, passando dalla mobilità “auto-centrica” a quella condivisa.
Il rapporto "Sharing Mobility" segnala che, contemporaneamente all’espansione della mobilità condivisa, si stanno sviluppando delle piattaforme web (App, o applicativi informatici) che permettono di prenotarne e acquistarne i servizi disponibili in una data zona e in un dato momento. La piattaforma più nota è la eVeryride, un aggregatore di tutti i servizi di mobilità condivisa disponibili in una data zona e in un dato momento. Con orgoglio apprendiamo che è al 100% italiana e che sta per essere adottata anche in Austria e Germania. Ad oggi conta più di 15.000 download e oltre 11.000 utilizzatori unici al mese, ovvero utenti che effettuano almeno un noleggio. Dallo studio dell’utilizzo emerge che l’80% fruisce di almeno 2 servizi di car sharing al mese, mentre il 40% ne utilizza addirittura 3.
Altri capitoli interessanti sono dedicati al contributo di questi nuovi sistemi di mobilità alle politiche di sviluppo sostenibile, e agli strumenti di valutazione della sostenibilità ambientale.
Come città caso studio è stata scelta Milano poiché considerata la più avanzata nell’uso della Sharing mobility. Gli utilizzatori sono stati divisi in due categorie economiche: occupati e disoccupati, quest’ultimi utilizzano maggiormente il bike sharing. Altra segmentazione è fatta in base alla zona di residenza: centro città, periferia e Regione. Gli abitanti del centro utilizzano maggiormente i servizi di mobility sharing.
Gli ultimi capitoli sono dedicati ad illustrare il rapporto di ricerca sulla mobilità condivisa in Italia, le proposte per lo sviluppo e la loro implementazione con la piattaforma Making speech talk. Durante lo studio è stato osservato in ambito urbano che la presenza di politiche fiscali favorisce lo sviluppo della mobilità sostenibile. Sono un esempio le zone ZTL accessibili solo ai veicoli euro 6, a GPL, ibridi elettrici o totalmente elettrici.
Sul sito della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile è possibile scaricare il Rapporto nazionale sulla Mobilità condivisa con la Roadmap.
Il parere del pubblico
A margine, riportiamo il parere tecnico più interessante pervenuto dal pubblico durante il dibattito. Carla Lotto, da 23 anni autista di autobus (con patenti D, E, e cqc per il trasporto di persone) a servizio della provincia di Pordenone, premette: “felice di aver partecipato alla conferenza: mi ha dato molti spunti utilissimi che spero di capitalizzare come consigliera del mio comune collaborando in un gruppo di lavoro sulla Roadmap della sharing mobility”.
”Sicuramente -dichiara la Lotto- la mobilità condivisa comporterà la riduzione delle polveri sottili (causa dei blocchi della circolazione) e della congestione del traffico nelle ore di punta nei centri urbani di quelle città dove la gente suole viaggiare sola nel proprio veicolo anche per brevi tragitti, ma affinchè la mobilità sostenibile possa affermarsi nel prossimo futuro dovranno in primo luogo diffondersi in modo capillare reti di ricarica dei mezzi elettrici e GPL, ancora insufficienti rispetto alla domanda potenziale; e in ultima istanza, ma non meno importante, dovrà essere risolto il problema della sicurezza della persona, in particolare delle donne che viaggiano da sole, in quanto più vulnerabili alle molestie da parte di malintenzionati”.