Dall'Alaska all'Argentina su biciclette in canne di bambù

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Vi raccontiamo l’avventura di due giovani ingegneri ambientalisti diventati popolari per aver percorso la bellezza di 30.000 chilometri – dall’Alaska all’Argentina – a cavallo delle loro biciclette realizzate in canne di bambù. A chi avesse ancora dubbi: proponiamo una testimonianza che suffraga l’appellativo di “acciaio–verde”, attribuito a questa straordinaria graminacea, proprio per le sue mirabolanti proprietà fisiche e meccaniche. Nella scienza dei materiali, in pratica,la resistenza agli sforzi di un determinato materiale è definita come un perfetto connubio tra geometria (distribuzione ottimale delle masse) e composizione chimica (legami interatomici).

Ecco perché il bambù è chiamato Acciaio Verde

L’AVVENTURA

Correva l’anno 2010 quando Joost Notenboom (olandese, classe 1983) e Michiel Roodenburg (scozzese, classe 1985) diedero inizio all’ardita iniziativa “Pedalando per l’acqua” con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo all’uso responsabile dell’acqua potabile nel mondo grazie alla sponsorizzazione della multinazionale KPMG, la quale però si occupa tutt’altro che di produrre biciclette, e tantomeno in bambù.

Immediatamente, l’avventura ha fatto il giro del mondo non solo per la citata campagna di sensibilizzazione –a cui anche noi vogliamo contribuire a dare eco per amplificare gli sforzi profusi in questi anni dai due giovani ambientalisti– ma anche per l’insolito veicolo utilizzato per portare un messaggio importantissimo in ben 15 Paesi, da nord a sud delle Americhe, laddove l’acqua potabile non è equamente distribuita o accessibile.

Con le loro straordinarie MTB Joost e Michiel hanno percorso una media giornaliera di 60 Km, e sopravissuto con un piccolo sussidio, all’epoca di 6 US dollari, mossi dall’encomiabile scopo di cercare finanziamenti per implementare la gestione sostenibile dell’acqua a cominciare dai Paesi visitati, più sfavoriti per questioni che possiamo immaginare.

http://vimeo.com/14610245

In numerose occasioni i due protagonisti hanno definito il loro progetto un’avventura
degna di essere considerata off limits sia per le sfide fisiche che psichiche, richieste dalla complessità dell’itinerario: variazione climatica (temperature estreme: polari e tropicali) percorsi in salita e discesa accentuate, dei quali, molti fuoristrada e quindi fangosi o ghiacciati.

Ciascuna MTB, oltre al suo ciclista, ha caricato un equipaggiamento di circa 60 chili completo di: utensili da cucina, tenda da campeggio e, in somma, di tutto l’occorrente per vivere come nomadi per 18 mesi.

PERCHE’ BICICLETTE IN BAMBU’?

Come abbiamo detto, le mountain bike sono caratterizzate da un telaio interamente in canne di bambù, frutto di un sapiente lavoro artigianale di alto livello, messo a punto per calibrare le geometrie in funzione del peso del ciclista e sia per resistere efficacemente agli agenti esterni, principalmente l’acqua e il sole. Si tratta di una maestria che per il momento solo i nordamericani hanno sviluppato con dovizia ed eccellenti risultati anche a livello estetico. L’unico neo della mountain bike in bambù è il prezzo: solo il telaio può costare attorno ai 4.000 US dollari.

Gli audaci ciclisti hanno affermato che nel mondo sono ancora in pochi a sapere che i telai in bambù conferiscono alle biciclette prestazioni particolarmente adatte a percorsi fuori strada.

Brevemente vi riportiamo le principali ragioni che li hanno portati a scegliere il materiale costruttivo:

­– Il bambù è un materiale ecosostenibile perché è altamente rinnovabile e a basso impatto ambientale. Le canne raggiungono la maturità dopo il terzo anno d’età, ovvero quando lignificano, e la coltivazione non richiede ne fertilizzanti e ne diserbanti.

Un ettaro di bambù può salvare 12 ettari di foreste di legno duro e perciò ridurre gli effetti del cambio climatico.

– Grazie alla capacità caratteristica di smorzare le vibrazioni, dovute alle sollecitazioni meccaniche, la canna di bambù è un materiale perfetto per costruire telai leggeri, elastici e resistenti, particolarmente adatti a lunghe pedalate fuori strada. Il rapporto tra modulo di elasticità, caratteristico a compressione, e la densità, a parità di sezione resistente, rende la canna di bambù un materiale strutturale più efficiente, non solo, del legno, ma anche dell’acciaio.

IL MESSAGGIO SOSTENIBILE

Lungo l’intero itinerario i due giovani ambientalisti hanno diffuso il preoccupante messaggio: “entro il 2025 – se la popolazione umana e il livello di domanda di acqua potabile continuassero ad incrementare seguendo l’attuale trend positivo – 1.800 milioni di persone vivrebbero in Paesi segnati dalla scarsità dell’acqua e i due terzi della popolazione mondiale, con molta probabilità, potrebbe morire per non disporre di acqua potabile.”

Inglese http://vimeo.com/12259223

Il lungo tour per la lotta contro il cambiamento climatico –di cui lo scioglimento dei ghiacciai è una diretta conseguenza– iniziato in Alaska si è concluso simbolicamente a Ushuaia –città all’estremo sud dell’Argentina– con il versamento in mare di una bottiglia di acqua prelevata in prossimità della zona dello scioglimento dei ghiacciai artici.

Giovanna Barbaro

Giovanna Barbaro Architetto e Tecnologo

Deve il suo carattere cosmopolita a Venezia, dove si laureò in architettura (IUAV). Dal 2008 europrogettista nei settori green economy e clean tech. Nel 2017 ha realizzato uno dei suoi più importanti sogni: fondare Mobility-acess-pass (MAP), un'associazione no profit per la certificazione dei luoghi pubblici per le persone con disabilità motorie. Tra i suoi hobby preferiti: la fotografia e la scrittura