- scritto da Rosaria Agueci
- categoria Mobilità sostenibile
Le 20 città che hanno scelto la bici come mezzo di trasporto
Nella statistica svolta a livello mondiale per scoprire lo stato dell’arte su mobilità sostenibile e uso della bicicletta risulta che il nostro Paese non vanti nemmeno una città in classifica. La Copenhagenize ha promosso “The Copenhagenize Index 2013: bicycle friendly cities”: la statistica che promuove l’uso della bici come mezzo di trasporto pratico, salutare ed ecologico.
Sfogliando la classifica e il relativo punteggio rinocosciute alle città non è difficile capire cosa c’è che non va in Italia.
Sadabike: la bici che si piega e si porta in spalla
I PARAMETRI CONSIDERATI
La classifica delle 20 città bici firendly è stata ottenuta considendo 13 parametri per assegnare punteggi alle città d’eccellenza:
- patrocinio e promozione
- cultura della bici
- presenza di mezzi e risorse per l’uso (progettazione, accessibilità)
- presenza d’infrastrutture ad hoc
- promozione del bike–sharing
- percentuali per genere
- ripartizione modale degli spostamenti
- incremento di sharing dal 2006
- percezione di sicurezza
- politiche amministrative
- accettazione sociale
- pianificazione/progettazione di infrastrutture
- effetti positivi su traffico/sicurezza stradale (numero di auto, velocità)
A ciascun parametro si è associato un punteggio (0–4), e si è previsto un punteggio di altri 12 punti da attribuire a politiche particolarmente meritevoli.
LE CITTÀ PRIME IN CLASSIFICA
La classifica ha visto eccellere le seguenti 20 città: Amsterdam, primo posto, con ben 83/100; seguita da Copenhagen (81/100), Utrecht (77/100), Siviglia, Bordeaux, Nantes, Anversa, Eindhoven, Malmo, Berlino, Dublino, Tokyo, Monaco, Montreal, Nagoya, Rio, Barcellona, Budapest, Parigi e Amburgo.
IN EUROPA E NEL MONDO QUALCOSA È CAMBIATO
Ottimi risultati nel Nord Europa: la classifica mostra un suo buon numero di città, mentre l’Italia non ne vede nemmeno una.
Tempi addietro, quando le città non erano pianificate per l’uso delle auto , la bici era un mezzo di trasporto diffuso. In seguito, con l’avvento e la diffusione dell’automobile, l’aumento del benessere, la pianificazione e realizzazione di infrastrutture stradali non indirizzate a ciclisti e pedoni, il suo uso diminuì e venne associato alle classi sociali meno abbienti, al pari di mezzi pubblici o dello spostarsi a piedi.
Questo atteggiamento, negli ultimi anni sta cambiando, soprattutto nelle città sensibili ai temi ecologici e alla mobilità sostenibile: qui la pianificazione tiene conto delle bici, s’implementano infrastrutture ad esse destinate, le politiche propongono i sistemi di bike sharing, il modello di città ecologica e mobilità sostenibile si divulgano sempre più, le persone acquistano consapevolezza sui vantaggi dell’uso della bici e dei mezzi pubblici.
… E IN ITALIA?
L’Italia non risulta un paese “amico della bici”: le cause principali sono: assenza d’infrastrutture e tutela del ciclista, conformazione territoriale e orografica delle città che ne rendono faticoso l’uso. Indubbiamente mancano attenzione e sensibilizzazione ai temi sostenibili da parte delle amministrazioni; servirebbe una promozione programmatica, verso tutte le fasce d’età della popolazione, con educazione e informazione, politiche di sensibilizzazione e accettazione: in sostanza la divulgazione dei temi toccati dai parametri impiegati da Copenhagenize per la classifica.
Ultimamente il Bel Paese mostra segni di cambiamento: in molte città, grazie ai finanziamenti europei, si realizzano piste ciclabili, si divulgano sistemi di bike–sharing, si registra un aumento degli acquisti di biciclette a fronte di auto: sarà la crisi, o la mentalità, ma qualcosa inizia a muoversi!