Less is more: il minimalismo come stile di vita

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La perfezione si ottiene non quando non c’è nient’altro da aggiungere, ma quando non c’è più nulla da togliere

Questo diceva Antoine de Saint Exupery, ormai quasi un secolo fa, riferendosi al design. Eppure questa massima va ben oltre il design. Può riferirsi alla nostra vita. Ci suggerisce di individuare l’essenziale.

Il termine “minimalismo” fu coniato per la prima volta nel 1965 dal filosofo inglese Richard Wollheim, in un articolo intitolato Minimal Art con riferimento alla riduzione minimale del contenuto artistico, l’eliminazione di tutto ciò che è superfluo.

Il minimalismo si è diffuso poi in tutte le arti, ad esempio:

  • nella letteratura, con uno stile scarno, diretto
  • nella musica, con brevi cellule melodiche che si ripetono
  • nella fotografia, isolando un dettaglio nella composizione
  • nell’architettura, valorizzando la purezza della linea e l’equilibrio degli spazi

Il concetto di manimalismo si è esteso così, naturalmente, anche allo stile di vita, ponendosi in contrapposizione al consumismo sfrenato che caratterizza la società contemporanea. Leggi dei benefici del decluttering e dei benefici di liberarsi del superfluo

Il giapponese Fumio Sasaki fu uno dei primi contemporanei a rileggere il termine “minimalismo” in chiave antropologica e sociale. Ne parla anche nel libro Goodbye things: on minimalist living.

Il documentario “The minimalism” racconta l’evoluzione di questa ideologia e l’impatto che avuto nella vita di due ragazzi americani. Ad oggi il minimalismo è diventato un vero e proprio movimento, che in alcuni casi rischia però di sfociare in atteggiamenti estremisti.

Ma è possibile abbracciare questa filosofia di vita al livello che si preferisce, sfatando il mito del minimalista che vive da solo ai confini della società.

minimalismo less is more

Cos'è il minimalismo

Il minimalismo. Cos'è vs cosa non è. 

  • Non è una privazione, ma una liberazione
  • Non è il vuoto, ma lo spazio
  • Non è eliminare tutto, ma eliminare il superfluo

Il principio di Pareto afferma che circa il 20% delle cause provoca l'80% degli effetti. Significa che solo dal 20% delle nostre attività deriva l’80% dei nostri risultati. Il minimalismo ci aiuta quindi a  focalizzarci su quel 20%, liberandoci di tutto il resto. Una volta individuati gli “essenziali”, possiamo avviare il processo di eliminazione di tutto ciò che essenziale non è.

Per adottare uno stile di vita minimalista è quindi imprescindibile iniziare a fare ordine e pulizia in diversi ambiti:

  • digitale
  • relazionale
  • spaziale

Minimalismo digitale

La tecnologia ci bombarda continuamente con un’infinità di informazioni inutili. Il minimalismo digitale aiuta a ridurre le attività sui sociaI media e diminuire di conseguenza il numero di notifiche che risultano essere la causa primaria di distrazione e stress. Distogliamo l’attenzione da ciò che stavamo facendo, per spostarla sull’informazione che ci richiama dallo smartphone ma che nella maggior parte dei casi è inutile o comunque non importante. Un metodo efficace per liberarci da questo disordine digitale che si riflette sulla nostra serenità potrebbe essere disinstallare alcune delle app più invasive o almeno disattivarne le notifiche.

Minimalismo relazionale

Sbarazzarsi di amicizie e relazioni nocive è sicuramente l’aspetto più complicato perché di difficile attuazione. Ci sono persone ed impegni che purtroppo non si possono proprio evitare, ma altri si. Alleggerirsi da impegni inutili e da persone che non creano valore nella nostra vita, ci consentirà di creare lo spazio e il tempo per persone e interazioni che invece ci rendono davvero felici.

Minimalismo spaziale

Il disordine che infesta gli spazi e i luoghi in cui viviamo crea un sottile ma persistente disturbo che inquieta e distrae. L’ordine al contrario trasmette alla mente leggerezza e serenità. La scrittrice giapponese Marie Kondo, fermamente convinta di ciò, sogna di portare la felicità nel mondo svelando “il magico potere del riordino”, titolo del suo best seller da milioni di copie in cui ha messo a punto il metodo KonMari.

marie kondo minimalismo

Dato l’enorme successo, il libro è stato trasposto anche nella breve serie tv “Facciamo ordine: 9 lezioni di Marie Kondo”. Secondo la Kondo, possiamo fare ordine nella nostra casa e di conseguenza nella nostra vita iniziando da:

  • Vestiti

Armadi pieni di vestiti inutili che non abbiamo mai messo e che probabilmente non metteremo mai, ma che non abbiamo il coraggio di eliminare. Un progetto interessante ed estremamente pratico in merito è Project 333 di Country Carver, autrice del blog “Be More with less”. Il progetto consiste nell’utilizzare per 3 mesi solo 33 capi del nostro armadio. Tutti gli altri sono intoccabili. Probabilmente scopriremo che possiamo realmente farne a meno.

  • Libri

Le librerie donano calore e personalità alle case. Tuttavia rischiano facilmente di trasformarsi in un’immagine disordinata e fastidiosa. Possiamo organizzare i libri per categorie, disfarci di quelli che in realtà non ci piacciono ma soprattutto evitare di ingombrare i ripiani della libreria con un’innumerevole quantità di altri oggetti.

  • Documenti

I documenti sparsi creano molta confusione. Bisognerebbe dividere i documenti utili in categorie, eliminando tutto il resto. Per evitare un ammasso disordinato di documenti è sempre consigliabile preferire conti, bollette e documenti in generale online.

  • Komono

Oltre a queste categorie esistono un’infinità di altri accessori utili o inutili (komono) sparsi per gli spazi della casa, di cui molto spesso dimentichiamo l’esistenza e che magari ricompriamo più volte perché non sappiamo dove sono andati a finire.

Ma cosa ne sarà di tutte queste cose messe da parte perché ritenute non indispensabili nella nostra vita? Tutti questi oggetti non possono essere semplicemente buttati via ma, in un’ottica ecosostenibile, possono essere donati in beneficenza, barattati con amici, venduti online o in negozi dell’usato, messi a disposizione in sharing, riciclati o riutilizzati per altri scopi.

Quello che non è essenziale per noi, potrebbe esserlo per qualcun altro.

Silvia Paldino

Silvia Paldino Ingegnere Civile

Ingegnere calabrese, di adozione romana, lavora nel settore energetico. E’ autrice di articoli scientifici, diari segreti e innumerevoli filastrocche. Nella sua borsa non può mai mancare: un taccuino per prendere appunti. Nella sua testa non può mai mancare: la pianificazione del prossimo viaggio.