Le città post coronavirus: un piano in 10 punti

Nessuna catastrofe nella storia è mai riuscita ad uccidere il naturale bisogno umano di creare legami e condividere la vita con gli altri. Neanche il coronavirus potrà farlo. Le città stanno pian piano tornando a vivere. Non possiamo però ignorare quello che è accaduto, sperando che non si ripeta, che non ci siano successive ondate, che non si sviluppino nuove pandemie. 

Dobbiamo essere pronti, come non lo siamo stati ora. Dobbiamo avere un piano.

A tal proposito, due noti urbanisti statunitensi Richard Florida e Steven Pedigo hanno stilato un piano in 10 punti che, sulla base dei dati della pandemia attuale e di quelle precedenti, presenta alcune misure chiave per supportare e risollevare le nostre città, in termini spaziali, economici e sociali, nella tanto attesa ripartenza post coronavirus.

Il piano prevede 10 punti:

  1. Aeroporti
  2. Grandi strutture
  3. Trasporti
  4. Smart working
  5. Istituzioni chiave
  6. Attività e negozi
  7. Arte e cultura
  8. Cluster industriali
  9. Lavoratori in prima linea
  10. Comunità svantaggiate

10 punti per la ripartenza delle città post coronavirus

1. Aeroporti

Gli aeroporti sono un motore fondamentale per lo sviluppo economico. Dobbiamo assicurarci di poter tornare a volare di nuovo quanto prima. Sarà pertanto necessario mobilitarsi in tal senso, come dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre, aggiungendo, alle misure di sicurezza già in atto, anche controlli di temperatura e altri controlli sanitari generali, disponendo di grandi quantità di mascherine e disinfettanti. Sarà necessario anche ridurre l'affollamento: misure semplici come linee dipinte sui pavimenti possono favorire il distanziamento sociale nelle aree di attesa. Le stesse compagnie aeree dovranno ridurre il numero dei passeggeri.

2. Grandi strutture

Le città ospitano anche altre forme di infrastrutture a larga scala: stadi, arene, centri congressi, centri per le arti dello spettacolo, ecc. Poiché in questi luoghi si riuniscono grandi gruppi di persone, le amministrazioni devono assicurarsi che questi luoghi siano effettivamente “a prova di pandemia”. Potrebbe essere quindi necessario ad esempio ridurre il pubblico nei cinema, lasciando alcuni posti liberi. Anche in questi luoghi, oltre ai controlli della temperatura all'ingresso, l’uso delle mascherine potrebbe diventare obbligatorio. Queste misure saranno fondamentali soprattutto per le comunità che dipendono molto da questo genere di attrazioni: un'analisi di Brookings, , istituto americano no profit per la ricerca di soluzioni a problemi della società a scala locale e globale, mostra infatti che la recessione economica da COVID-19 colpirà maggiormente le città turistiche. Prima sarà possibile riaprire in sicurezza un’infrastruttura civica su larga scala, tanto più velocemente le economie urbane saranno in grado di risollevarsi.

3. Trasporti

Come notato durante la prima fase della crisi COVID-19, autobus, metropolitane e treni hanno bisogno di supporti di emergenza per mantenere i sistemi quando il traffico è limitato o inesistente. Quando torneranno in servizio, saranno necessari cambiamenti progettuali nelle stazioni e una riorganizzazione dei posti a sedere per prevenire la diffusione di malattie infettive. Anche le strade potrebbero aver bisogno di alcuni adattamenti. Il Governatore di New York, Andrew Cuomo, ha chiesto di rendere pedonabili alcune strade di New York per promuovere il distanziamento sociale durante il COVID-19. Alcuni di questi cambiamenti dovrebbero essere permanenti. Le città devono espandere anche le piste ciclabili, perfezionando al contempo i programmi di scooter e bike sharing in caso di compromissione del trasporto pubblico.

4. Istituzioni chiave

Centri medici, ospedali e università sono in prima linea nella battaglia contro il COVID-19 e molti sono già sovraccarichi. Con dormitori, sale da pranzo e grandi gruppi di persone, saranno altamente vulnerabili alle ondate secondarie di contagio. Come possiamo garantire che operino in sicurezza per svolgere ricerche vitali durante le pandemie? Proprio come con altri beni civici su larga scala, le attività in queste istituzioni possono svolgersi a numero limitato. Le istituzioni dovranno inoltre adeguare i dormitori e le sale da pranzo con controlli di temperatura e garantire un'adeguata distanza sociale in modo da funzionare in sicurezza.

citta dopo covid

5. Smart working

Siamo nel mezzo di un enorme esperimento di lavoro a distanza. La maggior parte delle persone alla fine tornerà in ufficio, ma alcuni lavoratori ed aziende potrebbero trovare il lavoro a distanza più efficace. La città di Tulsa, in Oklahoma, ha sfruttato questo concetto attraverso l’iniziativa Tulsa Remote: ai lavoratori in remoto viene pagata una piccola sovvenzione per trasferirsi a Tulsa, dove vengono anche aiutati ad inserirsi nel tessuto sociale e comunitario. Le città possono imparare le une dalle altre come supportare al meglio il crescente gruppo di lavoratori remoti rendendoli parti connesse, impegnate e vitali delle loro comunità.

6. Attività e negozi

I ristoranti, i bar, i negozi specializzati e tutti gli altri negozi creano posti di lavoro e conferiscono un carattere unico alle nostre città che sono a rischio fallimento. Alcune proiezioni suggeriscono che ben il 75% di loro potrebbe non sopravvivere all'attuale crisi. La perdita di queste attività sarebbe irreparabile, non solo per le persone che vi lavorano e che dipendono economicamente da esse, ma per le città e le comunità nel loro insieme. Le città che avranno protetto attività commerciali durante la crisi partiranno in vantaggio rispetto alle altre quando torneremo alla normalità. I programmi di prestito del governo, delle fondazioni e del settore privato, nonché il sostegno delle piccole imprese e delle organizzazioni tecniche saranno essenziali per garantire la sopravvivenza di bar, ristoranti e negozi.

7. Arte e cultura

Anche l'economia creativa legata alle gallerie d'arte, i musei e i teatri, oltre agli artisti, ai musicisti e agli attori che li alimentano, è a rischio. Le città devono collaborare con il governo, i privati e le associazioni per mettere insieme i finanziamenti e le competenze necessarie per mantenere vive le scene culturali locali. Una volta che saranno autorizzati a riaprire, questi luoghi dovranno anche apportare modifiche temporanee e/o di lunga durata nel modo in cui operano. Le città dovrebbero fornire consulenza e assistenza sulle procedure necessarie — da screening della temperatura, migliore spaziatura per il distanziamento sociale e altre misure di sicurezza — affinché questi luoghi continuino ad esistere quale parte integrante del paesaggio urbano.

8. Cluster industriali

Non sono le singole aziende ma i cluster di industria a guidare lo sviluppo economico. Alcuni di questi gruppi sono a maggior rischio di altri: settori come i trasporti, i viaggi, l'ospitalità e le arti creative saranno i più colpiti, mentre l'e-commerce, la distribuzione o produzione avanzata per l'assistenza sanitaria e la trasformazione degli alimenti potrebbero crescere.

Le città e le organizzazioni di sviluppo economico devono valutare le industrie e i cluster più vulnerabili nel loro territorio, valutare gli impatti che le future pandemie avranno sui mercati del lavoro e pianificare il modo di rendere le proprie economie più resilienti e robuste. Dovrebbero riunire gruppi di lavoro con rappresentanti di imprese e associazioni, oltre che accademici ed esperti, per valutare al meglio l'impatto della risposta alla pandemia sui cluster chiave e sviluppare piani a medio raggio in merito.

9. Lavoratori in prima linea

Quasi la metà degli americani lavora in settori di servizio a basso salario. Una percentuale considerevole di essi - soccorritori, assistenti sanitari, addetti alle pulizie di uffici e ospedali, impiegati di negozi di alimentari, magazzinieri, addetti alle consegne - è in prima linea nell’emergenza sanitaria. Hanno bisogno di una migliore protezione, di una retribuzione più elevata e di maggiori benefici. Stati come il Vermont e il Minnesota hanno spianato la strada designando i dipendenti della drogheria come addetti alle emergenze. Avere una squadra ben retribuita di lavoratori in prima linea in grado di mantenere sicure e funzionali le nostre comunità ci aiuterà a proteggerci da una eventuale futura ondata di questa pandemia e da altre che potrebbero seguire.

10. Comunità svantaggiate

La ricaduta economica della pandemia danneggerà maggiormente i quartieri meno avvantaggiati e i loro residenti, che non dispongono di un'adeguata copertura sanitaria e dell'accesso alle cure mediche e che sono i più vulnerabili alla perdita di posti di lavoro. Anche questo è un aspetto fondamentale sia della sicurezza che dell'equità. La povertà concentrata, la disuguaglianza economica e la segregazione razziale ed economica non sono solo moralmente ingiuste, ma forniscono anche terreno fertile affinché le pandemie possano mettere radici e diffondersi. L'inclusione economica e uno sviluppo più equo sono fattori critici per la salute, la sicurezza e la competitività economica dei nostri luoghi. Le città e i leader locali possono collaborare con agenzie federali e statali, organizzazioni di sviluppo della comunità e fondazioni locali per indirizzare fondi necessari, servizi di supporto e assistenza tecnica in queste aree.

Silvia Paldino

Silvia Paldino Ingegnere Civile

Ingegnere calabrese, di adozione romana, lavora nel settore energetico. E’ autrice di articoli scientifici, diari segreti e innumerevoli filastrocche. Nella sua borsa non può mai mancare: un taccuino per prendere appunti. Nella sua testa non può mai mancare: la pianificazione del prossimo viaggio.