Il water a secco proposto da Bill Gates e altri consigli per riciclare l’acqua

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La notizia riguardante Bill Gates e la sua volontà di lanciare nel mercato “The ultimate toilette”, cioè una tazza del water a secco, potrebbe destare sorpresa e scetticismo. In realtà si tratta di un’idea in linea con l’impegno della Bill & Melinda Gates Foundation, mirato a risolvere il problema della siccità dei paesi poveri e a promuovere un consumo del bene primario acqua sempre più consapevole e responsabile.

LE SOLUZIONI GIA’ ESISTENTI ED IL CONFRONTO
C’è da puntualizzare, però, che una tazza del water senza acqua, molto vicina all’idea annunciata dal magnate della Microsoft, è stata già realizzata, anche se la versione al momento disponibile presenta alcuni limiti. Non si tratta del comune vincolo rappresentato dalle “inerzie psicologiche” e cioè dal pregiudizio che un WC senza l’uso del comune sciacquone debba necessariamente generare cattivo odore e costituire un problema nella gestione dei rifiuti, perché il sistema Rota Loo risolve completamente questo problema già da oltre 5 anni. Esso si presenta come una comune tazza del water ma con due fori finali. Uno di questi è collegato ad un carosello di 6 contenitori di plastica che si usano a turno e che, una volta riempiti, vengono spostati automaticamente nel volume sottostante (cantina). Qui inizia il processo di compostaggio delle feci, che una volta terminato, le rende pronte per essere utilizzate come fertilizzante nel giardino. Il cattivo odore è scongiurato proprio grazie all’assenza di acqua, in quanto i responsabili della sua produzione, i batteri anaerobici, si formano solo quando le urine e le feci si mescolano con troppo liquido. L’unico accorgimento da adottare è quello di tenere sempre chiuso il copri–water, per non interrompere il processo di compostaggio.
Purtroppo questo sistema non è proponibile nelle comuni case di città, sia per la scarsa disponibilità di una cantina, che coincida con il volume sottostante la tazza, sia per la scarsa disponibilità di ampi giardini privati da fertilizzare.
Aspettiamo pure con curiosità che arrivino i primi risultati della ricerca finanziata da Bill Gates, ma nel frattempo possiamo ricordare che ci sono molti altri accorgimenti che possono aumentare l’efficienza dell’uso dell’acqua negli edifici e evitarne lo spreco.

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ALTRI ACCORGIMENTI PER RIDURRE GLI SPRECHI D’ACQUA
Senza riferimenti al comune sistema “dual flush”, il quale spesso vede vanificare l’intento risparmiatore quando l’utente ripete il comando più volte, si vuole invece parlare dei sanitari ad alta efficienza, che utilizzano un flusso erogativo continuo ma molto più lento. Se si aggiunge a tale caratteristica anche l’allacciamento ad una ben studiata rete distributiva dei tubi caldi si possono anche evitare lunghe percorrenze e quindi anche dispersioni di calore e di energia. Un altro accorgimento molto efficace è l’adozione di sistemi centralizzati di raccolta e riciclo delle acque piovane, se non addirittura quelle grigie che derivano dagli scarichi di docce e lavatrici. Nel primo caso si può pensare di riutilizzare tali acque per l’irrigazione del verde, mentre nel secondo caso è possibile il riutilizzo per WC, orinatoi (nel caso di luoghi pubblici) ed impianti di raffreddamento. Una volta affrontato il costo iniziale dell’impianto (non rilevante se si tratta di una nuova costruzione) i vantaggi sono molteplici: non solo si riduce il carico sui sistemi municipali di fornitura di acqua potabile, ma si risolve anche il problema delle acque di ruscellamento. Queste ultime contengono una serie di microinquinanti accumulati via via che scorrono sulle superfici impermeabili tipiche delle zone urbanizzate. Si tratta di idrocarburi, pesticidi, detergenti, detriti di gomma ecc., che quando sfuggono ai trattamenti di depurazione confluiscono nei bacini naturali e li contaminano inevitabilmente. Ridurre le quantità delle acque reflue e quindi le fonti di inquinamento è senza dubbio una buona strategia, in quanto salva fonti di approvvigionamento e restituisce all’ambiente le sue risorse naturali.

Questo ci deve far capire che se è vero che le negligenze dell’uomo, pur di piccola entità, possano determinare reazioni negative a catena, è vero e possibile anche il contrario. Poco male quindi se Bill Gates non riuscirà nel suo intento, l’importante è sapere che le vie per un mondo più sostenibile sono infinite, o quasi.

Fonte | Corriere.it













Giuseppina Ascione

Giuseppina Ascione Architetto

Dopo aver cambiato case e paesi per 10 anni, si stabilizza definitivamente a Rovereto. Qui inizia a concepire l'architettura come un mezzo per  investigare ed influenzare il nostro benessere psicofisico. Da allora sogna e promuove un’architettura sostenibile non concepita tanto nell'accezione ecologica del termine, quanto mirata a creare una esperienza rigenerativa per chi la vive.