Pallone aerostatico ad energia solare: come costruirlo in pochi passi

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Chi non ha mai sognato di poter volare? Da sempre l’uomo è affascinato dall’idea di poter librarsi nell’aria ed oggi un artista, Tomàs Saraceno, ha reso alla portata di tutti la realizzazione di questo sogno, costruendo in poche mosse un pallone aerostatico alimentato ad energia solare. Dal mito greco di Icaro che si costruì delle ali di cera a Leonardo da Vinci che per tutta la vita progettò macchine alari studiando l’anatomia degli uccelli, fino ad arrivare all’età moderna, dove i fratelli Montgolfier prima, e i Wright poi, hanno realizzato concretamente questo sogno primordiale ora chiunque può costruire da sé la propria macchina volante.

QUANDO L’ARTE INCONTRA LA TECNOLOGIA
Seguendo l’esempio di illustri predecessori, l’artista argentino Tomàs Saraceno ha realizzato un’opera che permette a chiunque di poter sollevarsi da terra e fluttuare nell’aria.
Come molte sue opere precedenti, il suo prototipo – dal nome evocativo di “59 steps to be on air” – unisce l’aspetto scenografico ed emozionale dell’installazione artistica con quello razionale della tecnologia, dell’architettura, della fisica.

Presentato per la prima volta nel 2003 in Argentina, è stato svelato al grande pubblico come installazione artistica alla Maison Hermes del quartiere di Ginza, progettatata a Tokyoda Renzo Piano: i visitatori che si trovavano davanti un grande pallone aerostatico fatto di sacchi neri dell’immondizia, proprio nel cuore più fashion della capitale giapponese, erano invitati ad esplorare l’interno dell’opera e la sua struttura, perché si rendessero conto della semplicità con cui poteva essere realizzato un sogno.

UN PROGETTO DI AUTOCOSTRUZIONE
In seguito il progetto di Saraceno è stato diffuso in tutto il mondo sotto forma di un libretto di istruzioni (scaricabile anche on–line dal sito dell’artista) che spiega in una serie di passaggi (59 appunto) come costruirsi autonomamente il pallone aerostatico funzionante a energia solare, utilizzando sacchetti della spazzatura, nastro adesivo, corde, ruote di bicicletta ed altri materiali di recupero; per completare la costruzione, lavorando in due persone, sono necessarie non più di 24 ore.

Il principio di funzionamento è tanto semplice quanto geniale: i sacchi neri della spazzatura vengono uniti per formare il pallone vero e proprio, che si gonfia e solleva da terra per il noto principio fisico secondo cui l’aria al suo interno, scaldandosi con la radiazione solare, diventa più leggera e tende a salire: al pallone è sufficiente attaccare una struttura in grado di ospitare una persona, ancorarla al terreno con una corda, e il gioco è fatto.

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L’ARTE COME MEZZO PER DIFFONDERE LA SOSTENIBILITÀ
In questo modo Tomas Saraceno mostra il lato più popolare della sua arte, ovvero quello di avvicinare la gente al mondo della tecnologia attraverso la fantasia e la realizzazione dei propri desideri: viene reso possibile per chiunque volare, o quantomeno fluttuare nel cielo, grazie ad una sola giornata di lavoro.

Questo lavoro rinforza l’importanza di un artista come Saraceno, protagonista e catalizzatore del mondo della scienza sociale critica, che fa interagire e incontrare diversi mondi, materiali, concetti, come ingredienti per formare una più ricca e preziosa conoscenza sociale, e avvicinare le masse ai principi di sostenibilità e riciclo attraverso mezzi non convenzionali.






Matteo Gabbi

Matteo Gabbi Architetto

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