3 mila orti urbani a Bologna: tornare indietro nel tempo per vivere sostenibile

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Lo stile di vita frenetico di città ci fa riscoprire la passione per le cose autentiche, genuine e, perché no, sostenibili! In un contesto di nuova consapevolezza diffusa, le persone apprezzano sempre più il frutto del proprio lavoro, e riscoprono la creatività che si cela nei gesti, apparentemente semplici, del lavoro della terra. È così che a Bologna nascono i primi orti urbani, mezzo di promozione della socialità attraverso l’attività produttiva più antica. Queste riscoperte sono scaturite da un bisogno economico, ma sembrerebbe, osservando la diffusione del fenomeno, non fermarsi solo lì.

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L’ESEMPIO BOLOGNESE

Gli orti urbani a Bologna nascono nei primi anni ’80 con la finalità di promuovere attività ricreative volte alla socializzazione destinata essenzialmente per le persone anziane, abitanti delle periferie della città, che non avevano a disposizione grandi offerte nel quartiere di provenienza. Oggi le amministrazioni locali continuano a promuovere queste iniziative, che sembrano, dopo 30 anni essere ancora più attuali.

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Il Comune mette a disposizione 20 aree comunali destinate alla coltivazione urbana, per un totale di 2.700 orti, distribuiti nella prima periferia della città. Ha predisposto, inoltre, un metodo di accesso alle aree semplificato, attraverso un portale online, che permette la visualizzazione delle aree disponibili ed eventualmente farne richiesta. In base alle disponibilità, il comune redige periodicamente una graduatoria e gli aspiranti orticoltori potranno iniziare ad usufruirne gratuitamente.

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In particolare il Comune ha stilato un Regolamento che, oltre a definire i requisiti che devono avere gli aspiranti orticoltori, delinea la possibilità per il quartiere di riservarsi una parte delle zone ortive destinate ad iniziative culturali o per riservarle per i cittadini che rientrino in progetti di carattere socio–educativo o di recupero sociale.

La gestione degli orti urbani comunali viene affidata a Centri sociali o ad Associazioni di quartiere, che si occupano di definire le attività culturali e sociali ad essi legate, oltre a verificare che venga rispettato il Regolamento Comunale e che le aree ortive risultino sempre in buono stato di manutenzione.

Oggi gli orti urbani bolognesi sono una realtà consolidata, uno strumento concreto per gli abitanti delle periferie, che ne apprezzano l’importanza non solo per i risvolti sociali e culturali che hanno per il quartiere, ma anche, e soprattutto per i risvolti positivi che ha il vivere sostenibile sulla loro vita.

Lucia Pacitto

Lucia Pacitto Architetto

Architetto per passione, ha iniziato a scrivere per colmare l’irrefrenabile bisogno di raccontare quello che l’architettura e la natura insieme riescono a fare. Nel tempo libero adora gironzolare con la sua Nikon tra i vicoli di Bologna, dove vive, per rubare qualche scatto.