La durezza dell’acqua in Italia e i benefici degli addolcitori

Per durezza dell’acqua si intende la concentrazione di sali quali carbonato di calcio [CaCO3] e solfato di magnesio [MgSO4] presenti in essa. Acque con un’elevata presenza di sali sono dette dure, al contrario, tenere. Gli addolcitori sono apparecchi progettati per addolcire l’acqua, cioè diminuirne la durezza.

Misurare e valutare la durezza dell’acqua

La durezza dell’acqua intesa come somma del contenuto di carbonato di calcio e solfato di magnesio si misura generalmente in gradi francesi (°F), dove 1 grado di durezza francese equivale a 10 mg/l di CaCO3, ovvero 10 milligrammi di carbonato di calcio per litro d’acqua.  

Non c’è ancora un criterio di misura riconosciuto universalmente e in molti misurano la durezza dell’acqua anche in gradi tedeschi (°D), considerando il contenuto di ossido di calcio anziché di carbonato. Un grado di durezza tedesca equivale a 10 mg/l di CaO (ossido di calcio).

L’equivalenza tra le due unità di misura è la seguente:

1 grado di durezza francese (°F) = 0,56 gradi di durezza tedesca (°D)

Non esiste un minimo di legge per la durezza dell’acqua, ma è preferibile che questa rientri tra i 15 e i 50°F, per via della variazione del gusto dell’acqua superati questi valori.

A seconda della durezza le acque si dividono in dolci, medie e dure (prima, seconda e terza classe).

1a classe < 15°F acqua dolce
2a classe > 15°F e < 25°F acqua media 
3a classe > 25°F acqua dura

La durezza dell’acqua in Italia

Per conoscere la durezza dell’acqua della propria zona è possibile riferirsi al sito Assocasa Federchimica dove, inserendo i dati relativi alla propria provincia e comune, vengono restituite le informazioni sulla durezza minima, massima e media dell’acqua del comune.

In generale per le regioni d’Italia vale l’elenco seguente: 

  • Acqua dolce o quasi dolce: Friuli, Sardegna e Umbria
  • Acqua media: Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Trentino, Veneto, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata
  • Acqua dura: Lombardia, Toscana, Lazio, Calabria e Sicilia
  • Acqua molto dura: Emilia Romagna, Marche

Volendo essere certi della quantità di calcare presente nell’acqua di casa, la si può anche testare con cartine tornasole: delle striscette reagenti che si vendono in farmacia.

Cosa sono e come funzionano gli addolcitori

Per addolcire l’acqua è possibile servirsi di addolcitori, degli apparecchi atti a diminuirne la durezza riducendo la quantità di sali in essa presenti.

Gli addolcitori più diffusi oggi funzionano con delle resine a scambio ionico che hanno la peculiarità di contenere una parte che è in equilibrio chimico tra la resina stessa e gli ioni disciolti nell'acqua.

Accade quindi che quando l’acqua dura attraversa una resina, il calcio ed il magnesio presenti nell’acqua vengono trattenuti dalla resina, che a sua volta rilascia il sodio (Na) nell’acqua.

R-Na + Ca (schema della resina in forma sodio a contatto con il calcio del’acqua)

R-Ca + Na (la resina, dopo il contatto con l’acqua si “prende” il calcio e rilascia il sodio).

Questo processo per cui la resina “prende” il calcio ed il magnesio dell’acqua non dura all’infinito e si arriva ad un punto in cui la resina si definisce esaurita, poiché non riesce più ad assorbire i sali. Si deve quindi attuare il processo di rigenerazione dell’acqua dell’addolcitore utilizzando dell’acqua in cui è disciolto del cloruro di sodio (sale da cucina). La resina, a contatto con quest’acqua detta di rigenerazione, scarica i sali che aveva assorbito e li trasferisce all’acqua.

L’acqua in uscita dall’addolcitore risulta priva di calcare.

Io Guadagno Ora, con un’esperienza decennale nel settore, è specializzato nell’installazione di addolcitori idromeccanici. 

I benefici di addolcire l’acqua

La durezza dell’acqua, dovuta alla presenza di sali quali solfati, cloruri, nitrati, carbonati o idrogeno-carbonati, può avere diversi risvolti negativi, motivo per cui spesso può essere consigliabile addolcire l’acqua di casa quando troppo dura.

  • Formazione di calcare - quando l’acqua si riscalda o evapora, i sali in essa presenti tendono a precipitare, formando incrostazioni di calcare (carbonato di calcio CaCO3) e causando talvolta la corrosione dei componenti idraulici con conseguenti malfunzionamenti degli elettrodomestici (lavatrici, lavastoviglie, caldaie…) che costringono alla sostituzione dei pezzi.
  • Lavaggio dei capi – con un’acqua dura il lavaggio dei capi viene influenzato negativamente. Accade infatti che gli ioni calcio, combinandosi con le molecole del detergente utilizzato per il lavaggio formino dei composti non solubili in acqua che costringono ad aumentare la quantità di detersivo necessario e, talvolta, depositandosi nelle fibre, causano l’infeltrimento dei tessuti.
  • La cura della persona – È credenza diffusa che la durezza dell’acqua possa togliere brillantezza, elasticità e salute ai capelli. In realtà, uno studio condotto dal dipartimento di dermatologia del PSG Institute of Medical Science and Research di Tamil Nadu, in India, ha dimostrato proprio il contrario. Molti però notano che lavandosi con acqua calda e dura, la pelle, soprattutto se delicata, ne risenta negativamente, inaridendosi.

È importante valutare la durezza dell’acqua anche quando ci si dedica alla cura delle piante, si produce birra artigianale, si possiede un acquario o si cucina e realizza l’impasto per pane o pizza.