Compost toilets: i water a secco

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Il concetto di “rifiuto” è figlio della società consumistica contemporanea. Nelle società precedenti, infatti, ogni prodotto di scarto di una produzione era considerato una risorsa per un’altra. Ciò è valido anche per i rifiuti prodotti dagli esseri viventi. Sappiamo tutti bene, anche chi non ha esperienza diretta, che le feci degli animali sono un prezioso alleato nelle società contadine e sappiamo anche che c’è chi le utilizza persino come materiale da

costruzione. Eppure queste conoscenze, seppur antiche e preziose, non sembrano aver avuto la capacità di essere sviluppate nelle società urbane contemporanee. Oggi per esempio potremmo utilizzare i compost toilets, cioè i water a secco poiché il funzionamento attuale dei nostri servizi igienici è basato sulla totale assenza della preoccupazione del domani. Eppure tutto ciò che è organico può costituire in realtà una risorsa preziosa se, scevro da sofisticazioni ulteriori, viene ridato alla terra.

Ma logica che ha caratterizzato le nostre città fino a questo momento è stata quella di risolvere un problema non appena questi si verificava, sovrapponendo complessità alla complessità e non tenendo in nessun conto come l’ambiente avrebbe reagito. In parole povere non si teneva a mente il ciclo completo delle nostre azioni, confidando ciecamente nel progresso tecnologico.

In questo senso, i servizi igienici senza uso di acqua propongono una risoluzione semplice e concreta.

Il sistema del compostaggio, nonostante fosse utilizzato in qualche forma, non era ancora ben noto e compreso scientificamente fino al 1930, troppo tardi per poter influenzare l’ormai diffuso sistema a cacciata d’acqua. Questo sistema rappresentava la soluzione più facile ed immediatamente eseguibile. Gli anni Trenta segnano il passaggio generalizzato ai wc a cacciata d’acqua, che vengono anche codificati e resi obbligatori dalle leggi e dai regolamenti edilizi. Intorno al 1940, iniziano ad essere prodotti a prezzi contenuti, i sanitari prefabbricati in porcellana bianca, divenuto molto diffusi solo dopo il 1950. Intanto in Cina ed in Vietnam vengono condotte esperienze nuove e a loro modo rivoluzionarie sul compostaggio, con lo sviluppo, su scala nazionale, di sistemi senza uso di acqua e igienicamente sicuri. Si interessano di questa ricerca anche Paesi occidentali tra i più avanzati e civili come Svezia, Olanda e Israele.

Oltre al compost è possibile trattare i rifiuti con l’incenerimento, pratica che però non è molto pratica né economica.

I PRINCIPALI VANTAGGI DEI SISTEMI SENZA USO DI ACQUA

Non utilizzando acqua, non ne sprecano.

Trasformano gli escrementi in concimi nutritivi per l’agricoltura.

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Non inquinano pozzi, sorgenti e falde acquifere.

Un altro esempio di come le risposte a problemi complessi possano essere suggeriti dalla semplice osservazione della Natura. Inoltre non dimentichiamo che sperimentare sistemi in armonia con l’ambiente significa assumersi la responsabilità delle nostre azioni.











Federica Lipari

Federica Lipari Architetto

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