- scritto da Mariangela Martellotta
- categoria Curiosità ecosostenibili
L'architettura fatta dagli animali come esempio per gli esseri umani
Vi siete mai chiesti come fanno minuscoli esserini come i ragni o le api a costruire capolavori al pari di opere di ingegneria e architettura realizzate dall'uomo? Dalle torri d’argilla, agli alveari, dalle dighe di legno, alle tele fatte di filo naturale, le architetture realizzate dagli animali sono tantissime e i risultati certo non sono solo frutto del loro istinto.
Per architettura biomimetica si intende l'architettura che imita la natura sfruttando le conoscenze delle strategie animali per l’uso ecosostenibile delle risorse e la realizzazione di architetture più efficienti ispirate ad animali ed insetti.
Architetture inconsapevoli o progettate?
Gli straordinari esempi di architetture realizzate da animali non nascono da azioni inconsapevoli, poiché gli animali per loro natura agiscono sempre con un obiettivo ben preciso. Le costruzioni che fungono da infrastrutture e strutture, create da qualsiasi specie animale, sebbene siano create senza l’ausilio di insegnamenti a priori, e quindi dettate presumibilmente solo dall'istinto, sono oggi oggetto di studio da parte di numerosi esperti che si chiedono se per farle gli animali stessi seguano un percorso progettuale. Una risposta a questo quesito ancora non c'è.
Pensate alle termiti che nonostante le loro millimetriche dimensioni sono in grado di costruire torri alte diversi metri, apparentemente nulla di eccezionale, ma che se rapportate alla scala umana corrisponderebbero a grattacieli di diversi chilometri. Non sono solo le dimensioni delle costruzioni delle termiti a lasciarci a bocca aperta, ma anche il complesso funzionamento interno delle strutture, che comprendono gallerie articolate, condotti di aereazione naturale che consentono di mantenere costante la temperatura interna tutto l’anno, abitazioni per l’intera colonia suddivise per ranghi e pozzi per il passaggio del materiale. Certo il nostro punto di vista macroscopico spesso non ci consente di vedere la perfezione dei dettagli, eppure ci sono architetti e ingegneri che hanno ammirato, osservato, studiato con la lente di ingrandimento i fenomeni dell’architettura animale e ne hanno carpito molti segreti.
Esempi storici di architetture ispirate a quelle degli animali
Celebri e meno celebri architetti del passato hanno tratto insegnamento dal mondo animale per le proprie opere.
Mies Van der Rohe, Peter Beherens e Bruno Taut, per citarne alcuni, hanno richiamato nelle loro opere l’architettura, funzionale e formale, creata delle api. Un esempio “storico”, in cui la somiglianza è più che evidente, è certamente il Padiglione di vetro per l’esposizione Werkbund di Colonia del 1914 di Taut.
Frank Lloyd Wright, uno dei massimi esponenti dell’architettura contemporanea fu precursore di quella che è definita “Architettura Organica” che non è – come potrebbe sembrare dal nome – un tipo di architettura zoomorfa, bensì un’architettura che scaturisce dai flussi interni, dal luogo, dall’uso dei materiali locali, dal tipo di clima e da tanti altri fattori che risultano elementi prioritari e necessari per chi costruisce. Come quella che è la naturale tendenza animale, l’architettura organica promuove un’armonia tra l’uomo e la natura, la creazione di un nuovo sistema in equilibrio tra l’ambiente naturale e quello costruito attraverso l’integrazione di vari fattori, materiali e immateriali, artificiali e naturali.
Dalla metà del ‘900 in poi, Le Corbousier, Antoni Gaudi, fino ai più recenti Jorn Utzon e Zaha Hadid, hanno sviluppato forme d'architettura ispirandosi alle geometrie delle conchiglie, sia per la capacità di contenere i carichi che per la creazione di strutture nidificate e funzionali al loro interno.
Un esempio recente è dato dall’architetto contemporaneo Mick Pearce che ha preso come esempio i meccanismi di autoraffrescamento e di ventilazione osservabili nelle tane delle termiti africane per progettare l’Eastgate Building Centre di Harare, in Zimbabwe, e il risultato è un edificio che usa almeno il 10% in meno di energia rispetto ad un edificio con le stesse dimensioni situato nella stessa località.
Anche in urbanistica non sono mancati gli esempi di città ispirate al mondo animale: pensare alla struttura urbana come una sorta di “alveare lineare”, capace di connettere più colonie è stato il punto di partenza per la “città lineare” di Arturio Soria.
L’architettura degli animali è in perfetta armonia con il contesto ambientale: il loro principio è di non esaurire le risorse naturali e non inquinare. Così come le api riutilizzano la cera degli alveari abbandonati per costruirne di nuovi per i propri simili, così molte altre specie non sprecano nulla oppure utilizzano le risorse naturali in modo che esse abbiano tempo e modo di rigenerarsi nel tempo. L’uomo si è da poco messo sulla buona strada della ricerca dell’ecosostenibilità, limitando gli sprechi delle risorse naturali e creando opere che riescano ad autoprodurre energia, ma il problema resta l’inquinamento delle industrie deputate a realizzare i componenti, l’uso ancora eccessivo di fonti di alimentazioni non ecologiche, i sistemi obsoleti ancora adottati in gran parte dei cantieri, soprattutto di piccola scala.