- scritto da Mariangela Martellotta
- categoria Curiosità ecosostenibili
10 consigli per ottenere il giusto posto di lavoro come Architetto
Chi, dopo la laurea, non si è chiesto come inserirsi nel mondo del lavoro? Lo ha fatto anche una giovane Architetto che dopo aver sperimentato qualche anno di attività lavorativa ha maturato l’idea che occorra di tanto in tanto rideterminare la nozione di sé in un contesto più ampio e valutare quali siano non solo le proprie aspettative ma anche quelli degli altri. Giunta alla conclusione che la misura del successo è determinata dai vari obiettivi e requisiti organizzativi di ciascuno, Linda Bennett - fondatrice del blog Archi-Ninja - ha pubblicato un divertente ma nello stesso tempo concreto articolo dal titolo “10 ragionevoli cose da fare per ottenere un posto di lavoro nel settore dell’Architettura…”
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10 consigli per un posto di lavoro nel settore Architettura
1) Create una rete di sostegno
È indiscutibile che un network solido - formato da individui tra loro vicine e distanti - costituisca una componente importante su cui plasmare gli ideali futuri. Jim Rohn, un autore e speaker motivazionale sostiene: "Tu costituisci la media delle cinque persone con le quali trascorreresti più tempo".
Linda ha trovato che questa teoria fosse incredibilmente affascinante e per questo si è sempre spesa per costruire rapporti significativi, personali, professionali e ibridi. Nel corso della sua carriera ha spesso viaggiato appoggiandosi ai colleghi, amici e familiari come guide. È importante sottolineare che un network di questo genere ha favorito la sua crescita, ha contribuito alla sua creatività, l'ha aiutata a sviluppare le sue conoscenze, e a mettere in discussione i suoi valori sul lavoro. Una domanda semplice ma nello stesso tempo importante che le è stata rivolta una mattina in un bar dal co-fondatore di Atlassian, Scott Farquhar, è stata "Per chi stai risolvendo i problemi?", come se lo scopo del suo lavoro fosse una soluzione di tipo algebrico, con una struttura matematica chiara. Dopo molte discussioni Linda è stata in grado di definire meglio il proprio scopo, che in ultima analisi stabilisce un insieme di abilità professionali per mettere a confronto i potenziali datori di lavoro .
2) Definite il vostro scopo
È importante a volte fare un passo indietro e riflettere sul proprio scopo. Dopo aver terminato l'università, Linda ha lavorato in un ufficio di livello internazionale, sottoposta a molte pressioni, con giornate che la vedevano alla scrivania per lunghe ore (si cominciava alle 8 del mattino per finire dopo la mezzanotte, e spesso si lavorava nei fine settimana). Investiva gran parte delle sue energie per soddisfare i diversi obiettivi organizzativi, lasciandosi poco tempo per prendere in considerazione ciò che voleva ottenere realmente nella propria carriera. Tuttavia è sempre stata grata di questa esperienza della sua carriera anche se già allora sapeva di avere bisogno di esplorare verso una direzione più significativa in Architettura.
3) Definite un criterio di selezione
Nel corso di questo processo Linda è stata consigliata da Paul Dickinson, un insegnante di tecniche di leadership che l’ha aiutata a sviscerare i suoi ideali. Dickinson sostiene che l’importante è sapere osservare le persone che si ammirano, sia all'interno che al di fuori del settore dell’Architettura, e pensare al loro ruolo e al servizio che essi offrono al mondo in cui vivono.
Linda, insoddisfatta della sua posizione lavorativa precedente, cominciò a definire ciò che mancava nel suo lavoro di Architetto; interpretando la propria insoddisfazione riuscì a trasformare i suoi punti di debolezza in potenziali opportunità per il lavoro. Come? Sulla base delle sue qualità e dei suoi obbiettivi in ambito lavorativo, Linda aveva sviluppato i seguenti criteri di selezione di un “posto di lavoro ideale”:
- Cercare personale che investa il proprio tempo per insegnare, ascoltare e nello stesso tempo coltivare le proprie aspirazioni;
- Contribuire alla diverse fasi di un lavoro assumendosene anche le responsabilità;
- Custodire ed estendere agli altri i propri valori personali;
- Favorire un ambiente di lavoro divertente ma nello stesso tempo culturalmente guidato;
- Lavorare in un'azienda creativa che si distingua per le proprie scelte;
- Circondarsi di persone che costituiscano un team in cui condividere conoscenza e favorire la reciproca crescita professionale;
- Lavorare in un contesto in cui si comunica apertamente e si mostra apprezzamento per i propri dipendenti: un luogo di lavoro che sia motivante;
- Lasciare libertà creativa in quello che si fa e mantenere una propria autonomia;
- Sostenere e incoraggiare le attività extra-curriculari;
- Trovare un posto di lavoro in un ambito in cui si vada al di là delle aspirazioni commerciali di un progetto;
- Consentire ingresso la direzione della società: volere una società che fornisce un quadro di riferimento che favorisca il "pensiero proprietà" tra i membri del team per la condivisione di fini collettivi;
- Essere circondato da persone che cercano di raggiungere il loro potenziale professionale, pur mantenendo un equilibrio tra lavoro e vita privata.
4) Cercate prima di capire, poi di essere capiti
Attraverso il viaggio si raggiunge una migliore comprensione delle diverse culture, della storia e delle nozioni relative all’arte manifatturiera di un luogo. Viaggiare per i continenti, osservare gli edifici famosi e non, visitare gli studi di Architettura più importanti è il primo passo per aprire la propria mente.
Ascoltando le opinioni e le idee di chi ci circonda ci si rende conto davvero di quelli che sono i potenziali di ciascuno di essi; cercando di capire cosa vogliono i potenziali datori di lavoro non solo in termini di ciò che la loro azienda fornisce, ma concentrandosi anche sul loro lato umano si arriva a creare fra di essi e noi una sorta di empatia che non può che giovare al rapporto lavorativo.
Essere introverso per natura significa raggiungere una profonda comprensione di sé stessi, degli altri e del mondo che ci circonda, attraverso l'ascolto, l'osservazione e lo studio. Nel processo di ricerca del suo lavoro ideale, l'introversione di Linda Bennet si è spesso tradotta in auto-apprendimento. Sembra strano ma è anche grazie alla musica che Linda ha raggiunto una propria visione dell’essere Architetto e sviluppato un suo ordine interiore. Il suo pensiero inoltre è stato fortemente influenzato sia da Henry Rollins dei Black Flag che da Greg Graffin dei Bad Religion.
Dopo numerosi colloqui con varie aziende ha maturato l’idea che molti tipi di lavoro non facessero al caso suo visto che durante i colloqui stessi, piuttosto che cercare di esprimere la sua opinione, cercava di ascoltare ciò che gli altri erano disposti ad offrirle in termini di posizione lavorativa e di retribuzione economica.
5) Rappresentate esternamente quello che siete interiormente
Nonostante le influenze esterne, le pressioni di tutti i giorni, il carico della propria coscienza, la sincerità (verso sé stessi e verso gli altri) è di grande importanza. Spesso i colloqui di lavoro ed i periodo di prova sono lassi di tempo impersonali; spesso la gente pur di accaparrarsi un posto di lavoro è disposta a nascondere le proprie aspirazioni e in extremis a inventare requisiti che in realtà non possiede. Bisogna rendersi conto che un lavoro, benché remunerativo dal punto di vista finanziario, se non riflette i propri ideali non è il lavoro su misura per noi. Linda dichiara che nel suo portfolio professionale non ha nascosto nulla, nè inventato cose che non fossero reali; esso è stato creato come un archivio autentico e onesto della propria storia personale, dell’esperienza, dei risultati e delle sue ricerche in architettura. Il colloquio le è servito per condividere i suoi principali obiettivi, i valori, le debolezze e le aspirazioni, ma soprattutto per capire come la sua figura professionale si sarebbe potuta inserire nel contesto più generale del suo potenziale datore di lavoro.
Piuttosto che prendersi troppo sul serio e immedesimarsi in figure che non corrispondono alla nostra personalità è meglio presentarsi come si è realmente, anche se pensiamo di apparire un po’ superficiali: le più avvincenti, influenti e socievole sono spesso veicolati attraverso l'inaspettato dell'intelletto, energia, umorismo e giocare.
6) Mettersi in competizione con sé stessi
La prima sfida è quella di capire come fare una buona impressione. Educazione a parte, bisogna investire una notevole quantità di tempo in eventi che vi vedano coinvolti in ruoli attivi, dove ci sia l’occasione di parlare, dove sia possibile costruire consapevolezza di sé e di creare un network con i potenziali datori di lavoro. Per costruire la propria fiducia Linda ha attraversato un rigoroso programma di auto-formazione personale. Questo ha migliorato le sue capacità di comunicare efficacemente sia faccia a faccia con altre persone che di fronte ad un pubblico vasto. Durante la stesura del suo portfolio Linda aveva anche contattato tre aziende al di fuori del settore dell'architettura, tra cui un negozio online di e-commerce, un costruttore ed un modellista: un modo per vedere come la sua formazione in architettura potesse essere applicata ad altri settori e stabilendo se l'architettura fosse il settore giusto verso sui puntare in quel momento. Dopo essersi messa nella condizione di esaminare la professione dell’Architetto da outsider aveva cominciato veramente a capire che cosa era che volevo da sé stessa.
Linda aveva trascorso un mese a elaborare il proprio portfolio: voleva essere sicura che esso si sarebbe distinto fra un mucchio di altri portfolio di candidati come lei. Poi aveva inviato il suo portfolio a molte aziende, anche a quelle che al momento non cercavano personale. L'obiettivo era quello di incontrare i potenziali datori di lavoro per esercitare la propria capacità di presentarsi agli altri. Ogni incontro era un modo per fare esperienza, ogni possibile datore di lavoro offriva degli spunti utili per capire come migliorarsi per un colloquio successivo.
7) Non abbiate paura di perseguire il cambiamento
Quando viveva a Sydney, Linda ha cercato di volgere l’indirizzo della sua carriera verso l’architettura residenziale. Sydney è nota per il suo potenziale turistico e per l'interfaccia urbana che hanno la Sydney Opera House e l'Harbour Bridge. Melbourne, invece, è caratterizzata da profondi strati di vibrante cultura urbana, ed è all'interno di quest'ultimo contesto che Linda si è sentita maggiormente ispirata e a suo agio. Poche cose nella vita sono permanenti e, quando si decide di trasferirsi da uno stato all'altro, si valutano gli aspetti positivi e negativi. È importante per aspirare a nuove influenze, a nuovi ascendenti e sfide. Di solito noi risultiamo essere creature abitudinarie e così cadiamo facilmente nella routine che ci rende compiacenti e miopi, routine che smorza il nostro occhio critico, sradicando le nostre possibili aspirazioni. Inaspettatamente Linda è riuscita a trovare nel suo trasferimento a Melbourne delle opportunità nuove. Perseguendo il cambiamento, è diventata a poco a poco sempre più indipendente e sicura di sé. In una nuova città ha colto l’occasione per cercare nuove opportunità, partecipare a eventi del settore e investire in nuove relazioni sociali. Così facendo si è presentata al pubblico senza nascondere i suoi ideali, con la speranza che le persone giuste fossero di conseguenza interessate a quello che faceva.
8) Identificare il valore
Durante il periodo universitario, Linda aveva investito la sua energia nel trovare una società che avesse la capacità di sostenerla durante il suo periodo formativo. È stato solo dopo aver lasciato il suo primo lavoro post-universitario che Linda è stata in grado di fare un passo indietro e di riflettere sul proprio valore. Ciò che aveva capito era che la cosa più importante da fare era impostare il proprio punto di riferimento per il successo su un indicatore che spesso sarebbe dovuto essere superiore alle aspettative di coloro che la circondavano.
Il passo successivo per Linda è stato quello di trovare una società in cui inserirsi, una società che capisse il suo contributo e la sua volontà offrendo in cambio la giusta retribuzione. Molte organizzazioni purtroppo parlano di valori ma in realtà non li perseguono, o peggio, eludono le leggi. I reali valori aziendali sono rappresentati da azioni concrete. D’altra parte anche lo stacanovismo non è un buon esempio: molti studenti o neolaureati sottovalutano la loro posizione nel settore, lavorando volontariamente e offrendo i loro servizi gratuitamente, dando vita a loro volta ad un cattivo modello per quanto riguarda il settore professionale. Purtroppo le moderne organizzazioni negano al lavoratore il diritto di difendere i propri diritti e protestare per insoddisfazione. Queste organizzazioni svalutano la professione, creando un ambiente che sfrutta le risorse basandosi sul basso costo (a volte gratuito) dei lavoratori.
Una volta che avrete riconosciuto il vostro valore e le vostre responsabilità dovreste cercare di crearvi un ruolo che vi consenta di sviscerare le vostre qualità.
9) Il tuo lavoro è solo una parte di ciò che ti definisce
Occorre capire che la propria carriera è solo una componente di ciò che definisce una persona. La cosa più importante è trovare un buon equilibrio tra lavoro e vita. Come possiamo, da architetti, assumerci la responsabilità di risolvere i problemi sociali, urbani, ambientali, se la nostra categoria, in extremis, e senza una chiara prospettiva, sta svolgendo non solo il suo lavoro professionale senza curare le proprie relazioni personali?
L’Architetto Andrew Maynard ha scritto un ottimo articolo su equilibrio vita-lavoro, "Equilibrio lavoro / vita / lavoro", in cui descrive l’abitudine dei dipendenti a trascurare gli altri componenti della vita credendo di trovare la felicità e la soddisfazione in un secondo momento. Questo è identificato da Clive Hamilton, come la “sindrome di felicità differita”.
10) Sapere quando lasciare il tuo lavoro
Il mondo delle imprese di oggi punta a mantenere i dipendenti nei loro ruoli attuali, piuttosto che dargli la possibilità di crescere nei ruoli per essi più consoni; può capitare quindi di lasciare un posto di lavoro per altre aspirazioni. Assicuratevi di lasciare l'organizzazione per le giuste ragioni. È importante, se si ha un titolo di studio ottenuto da poco, presentarsi con il proprio bagaglio culturale: una minima esperienza professionale (che a poco a poco sarebbe accresciuta con tempo e fatica), ma nello stesso tempo una mente dalle idee innovative e con capacità tecniche rilevanti. Cercate i segnali evidenti che il vostro lavoro non è più in linea con i vostri obiettivi personali, o che forse la posizione non è in linea con le vostre capacità.
Leonard Schlesinger, nel suo libro, Just Start: Take Action, Embrace Uncertainty, Create the Future, stabilisce una serie di domande da porsi quando si sta prendere in considerazione di lasciare il proprio lavoro, e anche per riconoscere la differenza tra l'insoddisfazione occasionale, ordinaria, e una vera e propria mancata corrispondenza alle proprie aspettative.
Linda si era resa conto che avevo bisogno di prendere le redini della propria situazione lavorativa. Trovarsi a rivestire un ruolo sbagliato stava avendo un impatto negativo sulla propria fiducia in sé. Lei è sempre stata una dipendente a lungo termine, e quindi lasciare il proprio posto di lavoro non era mai una decisione facile. Dopo aver lasciato il suo lavoro a Sydney, è stata assunta part-time per sostenere le spese di soggiorno, il che le ha permesso di declinare una serie di posizioni al fine di seguire il suo cuore. Ha accettato e negoziato delle posizione lavorative per un periodo di tempo di prova, al fine di valutare veramente se l’azienda che l’assumeva avesse fatto una “scelta pesata”. In caso contrario, si allontanava velocemente e in buoni rapporti. Riconoscere le carenze dei suoi ruoli passati le ha permesso di capire molte cose che l’hanno portata a deviare il suo soggiorno verso Melbourne (vedi punto 7).
Questi consigli sono ovviamente un indirizzo per affacciarsi a mondo del lavoro. Va da sé che non esistono leggi matematiche su come trovare un impiego o su come migliorare la propria situazione lavorativa, ma dalle esperienze altrui spesso si impara molto.