Lavoro da casa: come distinguere il tempo per il lavoro e quello personale

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Spesso è un desiderio–bisogno umano quello di trovare un rifugio silenzioso, sia in un angolo del cortile, o un appartato lato del corridoio di casa, in cui lavorare, rilassarsi, o semplicemente avere uno spazio che appartiene solo a noi. Soprattutto per gli impieghi “creativi” – architetti, designers, scrittori – è fondamentale svolgere il proprio lavoro in ambienti che possano valere anche da matrici di creatività, magari aperti alle suggestioni del mondo esterno, come una casetta in legno o una serra immerse nel verde a due passi da casa. Ma se il luogo di lavoro fosse davvero dietro l’angolo, come separare il tempo per lavorare da quello personale?

Il feng shui sui luoghi di lavoro

Un ufficio è notoriamente uno spazio di lavoro in cui possiamo concentrarci, pensare ed avere sottomano tutto ciò che ci serve. Con la diffusione dei lavori sul web, per i quali basta un semplice pc ed una connessione ad internet, l’ambiente domestico sta diventando un luogo di lavoro come tutti gli altri. “Chi l’avrebbe mai detto che avremmo potuto lavorare comodamente seduti alla scrivania di casa?”.
La pensa così chi ogni mattina attraversa chilometri per raggiungere la propria sede di lavoro: un luogo asettico, se non fosse per qualche foto che ritrae gli affetti familiari, senza comodità e magari nemmeno tanto pulito. Ma chi invece lavora abitualmente da casa, potrebbe non pensarla allo stesso modo.

Quando sei a lavoro nel tuo ufficio di casa, nessuno ti tratterà come se fossi davvero a lavoro: sarai interrotto, ti chiederanno di fare delle commissioni, non potrai stare lontano da cibo, divertimento, urla e schiamazzi, soprattutto in presenza di bambini.

Per quanto si possa essere disciplinati, lavorare da casa significa non essere mai completamente a lavoro, né mai completamente a casa, e questo finisce col nuocere tanto alla qualità della vita quotidiana, quanto alla qualità del lavoro, che richiede quindi più tempo per essere portato a termine con la massima efficacia. Insomma le persone che non lavorano a casa hanno un grande vantaggio: lasciano casa per recarsi a lavoro. Questa semplice azione è di vitale importanza dal punto di vista psicologico dal momento che, riducendosi le aspettative di rintracciabilità e disponibilità verso famiglia e amici, in questa ha luogo la necessaria distinzione tra tempo personale e tempo di lavoro.

La migliore soluzione sarebbe lavorare da casa e allo stesso tempo lasciare casa per recarsi a lavoro. In che modo? Costruendo un piccolo ufficio in giardino. Così, dopo la rituale toilette mattutina, attraversando il percorso erboso del giardino, aprendo la porta dello studio e accendendo il pc, ci si trova a lavoro. Il tutto in trenta minuti scarsi, e senza essere facile bersaglio di chi è dentro casa, potendo focalizzare l’attenzione sul lavoro in modo da terminarlo in tempi utili per “tornare a casa”.

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Costruire un ambiente di lavoro nel proprio giardino non è poi logisticamente così complicato: ogni città ha un suo regolamento edilizio, che bisognerà consultare per avere i necessari permessi, prima di cominciare i lavori. Ma, a parte queste semplici questioni burocratiche, basterà comprare un kit e montarlo come un puzzle, armati di pazienza e precisione.

Un piano basamentale di fondazione è fondamentale per ancorare al suolo il prefabbricato ed assicurarlo contro i forti venti ed il tempo inclemente: il tipo di attacco a terra va selezionato in base alla struttura, alla qualità del terreno ed al clima. Poi la fantasia e la creatività personalizzeranno il tutto: gli arredi andranno calibrati in base alle esigenze di lavoro e alle preferenze in fatto di gusto.
Un pavimento in legno multistrato è consigliato contro le espansioni del legno che si possono verificare con le alte temperature di una serra; trattamenti opacizzanti dei muri aggiungono privacy e assicurano protezione dall’irraggiamento solare.

Finalmente, lo studio sarà in giardino come se fosse da sempre stato immerso in quell’angolo ombreggiato di paradiso, configurandosi come il nostro rifugio segreto. Chi non ne vorrebbe uno così?

Barbara Brunetti

Barbara Brunetti Architetto

Architetto e dottoranda in Restauro, viaggia tra la Puglia e la Romagna in bilico tra due passioni: la ricerca accademica e la libera professione. Nel tempo libero si dedica alla lettura, alla grafica 3d, e agli affetti più cari. Il suo sogno nel cassetto è costruire per sé una piccola casa green in cui vivere circondata dalla natura.