Il carcere diventa un caffè: il riuso che reinterpreta per contrasto

Lo studio australiano Biasol Design Studio ha progettato il caffè nella prigione di Pentridge, porzione di un intervento più ampio di riconversione, all’interno delle mura storiche di Bluestone, a pochi chilometri da Melbourne. La struttura carceraria è diventata un villaggio sede di un complesso residenziale e commerciale. Facendo riferimento alla storia dell'edificio, i progettisti hanno chiamato il progetto “Giuria Cafe”.

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I 475 metri quadrati del Caffè si trovano all'interno del perimetro in pietra muraria della prigione che prima di essere dismessa, nel 1997, ha ospitato tra i suoi detenuti il noto romanziere e criminale Chopper Read.

Gli architetti hanno aggiunto puntoni in legno chiaro e arredi in compensato verniciato color pastello, bianco e nero creando un piacevole effetto a contrasto con le pareti di pietra scura e cemento originarie.

Come un progetto di interior design, “Giuria” ha presentato diverse sfide per i progettisti, convinti di dover rispettare il passato di un luogo oscuro come una prigione ma credendo nella possibilità di infondere nuova vita al caffeteria come luogo rilassante per chi lo frequenta.

Il tema del contrasto ha portato lo studio a giocare con le idee. E tante suggestioni diverse hanno condotto a inserire, a contrasto con le pareti di pietra blu scuro, una tavolozza di colori brillanti e legni biondi.

La struttura in legno è organizzata in un schema triangolare replicato lungo le pareti, il soffitto e il bancone del bar.

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I puntoni tra i montanti sono dipinti nei toni del nero, bianco, rosa e blu, e si alternano a fondi colorati o lasciati alla tonalità naturale propria del legname. Anche il controsoffitto è colonizzato dalla griglia.

Il caffè, che è stato completato nel marzo, è semplice e disadorno, ma con piccoli dettagli divertenti.

La struttura ha realizzato un effetto ludico, riportando il sito a nuova vita e ha permesso di esorcizzare il suo oscuro passato, affrontando con nuova linfa il futuro.

Le luci pendenti, con cavo tessile rosso sangue e lampade scultoree, sono state appese in formazione in modo da disegnare una L sul bancone di legno.Sopra i tavoli, i cavi dai colori vivaci sono avvolti intorno alle capriate del soffitto di legno per diminuire la lunghezza. Altri sono attorcigliati ai muri e dietro un grande logo di legno che mette in mostra il nome del locale dietro il bancone.

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La scritta in legno, cava all’interno, mostra il contrasto tra il muro e il materiale di cui è fatto l’arredo.

Una mensola sottile sotto ospita sacchetti di carta marrone di chicchi di caffè e piante in vaso con fronde che hanno cominciato ad avvolgere, quasi forza vivificante, in modo lento ed inesorabile, ogni arredo.

Anche l’unico pilastro in cemento è stato rivestito dalla “maglia” di legno e ne sono state ricavate  scaffalature e un traliccio per le piante.

Gli sgabelli di compensato semplici e i tavoli sono stati progettati per lo spazio dallo studio Biasol, e sono stati sistemati lungo il perimetro, vicino alle finestre.

Lucia Terenziani

Lucia Terenziani Architetto

Si perde passeggiando nei borghi storici e nelle città, le piace cogliere istantanee e scorci dimenticati. Vive e lavora a Parma, dove progetta e ri-progetta spazi. Ama leggere, scrivere, visitare musei, immergersi nei boschi e interrogarsi sulle possibilità dell’abitare in armonia con se stessi e la natura che ci circonda.