- scritto da Anellina Chirico
- categoria Recensioni
Vivere insieme: cohousing e comunità solidali
Avete mai desiderato scegliere i vostri vicini di casa, gli spazi da condividere e le attività da svolgere per sé e per gli altri? Se la risposta è si, allora dovreste leggere “Vivere insieme – Cohousing e comunità solidali”, una guida sulla buona pratica del cohousing realizzata dallo studio Tamassociati raccogliendo le testimonianze di chi già coabita e i progetti presenti o in fase di realizzazione in Italia. Un utile starter kit chefornisce tutti gli strumenti per chi sceglie di abitare in maniera virtuosa privilegiando ambiente e relazioni sociali.
L’intervista: Tamassociati, cohousing ed ecoquartieri
Scopri di più sullo studio Tamassociati
“Vivere insieme” è un testo inedito nel suo genere perché fornisce, come svela il suo sottotitolo, tutti gli strumenti e le informazioni utili per intraprendere un’esperienza di coabitazione in cui privilegiare le relazioni, compiere scelte virtuose e risparmiare.
Cohousing significa co–abitare, abitare insieme, in uno spazio che rispecchia i bisogni del singolo e della comunità e dove tutte le decisioni, dalla gestione dell’energia alla manutenzione del verde, dall’orto condiviso alla Casa Comune, vengono prese per consenso dall’assemblea dei cohousers perché non esiste alcuna struttura gerarchica.
Partecipazione, solidarietà e socialità sono le parole chiave del testo e la base concettuale di ogni progetto di cohousing che si trasforma in una buona pratica costruita su misura con i futuri abitanti.
Come suggerisce il sottotitolo “Le chiavi e la cassetta degli attrezzi per costruire un nuovo modo di abitare”, il libro è uno starter kit che fornisce tutte le indicazioni metodologiche e pratiche per dar vita ad un cohousing.
Ma che cos’è il cohousing? Come spiega molto efficacemente Marianella Sclavi nell’introduzione di “Vivere insieme”, è una forma di coabitazione che unisce spazi pubblici condivisi con spazi privati, dove una comunità decide di vivere un’esperienza di “vicinato elettivo e solidale” in cui si privilegia il gruppo e non l’individuo.
Nella scelta di cambiare vita, di unirsi ad altre famiglie e condividere i luoghi della propria quotidianità, convergono prima di tutto il bisogno primario di una casa e i vantaggi della socializzazione. L’accesso ad un’abitazione di qualità che viene incontro alla capacità di spesa di una fascia della popolazione, ma che non dimentica i cosidetti “milleuristi”, giovani coppie e pensionati il cui reddito non permette di accedere al mercato immobiliare.
Non si tratta dunque di un fenomeno di costume, bensì della necessità di collegare le soluzioni dell’abitare alle risorse, ai bisogni e ai gusti.
Le persone fanno massa critica, formano comunità solidali che a loro volta si fanno promotrici di un tema sociale. Un primo gruppo si attiva, si riunisce e sceglie il territorio di interesse, poi cerca il finanziamento per acquisirlo e partecipa alle scelte progettuali.
Sono infatti gli abitanti a dettare il disegno, a scegliere come e dove abitare. Dal car–sharing alle cucine comuni, alle energie rinnovabili, agli spazi di socialità e di formazione ( lavanderia, magazzino, biblioteca, sale polifunzionali , ecc.), famiglie e individui fanno le loro richieste.
E gli architetti? A loro spetta il compito di mediatori, di simplicity manager. Alle comuni competenze della professione si aggiunge la necessità di saper ascoltare e mediare tra gli interessi individuali e quelli della collettività.
La strategia adottata dallo studio Tamassociati è tutta protesa ad un progettazione sostenibile, secondo un approccio “eco–semplice”: “abitare in modo sostenibile significa prima di tutto privilegiare la semplicità”, scegliendo soluzioni che siano sintesi di tecnologia e tradizione e che non perdano di vista il buon senso, la durevolezza e il benessere. Un esempio sono i progetti che lo studio ha realizzato Emergency, fra tutti il Centro Cardiochirurgico in Sudan e i vicini alloggi ricavati dal recupero di container.
Il testo ripercorre tutte le tappe di un progetto partecipato, dall’individuazione delle figure professionali che seguiranno la progettazione, alla formazione di un gruppo di lavoro affiatato che abbia una visione comune, e via via chiarisce fasi e azioni fino al progetto esecutivo e alla realizzazione.
Completano il quadro i principali progetti di cohousing in Italia, realizzati o ancora in divenire, attraverso le testimonianze di chi ha scelto di coabitare ed i contributi di Massimo Giordano di E’Co–Housing di Bologna e di Alessandro Franceschini della Cooperativa Pace e Sviluppo di Treviso, che illustrano rispettivamente la storia del “Cohousing Mura San Carlo” e dell’”Ecoquartiere Quattropassi Villorba”.
Infine non si trascurano le esperienze europee da cui il cohousing ha origine e altre declinazioni di organizzazioni sociali all’insegna della convivenza e della condivisione, con un esauriente excursus su comunità solidali, laiche e religiose, eco–villaggi, politiche di social housing e autocostruzione.
Scheda tecnica del libro
Titolo: Vivere insieme. Cohousing e comunità solidali
Formato: 11,5 x 1,5, illustrato B&N
Editore: Altreconomia Edizioni (Collana “Guide Responsabili e utili”)
Pagine: 96
Data pubblicazione: Ottobre 2012
Autore:Studio Tamassociati (a cura di)
ISBN: 9788865160817
L’autore
Tamassociati è uno studio di architettura e comunicazione per il sociale, nato a Venezia come gruppo di ricerca architettonica nell’ambito dell’Associazione Utopica European Architects Network.
Opera attualmente in forma di studio associato, con sedi principali a Venezia, Milano e Parigi.
È uno studio tecnico e creativo attento a valori quali equità, sostenibilità, beni comuni. Coniuga impegno civile e professione.
Estratto
“Co–abitare è un’esperienza che si modella sulle esigenze e sulle identità del gruppo che lo compone; è sempre un processo in divenire che necessità di esercizio e passione per svilupparsi. Per questo motivo più che un’astratta teoria, è una pratica che si misura sempre con la realtà. (…)”