Cultura e progetto del territorio e della città

Antica rappresentazione prospettica della città di Torino

Franco Angeli editore presenta “Cultura e progetto del territorio e della città” un nuovo imperdibile volume dedicato all’urbanistica. Questa volta il compito di affrontare la materia, sotto l’inscindibile rapporto che essa ha con la sfera culturale dei contesti in cui si manifesta nelle sue svariate forme, è affidata all’esperienza del professor Arturo Lanzani, urbanista e geografo, che con la propria conoscenza ci conduce in un viaggio attraverso l’evoluzione della cultura della pianificazione territoriale e della progettazione degli spazi urbani ed extraurbani.

In copertina rappresentazione prospettica di Torino contenuta nel Theatrum Sabaudiae, risalente al 1663, opera monumentale la cui pubblicazione è promossa da Carlo Emanuele II, in occasione del centenario di Torino capitale. Le incisioni, stampate dalla celebre officina Blaeu di Amsterdam, rappresentano con efficacia costruzioni realizzate o progettate a celebrazione di un’architettura di Stato, concepita come espressione dell’arte del governo.

Gli scribi agrimensori erano incaricati di misurare i terreni e redigevano le mappe delle proprietà mentre gli architetti stendevano planimetrie e progetti in scala, la cartografia egizia veniva redatta nel dettaglio e riportava tutti gli elementi ambientali presenti sul territorio, con tanto di descrizione scritta degli stessi.Gli scribi agrimensori erano incaricati di misurare i terreni e redigevano le mappe delle proprietà mentre gli architetti stendevano planimetrie e progetti in scala, la cartografia egizia veniva redatta nel dettaglio e riportava tutti gli elementi ambientali presenti sul territorio, con tanto di descrizione scritta degli stessi.

 La groma era uno strumento usato dagli antichi Romani per tracciare linee rette sul terreno. Essa era costituita da un bastone con un'estremità appuntita che veniva conficcata nel terreno o ad lapidem, cioè in un cippo in dotazione agli stessi agrimensori.La groma era uno strumento usato dagli antichi Romani per tracciare linee rette sul terreno. Essa era costituita da un bastone con un'estremità appuntita che veniva conficcata nel terreno o ad lapidem, cioè in un cippo in dotazione agli stessi agrimensori.

Ogni tappa è rigorosamente inserita in un contesto socio-culturale definito e ne è definito il periodo storico di cui fa parte; questo ci fa comprendere come l’urbanistica sia influenzata da molteplici fattori – materiali e immateriali, scientifici e legati all’economia o al funzionalismo –  che nel corso di secoli ne hanno fatto variare i connotati e il modo di approcciarsene da parte degli addetti del settore.

Un tema, quello analizzato e sviscerato tra le pagine del libro, che nel linguaggio corrente viene definito con la parola generale "urbanistica"  ma che, potrete constatare, tende a far comprendere che l’urbanistica è costituita da diversi fattori connessi e soprattutto – per essere tale – necessita di passaggi chiave che sono quello della pianificazione e della progettazione urbana e territoriale: senza di essi si rischierebbe di andare alla cieca, o quanto meno istintivamente, alla ricerca di soluzioni per organizzare l’assetto del territorio abitato.

 Fu sotto la guida dell’architetto Carlo di Castellamonte che il tanto famoso schema a scacchiera che connota ancora oggi Torino prese forma. L’espansione della capitale avviene infatti lungo un tracciato di vie tra loro del tutto ortogonali, con una suddivisione regolare degli isolati ed un sistema di strade omogenee, rettilinee e a sezione costante. Le famose immagini di vedute a volo d’uccello della ex capitale d’Italia, Torino, tanto care all’iconografia di quel periodo volevano proprio marcare l’idea della città capoluogo della nazione. Un luogo di rappresentazione del potere del duca e della sua magnificenza e non un collegamento, come molti pensano, agli antichi avi romani.Fu sotto la guida dell’architetto Carlo di Castellamonte che il tanto famoso schema a scacchiera che connota ancora oggi Torino prese forma. L’espansione della capitale avviene infatti lungo un tracciato di vie tra loro del tutto ortogonali, con una suddivisione regolare degli isolati ed un sistema di strade omogenee, rettilinee e a sezione costante. Le famose immagini di vedute a volo d’uccello della ex capitale d’Italia, Torino, tanto care all’iconografia di quel periodo volevano proprio marcare l’idea della città capoluogo della nazione. Un luogo di rappresentazione del potere del duca e della sua magnificenza e non un collegamento, come molti pensano, agli antichi avi romani. 

Alcuni lettori hanno già definito questo libro una “guida”: ebbene, una guida serve a orientarsi in un ambito e dovendo raggiungere un obbiettivo essa traccia un percorso da seguire. In “Cultura e progetto del territorio” il percorso è cronologico e si sviluppa in fasi temporali; l’evoluzione del pensiero urbanistico però non è fissata in un contesto geografico bensì spazia, proprio perché l’Urbanistica, nel corso della storia, si è nutrita dei connotati provenienti dalle esperienze di tante civiltà diverse che per forza di cose si sono incontrate, incrociate e scontrate a volte, su un determinato territorio come per esempio è accaduto per la civiltà greca che ha influenzato gran parte del territorio mediterraneo dal periodo arcaico fino all’ellenismo.

Nel corso del tempo descritto nel libro si viaggia  in un lasso di tempo lunghissimo in cui si parte dal primo costruirsi degli ambienti umani (cioè di un ambiente modificato dall'uomo) affrontato nella sezione “Ambiente e territorio, muovendo dai primi passi della vicenda umana”, per poi passare gradatamente alla nascita e allo sviluppo di diversi modelli urbani e rurali, in cui avviene una successione di cambiamenti – necessari –  sia in grandi città che paesi, comprese le zone periferiche e rurali, tutti elementi che concorrono alla formazione dei sistemi agrari e allo sviluppo di primi modelli insediativi complessi.

Veduta del Ponte Salario. Bellissima incisione all'acquaforte e bulino incisa e pubblicata da Giovanni-Battista Piranesi nel 1754. Rappresenta l'antico Ponte Salario in Roma, fu costruito dagli etruschi e si pensa sia il Ponte dove i Romani passarono per andare a rapire le Sabine. Il Ponte oggi è ricostruito.Veduta del Ponte Salario. Bellissima incisione all'acquaforte e bulino incisa e pubblicata da Giovanni-Battista Piranesi nel 1754. Rappresenta l'antico Ponte Salario in Roma, fu costruito dagli etruschi e si pensa sia il Ponte dove i Romani passarono per andare a rapire le Sabine. Il Ponte oggi è ricostruito.

Rovine del Tempio detto di Apollo nella Villa Adriana vicino a Tivoli. Incisione pubblicata da Giovanni-Battista Piranesi nel 1768.Rovine del Tempio detto di Apollo nella Villa Adriana vicino a Tivoli. Incisione pubblicata da Giovanni-Battista Piranesi nel 1768.

Nella sezione “Continuità e mutamento nella città di antico regime e nelle pratiche e nella cultura urbanistica” è di particolare interesse l’attenzione che l’autore pone su quello che – all’epoca indagata nel capitolo – era un argomento del tutto inusuale, e cioè la ricerca della “sostenibilità in urbanistica”. L’idea di non dover sprecare ancora altro territorio ma di fare in modo da recuperare anche parte del patrimonio edilizio già realizzato accresce l’obbiettivo per un principio che ancora oggi è perseguito in quasi tutti i contesti urbani:  la riqualificazione del territorio.

Da viaggiatrice appassionata e di indole esploratrice però, credo di aver colto interessanti spunti per approfondire alcuni aspetti relativi alla rappresentazione del paesaggio urbano e rurale tratta dalle raffigurazioni dei racconti di studiosi-viaggiatori; il contributo di personaggi come Piranesi, per citare un nome celebre, avrà un ruolo importante dal punto di vista documentale per mettere in relazione l’antico con il contesto urbano a lui contemporaneo e farcene apprezzare secoli dopo l’utilità .

“Il viaggio consente di delineare una particolare e distintiva strategia conoscitiva di tipo esplorativo-indiziario diversa rispetto a quella prevalente nel pensiero scientifico moderno di tipo teorico-deduttivo o sperimentale-induttivo, una strategia più attenta alle differenze, alla particolarità dei contesti e più prudente verso le generalizzazioni”

Osservare opere tratte da esperienze di viaggi di naturalisti, geologi ecc… - disegni di ogni tipo, comprese cartografie – consente di indagare un territorio capendone a fondo l’evoluzione. L’importanza del viaggio si ritrova anche in studiosi che si caratterizzano per lo studio di un determinato ambiente: dall’osservazione dei continui processi di distruzione e rigenerazione che connotano ogni singolo ambiente – non solo per processi geologici ma anche per le forme mobili stagionali di popolamento e spopolamento, di sfruttamento del territorio e quant’altro – si comprende un territorio e si fondano le basi per una sua corretta pianificazione futura. Senza conoscenza del pregresso si rischierebbe invece di commettere gravi errori, mancanze, azioni superficiali o improprie, che porterebbero se non al degrado di un luogo ad un suo non corretto utilizzo, con tutte le conseguenze negative che si ripercuoterebbero sulla sua popolazione.

“Cultura e progetto del territorio e della città” è decisamente interessante e stimolante sotto il profilo conoscitivo: consigliato ad un pubblico vasto, di esperti, studiosi e studenti che si occupano o siano interessati, alla complessa e affascinante materia che è l’urbanistica.

Cultura e progetto del territorio e della città

Scheda tecnica del libro 

Titolo: "Cultura e progetto del territorio e della città"
Formato: cartaceo 200 x 240 mm
Editore: Franco Angeli editore 
Pagine: 378
Data pubblicazione: (I edizione) Settembre 2020
Autore: Arturo Lanzani
Collana/argomento: Architettura – Teoria e storia della città e del territorio
ISBN: 9788835107156
Lingua: Italiano

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L’autore: Arturo Lanzani

Arturo Lanzani, geografo e urbanista, è professore ordinario presso il Dastu del Politecnico di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Il territorio al plurale (1991); Il territorio che cambia (con Boeri e Marini, 1993); Immagini e idee di piano 1943-1963 (1996); I paesaggi italiani (2003); In cammino nel paesaggio (2011); L'Italia al futuro (con Pasqui, 2011); Quando l'autostrada non basta (autori vari, 2013); Città territorio urbanistica tra crisi e contrazione (2015). È socio fondatore dell'associazione "Riabitare l'Italia" (www.riabitarelitalia.it). Ha alternato attività didattica e di ricerca universitaria, di progettazione e pianificazione per enti pubblici e anche per periodi non brevi di impegno amministrativo in comuni (come assessore) ed enti parco (come presidente).

Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.