Tree House, una casa ad albero trova la luce dove manca

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A Tokyo, una città con un’altissima densità abitativa, una foresta urbana in cui lo spazio per nuovi edifici è molto poco ed è difficile offrire agli ambiti di vita scorci sull’esterno, il gruppo Mount Fuji Architects ha pensato di realizzare un’abitazione a sviluppo verticale che si comporta come gli alberi di una foresta

profonda che, circondati da molte chiome, tendono a direzionare la propria crescita verso l’alto per ottenere una migliore esposizione alla radiazione solare.

Il lotto di progetto era troppo stretto e chiuso in mezzo ad edifici per soddisfare la richiesta dei committenti, un giovane coppia, di poter avere uno spazio luminoso dove poter anche far crescere delle piante; i progettisti si sono così lasciati guidare dall’immagine bucolica e misteriosa di un riparo naturale e hanno articolato il progetto intorno ad una singola colonna in legno di 1,2 metri di diametro che radica l’abitazione al terreno e regge i “rami”, 32 portali in LVL (Laminated Veneer Lumber, un particolare tipo di sottili pannelli di legno sovrapposti e assemblati a livelli industriale) che, irradiandosi verso l’esterno, sostengono la copertura a spirale della struttura. L’edificio ha così modo di aprirsi alla ricerca della luce grazie alle aperture che possono essere collocate nel dislivello della parte finale della copertura.

Nonostante il chiaro riferimento a forme e a simboli della natura, il progetto è regolato da una chiara e precisa geometria: non è basato sul sistema cartesiano che avrebbe portato ad un’espansione orizzontale ma su un sistema di coordinate polari che fissa la posizione degli elementi in base alla distanza e all’angolazione rispetto ad un fulcro centrale. In questo caso, seguendo la tradizione giapponese, il pilastro è in posizione eccentrica nella pianta a stabilire una gerarchia tra gli ambienti, le cui diverse profondità generano un diverso interasse della struttura lasciata a vista dalle pareti perimetrali.

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Intorno al pilastro che diventa il cuore dello stare, si articolano i quattro spazi principali dell’abitazione: dall’ingresso si accede al primo quadrante dove, su un pavimento in terra battuta, è posizionata la cucina. Nei successivi quadranti, posti a rotazione su gradini ascendenti, si collocano la sala da pranzo, il soggiorno e la camera da letto affiancata dal bagno, l’unico ambiente separato dagli altri tramite pannelli opachi. Sempre seguendo la rotazione, a un livello superiore, è posizionato un soppalco–studio da cui si può accedere al terrazzo sul tetto.

Lo spazio interno risulta così fluido; la spirale porta direttamente dall’ingresso fino alle finestre che consentono l’accesso alla copertura: dalla luce alla luce, come a farsi largo tra le fronde.

E come afferma Masashiro Harada, dello Studio Mount Fuji Architects,
Under the spreading chestnut tree.
There we sit both you and me.
Oh how happy we will be.
Under the spreading chestnut tree.

Ho cercato di realizzare lo spazio di questa canzone popolare molto diffusa a Tokyo”.

Foto | Channelbeta

Ester Dedè

Ester Dedè Architetto

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